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«Per la lotta alle mafie serve fare fronte comune»

Incontro in Consiglio comunale con il procuratore capo di Milano, Viola, e il sostituto Cerreti

Pubblicato il: 11/02/2025 – 22:32
«Per la lotta alle mafie serve fare fronte comune»

MILANO “Il passato insegna che la lotta contro la mafia è troppo dura perché si possa essere in pochi a combatterla, invece si può vincere se condivisa da tanti invece che delegata a pochi esposti a rischi e fallimenti. Nello Stato, nella società civile, nelle istituzioni ci sono energie per far fronte comune. L’antimafia deve essere anche difesa dei diritti, dell’economia, della politica, della cultura, va fatta negli uffici giudiziari ma soprattutto nelle scuole, va fatta nelle famiglie, nelle chiese e in ogni forma di aggregazione sociale. Sono questi i nuovi fronti per combattere la criminalità organizzata che oggi è meno visibile e per questo più insidiosa. Attraverso un impegno che va onorato tutti i giorni”. Lo ha detto il procuratore capo di Milano, Marcello Viola, in consiglio comunale, “apprezzatissima espressione di sostegno e vicinanza. Sono fermamente convinto dell’importanza di questi incontri a fronte dell’assoluta pericolosità delle forze che ci troviamo a contrastare”. Viola ha poi riferito le principali attività della Dda di Milano. “Milano e la Lombardia – ha spiegato – sono le aree del territorio italiano, tranne le regioni del sud, interessate dalla presenza delle mafie tradizionali ma anche delle mafie straniere. L’aumento delle presenze criminali sul territorio testimonia un quadro variegato. Sul territorio operano infatti anche le cosiddette nuove mafie. La vocazione imprenditoriale delle organizzazioni criminali ha portato la Dda di Milano a occuparsi anche di reati finanziari” oltre che di traffico di rifiuti, riciclaggio e traffico di droga, infatti, “Milano è all’avanguardia anche nella diffusione di nuove sostanze”. Inoltre “recenti indagini hanno potuto evidenziare una convergenza di interessi e un’unica cabina di regia” tra le varie mafie italiane, caratterizzata da “accordi stabili e duraturi”. Ma va sottolineata, ha concluso, “anche in questa sede, la riduzione delle risorse messe a disposizione della Procura di Milano”.
La sostituito procuratore Alessandra Cerreti ha puntato il dito contro “il calo di interesse” nei confronti della questione mafiosa “dovuto a sottovalutazione, assuefazione, narrazione che non rappresenta la reale fenomenologia, una distrazione di massa colposa o colpevole. La mafia va contrastata su più fronti, non basta la repressione, per incrinare il consenso sociale che caratterizza i fenomeni mafiosi. Ma alle parole – ha proseguito – devono seguire i fatti, ad esempio costituirsi parte civile nei processi di mafia. Raramente ho visto comuni del Milanese costituirsi parte civile in processi di mafia, l’ho visto di più nella mia esperienza professionale a Reggio Calabria. Però su Milano si fa il grande business. Quindi l’unica forma di contrasto possibile – ha concluso – è la sinergia tra tutti gli attori di questo contrasto. Se gli togliamo il consenso sociale sono finiti”. (Agi)

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