BRESCIA Mauro Galeazzi, ex assessore comunale di Castel Mella, ha scelto di rispondere alle domande del Gip nell’interrogatorio di garanzia, dopo essere stato arrestato giovedì scorso nell’ambito di un’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Brescia, che ha messo in luce presunti legami tra la politica locale e la ‘ndrangheta. L’indagine, condotta dalla Polizia di Stato, dall’Arma dei Carabinieri e dalla Guardia di Finanza, ha portato all’arresto di una trentina di persone, tra cui imprenditori e politici accusati di infiltrazioni mafiose nel tessuto economico e politico bresciano.
Galeazzi, che attualmente si trova agli arresti domiciliari, ha voluto rilasciare delle dichiarazioni spontanee. L’ex assessore ha ammesso di conoscere i fratelli Francesco e Stefano Tripodi, ritenuti i vertici di un’associazione a delinquere di stampo ‘ndranghetista operante tra Flero e Castel Mella. Tuttavia, Galeazzi ha respinto l’accusa più grave: quella di voto di scambio. «I Tripodi conoscevo perché da loro ho acquistato 4 furgoni per la mia azienda. Mi avevano detto che non erano persone per bene. A loro non ho mai promesso o trovato un accordo per favorirli negli appalti pubblici qualora fossi stato eletto», ha dichiarato l’ex assessore.
Le dichiarazioni di Galeazzi, tuttavia, sembrano contrastare con le evidenze raccolte durante le indagini. Secondo gli inquirenti, le intercettazioni telefoniche dimostrerebbero che i Tripodi, una volta appreso della candidatura di Galeazzi alle elezioni amministrative di Castel Mella del 2021, lo avrebbero avvicinato con l’intento di ottenere favori in cambio di appalti. In un’intercettazione, Galeazzi stesso avrebbe commentato in modo ambiguo riguardo alla possibilità di favorire i Tripodi. Gli investigatori ritengono che tra le due parti vi sia stata un’intesa con l’intenzione di fare affari illeciti legati agli appalti pubblici.
Nonostante le pesanti accuse, Galeazzi ha ribadito che non c’è stato alcun accordo con i Tripodi. Inoltre, ha dichiarato che il prestito di 25.000 euro ricevuto dai Tripodi a tassi usurai non ha avuto alcuna correlazione con la sua candidatura politica. L’ex assessore ha anche sottolineato di aver solo discusso della sua candidatura con i Tripodi nel contesto di un incontro legato al pagamento dei furgoni acquistati per la sua azienda, ma senza mai giungere a un vero e proprio patto.
Il legale di Galeazzi, l’avvocato Daniele De Leo, ha chiesto la revoca della misura degli arresti domiciliari per il suo assistito, sottolineando che le accuse non sarebbero sufficientemente gravi per giustificare la detenzione. Il giudice, che ha ascoltato le argomentazioni delle parti, ha deciso di riservarsi la decisione, e nelle prossime settimane si pronuncerà sulla richiesta di revoca.
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