«Raccontare è sempre anche un raccontarsi. Del resto, raccontare la propria vita è sempre un modo per reimmaginarla». Andrea Caterini in Sparring partner (Editoriale Scientifica) si racconta in un libro in cui ripercorre luoghi familiari che hanno segnato un periodo importante della sua vita. «Un modo per ristabilire un contatto con la comunità umana da cui provenivo», ci racconta l’autore dell’opera che ha conquistato un posto tra le dieci proposte al Premio Letterario “Mario La Cava”.
“Sparring partner” è un viaggio alla riscoperta delle proprie radici, fatto per ritrovare un po’ sé stessi. Nella vita quante volte rischiamo di perderci?
Ho scritto Sparring partner perché sentivo la necessità di ritrovare un luogo familiare dopo anni che, per lavoro, avevo viaggiato moltissimo in giro per l’Italia. Se questo lavoro è stata, come credo, una fortuna, per le persone e per i luoghi che ho scoperto e conosciuto, dall’altra parte sentivo che mi stava facendo vivere una sorta di sradicamento. Rientrare in quella stessa palestra di pugilato, nella periferia romana, che frequentavo da ragazzo, è stato un modo per ristabilire un contatto con la comunità umana da cui provenivo. Non ho ritrovato le stesse persone con cui mi allenavo un tempo, ma nelle storie dei ragazzi che ho incontrato ho riconosciuto la mia stessa storia. In più, desideravo tornare a far parte di una comunità umana in cui non aveva alcun valore il ruolo – o peggio la posizione – che ognuno di noi si era costruito nella vita. Volevo guardare negli occhi altri esseri umani e non essere nessuno per nessuno, conoscerli e farmi conoscere per quello che eravamo realmente e nel profondo.
Secondo la sua esperienza, è più difficile raccontare storie in cui i protagonisti sono altri, o è più difficile raccontare se stessi? Da cosa nasce la voglia di raccontarsi?
Non credo si possa parlare di un grado di difficoltà maggiore o minore per l’una scelta o per l’altra. Raccontare è sempre anche un raccontarsi. Del resto, raccontare la propria vita è sempre un modo per reimmaginarla. Così come raccontare personaggi immaginari è un’altra forma per far emergere qualcosa di sé. La questione non è la storia che si racconta, ma cosa mette in moto la scrittura, qual è la necessità che la sottende. E la necessità è, specificamente, ciò che non è rimovibile: quel grumo – quella ferita – da cui non possiamo liberarci ma che nello stesso tempo ci fa esprimere. E ci fa esprimere perché abbiamo bisogno di capire e di capirci. Scrivere è sempre un atto conoscitivo in cui ci si mette in gioco totalmente. Senza il rischio di scoprirsi, di denudarsi, non avrebbe alcun senso scrivere.
Come nasce la sua passione per la scrittura? C’è stato un momento esatto della sua vita in cui ha capito che questa sarebbe stata la sua strada?
Sono arrivato alla letteratura relativamente tardi, mentre facevo il servizio di leva nella Marina Militare. Avevo quindi diciotto anni. Fino a quel momento ero totalmente estraneo alla letteratura, e ancora convinto che avrei passato la vita a lavorare in un’officina come mio padre. In quei mesi mi sono trovato spesso a fare servizi di guardia in una caserma in cui non c’era nessuno. Cercavo un senso a una forma di vita che mi sembrava assurda. È stato allora che ho cominciato a leggere. Ed è lì che ho capito che dei libri non avrei più potuto farne a meno.
È contento del fatto che la sua opera sia stata selezionata al Premio Letterario “Mario La Cava”?
Ne sono contento e onorato, naturalmente. Tanto più che questo premio porta il nome di uno scrittore così radicato alle proprie radici. Poi, quando si scrive un libro non si pensa lontanamente a quale risposta avrà presso i lettori – ed è un bene che sia così. Che quella voce che ci siamo portati dentro per mesi, per anni, sia stata raccolta e riconosciuta da qualcuno che non ci conosce, che molto spesso non ha idea di chi siamo, resta un fatto miracoloso.
