“Io ho visto nascere Lamezia, ma non l’ho vista crescere”. E come non essere d’accordo con Basilio Perugini, figlio del primo sindaco di Lamezia Terme e promotore della proposta di legge che nel gennaio del 1968 consacrò la fusione di Sambiase, Nicastro e Sant’Eufemia. A 55 anni di distanza dalla nascita della ex terza città della Calabria non si vedono elementi di crescita e sviluppo. Il Piano Strutturale Comunale, entrato in vigore con la pubblicazione sul BURC giusto l’anno scorso (18 dicembre 2023), disegna un quadro desolante della città: “Le difficoltà emergenti su versanti come quelli dell’identità urbana, del disordine insediativo, delle fragilità del sistema ambientale vanno superate per riproporre le condizioni di uno sviluppo ragionato, appropriato e compatibile – oltre che largamente condiviso – e per far emergere le condizioni utili a far decollare le molte opportunità di cui il territorio di Lamezia Terme sembra ancora di poter disporre, nel breve come nel medio e lungo termine”. D’altronde non può risultare diversamente se il “Quadro conoscitivo” allegato al PSC, datato 13.01.2010, riporta che “Per lo studio del Sistema relazionale e della rete delle infrastrutture di trasporto, il Piano Generale del Traffico Urbano del Comune di Lamezia, curato dal Consorzio Istituto Superiore dei Trasporti, del Marzo 2006, può assicurare un’ampia e aggiornata documentazione sulla domanda e sull’offerta di mobilità, ottenuta anche grazie ad indagini dirette, insieme ad una serie di simulazioni sugli scenari della mobilità comunale, di buona attendibilità”. Attendibilità a cui fa riferimento il PGTU risalente al 2006 e la cui redazione propone l’analisi di dati ISTAT del 2011, seppur aggiornati con le indagini dirette. È lo stesso Quadro conoscitivo che lancia l’allarme: “A fronte di una domanda di mobilità urbana relativamente contenuta, il Piano Generale del Traffico Urbano del 2006 segnala l’insorgere di crescenti criticità, e di momenti diffusi di saturazione/congestione, che derivano in larga misura da difficoltà di rete, ma anche da specifici punti critici, maglie incomplete, aste e segmenti che hanno mutato di ruolo divenendo tendenzialmente inadeguati. Si tratta, in sostanza, di una criticità generale, di momenti di ritardo strutturale e specifico, oltre che di una scarsa coerenza nei rapporti tra sistema insediativo e sistema relazionale”. In sintesi, la città è “slegata” e non vi alcun approccio di conurbazione.
Non ci vuole un illustre pensatore a riflettere sulla base dati con cui si è implementato il PSC, visto che in quasi vent’anni il territorio di Lamezia è profondamente mutato. Perché?
1. Innanzitutto l’area industriale Ex Sir inizialmente è stata oggetto di accordi quadro, finanza agevolata e patti territoriali. Oggi vi è una necessità diversa, vista la ZES allargata di Gioia Tauro.
2. il campo nomadi di Scordovillo è sensibilmente peggiorato al punto che prima le Commissioni Prefettizie e dopo le Amministrazioni hanno individuato una Unità di Progetto denominata “Rom Scordovillo” con l’obiettivo di definire un piano di sviluppo urbano dell’area.
3. i borghi antichi ed i centri storici di Nicastro, Sambiase e Sant’Eufemia sono totalmente in abbandono. Il territorio auspica un intervento con specifiche azioni che consentono di contestualizzare meglio le riflessioni attorno all’identità locale ed alla cultura dei nostri centri, integrando aspirazioni e sensibilità affini presenti nei tre nuclei urbani indipendenti.
4. sempre più i quartieri risultano distanti tra di loro. La città, se deve assumere una identità “regionale” come riportato nel PSC, deve essere vista in prospettiva inversa a quella attuale, attraverso le sue parti, i suoi problemi specifici (infrastrutturali), le sue esigenze locali di collegamento secondo un’analisi della domanda di mobilità a scala comunale e di area vasta aggiornata con i (big) dati attuali e non risalente al 2006, che preveda un sistema di mobilità sostenibile ed innovativo caratterizzato da corridoi di qualità ed un sistema di nodi di interscambio.
5. le attività produttive locali soffrono ancora la crisi economica. L’individuazione di un “Polo integrato dell’area centrale calabrese” a supporto alla neo nata “ZES” di Gioia Tauro può contribuire ad attrarre investimenti nell’ambito allargato di Lamezia Terme.In poche parole, Lamezia Terme ha necessità di un MASTERPLAN, che la proietti al 2050 nel pieno del suo (potenziale) sviluppo.
* Manager nel settore dei trasporti
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