Ultimo aggiornamento alle 22:19
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

le indagini

‘Ndrangheta, i furti d’auto e il «ruolo di raccordo» di Cosimino Abbruzzese tra il clan degli Zingari e i Gaglianesi

Nell’inchiesta della Dda viene delineata la figura di “U tubu” e ricostruiti diversi episodi di furti d’auto, anche tramite il cosiddetto “cavallo di ritorno”

Pubblicato il: 09/03/2025 – 17:30
‘Ndrangheta, i furti d’auto e il «ruolo di raccordo» di Cosimino Abbruzzese tra il clan degli Zingari e i Gaglianesi

CATANZARO Emerge anche la figura di Cosimino Abbruzzese alias “u Tubu”, già coinvolto in diverse inchieste sulla ‘ndrangheta catanzarese e coinvolto anche nell’ultima operazione condotta dalla Dda contro il “redivivo” clan dei Gaglianesi. Ritenuto al vertice del clan degli zingari, Abruzzese, legato anche a Gagliano, avrebbe svolto un ruolo da «ponte» tra le due cosche, mettendosi a disposizione per varie attività illecite, soprattutto per la truffa dei cosiddetti “cavalli di ritorno”. Un modus operandi tipico dei clan catanzaresi e che avrebbe fruttato negli anni anche centinaia di migliaia di euro.

Le dichiarazioni di Santo Mirarchi

Su Abbruzzese aveva riferito di recente anche il collaboratore di giustizia Santo Mirarchi, specificando però come all’interno delle famiglie nomadi catanzaresi non ci fosse «un capo fisso, cioè uno come Gino Costanzo che è riconosciuto da tutte le famiglie di Crotone e di Reggio». Al contrario per il clan degli zingari Mirarchi individuava diversi capi, tra cui «u Tubu», ma nessuno di questi sarebbe riconosciuto dalle altre famiglie di ‘ndrangheta, che al contrario vedevano Costanzo come «capo su Catanzaro dal 1992». Il collaboratore ha poi aggiunto, nelle dichiarazioni rilasciate al pm nel 2023, che si tratterebbe di persone che avevano comunque «rapporti delinquenziali» ma limitati al «furtino di macchina… cioè ai zingari i pigghjanu in giro».

Il rapporto tra i Gaglianesi e Abbruzzese

Concentrandosi sul rapporto tra i Gaglianesi e Abruzzese, gli inquirenti ricostruiscono il suo «fondamentale ruolo di raccordo tra lo stesso e il gruppo degli zingari». Gli episodi citati nell’inchiesta rimandano proprio ai furti d’auto, pratica diffusa nel clan di Abbruzzese. Nel 2014, un soggetto si rivolge ai Gaglianesi che chiedere “aiuto” nel ritrovare una macchina rubata. In suo soccorso si sarebbero interessati lo “zio” Lorenzi Iiritano, Pancrazio Opipari e soprattutto Maurizio Sabato, con quest’ultimo che si sarebbe recato da Abbruzzese. Solo dopo questo incontro, scrivono gli inquirenti, «l’Opipari chiedeva ed otteneva conferma dallo “Zio” che l’Abbruzzese avesse “sistemato” quel “discorso”».

L’estorsione aggravata tramite il “cavallo di ritorno”

Cosimino Abbruzzese avrebbe avuto poi anche un ruolo in un’estorsione aggravata contestata dagli inquirenti e che sarebbe stata praticata tramite il cosiddetto “cavallo di ritorno”. La vicenda risale al 2015, quando Opipari avrebbe prima provveduto al furto di un’auto per poi occultarla con la collaborazione di Sabato. Dopo aver fatto credere alla vittima che i responsabili fossero del clan degli Zingari, insieme a Cosimino Abbruzzese «si mettevano d’accordo per avanzare nei confronti della vittima, con il consenso di Lorenzo Iiritano, una richiesta estorsiva». Una truffa che si sarebbe rivelata però «particolarmente intricata e quasi difficoltosa», tanto che gli stessi indagati temevano di essere stati scoperti dalla vittima e di essere seguiti, ma in questo caso Opipari, emerge dalle intercettazioni, «minaccia che si sarebbe vendicato». Per riottenere l’auto rubata sarebbero stati pagati circa 1200 euro, poi spartiti tra i vari autori dell’estorsione, tra cui 150 euro ad Abbruzzese. (ma.ru.)

Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del mare 6/G, S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano | Privacy
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x