Andrea Caterini (Roma, 1981), è scrittore e critico letterario. Ha pubblicato diversi romanzi, tra cui Giordano (Fazi, 2014, Premio Volponi) e Vita di un romanzo (Castelvecchi, 2018). Tra i saggi si ricordano La preghiera della letteratura (Fazi, 2016, Premio Prata per la Saggistica), Ritratti e paesaggi. Il romanzo moderno (Castelvecchi, 2019, Premio Città delle Rose per la Saggistica) e L’oblio della figura. Nella stanza di Giorgio Morandi (Sillabe, 2020). Il suo ultimo libro è Ritorno in Italia (Vallecchi, 2022). Ha introdotto numerosi autori europei dell’Ottocento e del Novecento: Henry James, Marcel Proust, Virginia Woolf, Hermann Broch, Irène Némirovsky, Joseph Roth. Ha inoltre commentato Il sogno di un uomo ridicolo di Fëdor Dostoevskij (Ianieri, 2015). Nel 2018 gli è stato assegnato il Premio Bonura per la Critica Militante Under 40. Lavora come autore Rai di programmi di viaggio.
Giunto alla sua ottava edizione, il Premio letterario “Mario La Cava” ha visto negli anni precedenti il trionfo di scrittrici e scrittori come Claudio Magris, Maria Pia Ammirati, Nadia Terranova, Donatella di Pietrantonio, Alessandro Zaccuri Gian Marco Griffi, Maria Grazia Calandrone.
Ogni anno viene assegnato a illustri personaggi del mondo letterario il Premio Speciale “La Melagrana” (negli anni precedenti Raffaele Nigro, Raffaele La Capria, Walter Pedullà, Piero Bevilacqua, Luigi Maria Lombardi Satriani, Massimo Onofri, Salvatore Silvano Nigro).
Nel corso della prossima edizione, così come negli anni precedenti, sarà poi assegnato il Premio dei lettori del Caffè, scelto tra i libri in gara da una giuria composta da appassionati lettori.
Le opere proposte da una commissione composta da critici e scrittori tra quelle pubblicate in Italia nel 2024, saranno valutate da una giuria composta da Andrea Carraro, scrittore, Arnaldo Colasanti, critico e scrittore, Alessandro Moscè, critico e poeta, Caterina Verbaro, docente di letteratura all’Università LUMSA di Roma, e Pasquale Blefari, assessore alla Cultura del Comune di Bovalino, che selezionerà la terna finalista. L’opera vincitrice, a cura della stessa giuria, sarà designata durante la cerimonia di premiazione che si terrà a Bovalino ad aprile 2025.
• Nostra signora da Messina – Eliana Camaioni – Algra Editore – Proposto da Paola Radici Colace
• Sparring partner – Andrea Caterini – Editoriale Scientifica – Proposto da Domenico Calcaterra
• Missitalia – Claudia Durastanti – La nave di Teseo – Proposto da Margherita Ganeri
• Il figlio di Forrest Gump – Angelo Ferracuti – Mondadori – Proposto da Marino Magliani
• Il fuoco che ti porti dentro – Antonio Franchini – Marsilio – Proposto da Maria Grazia Calandrone
• Certe sere Pablo – Gabriele Pedullà – Einaudi – Proposto da Salvatore Silvano Nigro
• La ragazza eterna – Andrea Piva – Bompiani – Proposto da Stefano Ercolino
• Troncamacchioni – Alberto Prunetti – Feltrinelli – Proposto da Marco Gatto
• Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia – Michele Ruol – Terrarossa – Proposto da Dario Ferrari
• I giorni di vetro – Nicoletta Verna – Einaudi – Proposto da Sandro Abruzzese
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