Dario Brunori ha vinto il premio Bardotti per il miglior testo al Festival di Sanremo. Arrivando terzo. Si è consacrato come cantautore di spessore nella terra di Rino Gaetano, di Mimì Martini e Loredana Bertè, di Mino Reitano, che ha scritto canzoni come C’è una ragione di più. Ha dimostrato di essere bravo al grande pubblico. E lo ha fatto mantenendo l’accento cosentino, il dialetto, la sua spontaneità. Ora viene il difficile. La tentazione retorica di impossessarsi di luì sarà più forte di qualsiasi demone. Politici, scuole, associazioni faranno di tutto per averlo con loro. Gli daranno premi e cotillon. Brunori deve fuggire da questa retorica non certo dalla Calabria. Si sottragga a questo turbinio irrefrenabile. Continui a scrivere canzoni belle, rimanga calabrese senza farsi coinvolgere da chi più che valorizzare luì ha voglia di valorizzare se stesso. Come avrebbe fatto Rino Gaetano.
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