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Cosenza-Catanzaro non expedit

Lo scorso anno il derby Cosenza – Catanzaro fu una pessima pagina di sport. Nonostante all’andata a Catanzaro non fosse accaduto nulla, al ritorno, a causa di comportamenti vergognosi, si diede il…

Pubblicato il: 10/12/2024 – 13:45
di Mario Campanella
Cosenza-Catanzaro non expedit

Lo scorso anno il derby Cosenza – Catanzaro fu una pessima pagina di sport. Nonostante all’andata a Catanzaro non fosse accaduto nulla, al ritorno, a causa di comportamenti vergognosi, si diede il peggio possibile.
Prima all’interno dello stadio, con lanci di fumogeni tra le tifoserie. Poi, a fine partita con una provocazione di alcuni cosentini sulla via di Rende cui i supporter catanzaresi risposero facendo barricare in un MC Donald’s, persone che con il calcio non c’entravano niente.
Il 26 dicembre si rigiocherà a Cosenza e si pone il problema se far venire i tifosi ospiti. Gli ultras del Cosenza chiedono la presenza dei loro “rivali” e ovviamente il diritto a essere presenti a Catanzaro.
Ma conviene davvero? Questo è il punto.
Quanti poliziotti ci vorrebbero il giorno di Santo Stefano? Prima domanda. Quanti esagitati esistono, da una parte e dall’altra, che interpretano questa partita come una guerra?
Saranno le autorità a decidere insieme al Cams.
Nessuno mette in dubbio che il calcio dovrebbe essere una festa, aperta a tifosi di entrambe le squadre. Ma non siamo in Inghilterra, ne abbiamo acquisito una cultura rugbistica che concepisce la rivalità nel modo più sano.
C’è gente, anche insospettabile, che quotidianamente (cosentini e catanzaresi) si lancia epiteti che vanno oltre ogni sfottò.
Pretendere che gli stadi abbiano il clima britannico è un’illusione ma anche il lassismo può fare male.
Ogni giorno il Cams è costretto a decifrare alleanze e rivalità assurde tra tifoserie lontane.
Probabilmente e dolorosamente non expedit. Non conviene almeno per quest’anno che i due stadi siano aperti ai tifosi ospiti.
Ci sono troppi rischi. Che vengono spesso fuori dai gruppi organizzati che si comportano in modo più o meno corretto.
Ma se il motto di Churchill per cui gli italiani vanno allo stadio come se fosse una guerra e l’esatto contrario è ancora valido, meglio vederla in tv. Sarà triste ma indispensabile.
E forse pedagogico per chi ancora continua a comportarsi da imbecille.

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