Due anni fa si consumò la tragedia di Cutro, con diverse persone morte sulla spiaggia calabrese mentre cercavano di venire in Italia. Di quei giorni rimane impressa la drammaticità di quelle morti, ma anche la solidarietà del popolo calabrese. Nessuno si sottrasse a quel dolore, senza distinzioni politiche. Le famiglie, le associazioni, si mossero spontaneamente per aiutare i superstiti, che sono rimasti nella nostra terra. Seppure vi siano legittime diversità sui modelli di immigrazione fu il tempo di un dolore condiviso. Come se la Calabria fosse tornata alla memoria dei suoi migranti morti nel resto del mondo ad inizio e metà Novecento. Due anni dopo resta l’amarezza per una delle tante tragedie del mare dietro alle quali ci sono organizzazioni criminali senza scrupoli che lucrano sul sogno di una vita diversa. Ma resta anche il mondo solidale di una regione che seppe comportarsi semplicemente con umanità. La cosa più bella.
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