Consiglio regionale, l’agenda di ordinaria amministrazione e le incognite sul futuro
Il vulnus dell’ultima seduta, il “caso” Centrale del Mercure, le fibrillazioni nella maggioranza. Ma anche la mancanza di sincronia nel centrosinistra

LAMEZIA TERME Non c’è molto, nell’agenda della politica calabrese nella settimana entrante, lato Consiglio regionale. Giusto una Conferenza dei capigruppo martedì e poi mercoledì due sedute delle commissioni speciali Anti-‘ndrangheta e Vigilanza. La Capigruppo ovviamente è sempre uno “snodo” significativo ma l’ordine del giorno che si legge dal sito di Palazzo Campanella se non è irrituale certo non è una costante: “Programmazione lavori attività delle Commissioni permanenti”. E’ anche vero che l’ultima seduta del Consiglio regionale si è tenuta pochi giorni fa e dunque il ritorno in aula è comprensibilmente di là da venire, e probabilmente c’è da mettere a punto l’attività di qualche Commissione, che magari si è perso qualche provvedimento per strada, anche della maggioranza. Ma sono diversi gli analisti politici che segnalano un quadro politico in questi ultimi giorni un po’ fibrillante, tanto da evidenziare la necessità di far decantare le frizioni che ci sono, soprattutto nel centrodestra, andando avanti con l’ordinaria amministrazione.
Il “vulnus” Centrale del Mercure
Perché pochi negano il fatto che nell’ultima seduta si è registrato il primo vero “vulnus della legislatura“, quando il presidente della Regione Roberto Occhiuto ha minacciato le dimissioni sulla vicenda della Centrale del Mercure nell’area del Parco del Pollino. Il governo ha alla fine impugnato la “norma laghi” apprezzata e sostenuta esplicitamente da Occhiuto – norma che prevede il ridimensionamento della Centrale del Mercure: l’impugnazione era ampiamente prevista e anche scontata, ma Occhiuto comunque ha manifestato un evidente malcontento nei confronti del governo e soprattutto del ministro della Lega Roberto Calderoli, preannunciando di volerli “sfidare”, come altre volte, alla Corte costituzionale (e con un saldo anche positivo, tra l’altro). Al di là di questo, la vicenda della Centrale del Mercure continuerà a restare sul tavolo: certo, spazio per la riproposizione in aula di proposte abrogative della “norma Laghi” sembra non esserci comunque, dopo che Occhiuto ha imposto praticamente quello che gli addetti ai lavori in gergo chiamano l’”equilibrio del terrore”, ma per il centrodestra il tema resta spinoso, perché c’è una parte della coalizione che in realtà non è allineata nella stessa direzione di Occhiuto (c’è una proposta abrogativa della “norma Laghi” a firma Graziano-De Nisi di Azione e Katya Gentile della Lega e c’è qualche distinguo anche dalle fila di Fratelli d’Italia, segnatamente del senatore Ernesto Rapani). In generale, nulla di realmente preoccupante per la tenuta della maggioranza ma qualche sfilacciamento si percepisce. E qualche incognita per il futuro.
Autoriforme e sottogoverno
A esempio, cosa ne sarà delle autoriforme – l’introduzione del consigliere “supplente” e, abbinata, quella del “tetto” al numero degli assessori esterni? Le proposte hanno concluso l’iter nelle Commissioni e devono passare solo dall’aula, solo che nel centrodestra – dicono fonti qualificate – non mancherebbero i fattori “frenanti” e le perplessità (lo stesso Occhiuto e i segretari dei partiti non starebbero saltando dalla gioia davanti a questi provvedimenti). Per non parlare poi della nascita delle società regionali in house sul digitale e l’energia, anche queste da tempo ormai definite nelle Commissioni: qui il problema è (anche) il fatto che in aula è necessaria la maggioranza dei 2/3, una soglia non facile da raggiungere anche in condizioni politiche più ordinate di quelle attuali. Comunque, martedì in Capigruppo qualche indicazione sul futuro percorso della maggioranza (e del Consiglio regionale) dovrebbe arrivare. E i “mediatori” sono sempre in attività. Fermo restando che anche lato centrosinistra non è che si viaggi proprio alla grande, se solo si ricorda l’ultima seduta con il Pd in rotta con Occhiuto che ha abbandonato l’aula e le altre componenti dell’opposizione che invece dall’aula non si sono mosse. Non proprio un bel segnale di sincronia e di sintonia… (a. cant.)
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