CORIGLIANO ROSSANO «Uno spreco che vale 50 milioni». È la dura analisi del Sole24Ore sul porto di Corigliano Rossano, che ha visto rinunciare negli ultimi mesi al grande investimento della Baker Hughes, poi in parte dirottato su Vibo Valentia. La «goccia che fa traboccare il vaso» da circa 60 milioni di euro a cui si aggiungono 50 milioni che, secondo alcune stime, si sarebbero persi per le infrastrutture portuali. Il Sole24Ore ripercorre la storia di quello che doveva essere una locomotiva per lo sviluppo della Calabria, in particolare della fascia jonica, ma che oggi si ritrova ad essere «inerme e inutile o quasi». «E’ una Ferrari che viene tenuta in garage per essere utilizzata solo la domenica e non sempre» è la descrizione offerta al quotidiano economico da Giuseppe Guido, ex segretario generale della Cgil comprensoriale Pollino – Sibaritide – Tirreno.
Potenzialità inespresse sottolineate anche dal presidente di Confindustria Cosenza Giovan Battista Perciaccante: «Il porto di Corigliano Rossano ha tutte le caratteristiche per aspirare a uno sviluppo coerente con le vocazioni del territorio potendosi porre utilmente al servizio tanto della pesca che delle produzioni presenti nell’area che di un auspicabile utilizzo per il turismo crocieristico. Bisogna abbandonare pigrizie e anacronistiche rendite di posizione a favore di un impegno in direzione della valorizzazione e del rilancio strutturale di questa infrastruttura che rappresenta una delle principali risorse per il territorio». Uno scalo che, ricostruisce ancora il Sole24Ore, è costato ai cittadini circa 50 milioni di euro e che oggi «è utilizzato al minimo: una quarantina di pescherecci di dimensioni medio-piccole popolano una delle due darsene (che ha fondali da 7 metri) e i piazzali sono utilizzati per un’attività di riciclo e commercializzazione di ferraglia».
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