COSENZA Interazione con le Università calabresi, valorizzazione delle competenze professionali disponibili, un rapporto sinergico e d’integrazione multiprofessionale per garantire ai cittadini risposte sempre più qualificate ed integrate. E’ questa, in estrema sintesi, la mission contenuta nel nuovo atto aziendale dell’Asp di Cosenza. Si tratta di un documento che contiene tutte le informazioni e il piano d’azione dell’azienda sanitaria provinciale impegnata in un complesso processo di innovazione e miglioramento dell’offerta sanitaria.
Una missione che potrebbe trovare attuazione nel ruolo forte affidato ai Distretti Sanitari, accompagnati dalla costruzione di nuovi modelli di Reti integrate Ospedale -Territorio-Domicilio. In buona sostanza si tratta di percorsi di prevenzione e dei bisogni assistenziali, che possono essere assicurati al domicilio, dalla rete dei medici di medicina generale e degli specialisti ambulatoriali, garantendo l’integrazione socio-sanitaria.
Delle novità dell’Atto aziendale 2024 abbiamo discusso con il dottore Martino Rizzo, direttore sanitario dell’Asp di Cosenza. «C’è una forte attenzione per il territorio perché non è più possibile basare la sanità esclusivamente sugli ospedali. I nosocomi devono essere attrezzati e devono dare risposte, a partire dai piccoli ospedali fino all’hub di Cosenza che dovremmo sgravare da una serie di compiti che attualmente sta svolgendo, e in più stiamo rafforzando i distretti», sostiene Rizzo. «Il distretto accentrerà tutta una serie di compiti che vanno dalla tutela degli anziani alla neuropsichiatria infantile, fino alle attività di prevenzione e lotta ai tumori. Stiamo cercando di portare la sanità al paziente ed evitare che i pazienti si debbano rivolgere esclusivamente agli ospedali, perché il sistema attuale non regge».
I tempi medi di attesa per accedere alle prestazioni ambulatoriali rappresentano il tendine d’Achille della sanità calabrese. Sulle liste d’attesa, il commissario di Azienda Zero Gandolfo Miserendino ha rivolto un invito ai cittadini a «non chiedere la prestazione su una sola struttura». Ma sul tema è intervenuto recentemente il ministro della Salute, Orazio Schillaci, che ha risposto ad un’interrogazione di Fratelli d’Italia durante il question time alla Camera. «Il tema delle liste d’attesa in Calabria di recente tornato a far discutere, con un’ulteriore sollecitazione a rimuovere le inefficienze strutturali del sistema sanitario regionale, a favore di una gestione più trasparente e orientata ai bisogni concreti dei cittadini. L’obiettivo, ora, è fare in modo che le promesse vengono accompagnate da azioni concrete». Insomma un monito duro del ministro, al quale Rizzo risponde così. «Sulle liste d’attesa stiamo lavorando, abbiamo avuto un recente finanziamento e abbiamo avviato un primo intervento l’anno scorso ottenendo buoni risultati. Siamo riusciti a rientrare nei tempi “accettabili”». Il nuovo finanziamento consentirà di «preparare un nuovo piano che speriamo possa portare ad una rapida riduzione delle liste d’attesa per la specialistica ambulatoriale, per gli screening – un altro anello debole della nostra Asp – per le chirurgie», chiosa Martino. (f.benincasa@corrierecal.it)
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