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supplemento d’indagine

In Calabria «l’aspettativa di vita è peggiorata per lo stile di vita e la nutrizione» – VIDEO

Per il professore Giuseppe Passarino «aumentati i bambini obesi, siamo la seconda regione europea in rapporto alla popolazione»

Pubblicato il: 13/03/2025 – 11:05
In Calabria «l’aspettativa di vita è peggiorata per lo stile di vita e la nutrizione» – VIDEO

LAMEZIA TERME L’aspettativa di vita in Italia e in Calabria, il percorso di invecchiamento e le sfide demografiche che attendono la società. Ospite della nuova puntata di Supplemento d’indagine, il format in onda su L’altro Corriere Tv ogni mercoledì sera alle 20:40, è il professore Giuseppe Passarino, direttore del Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra all’Università della Calabria. Discutendone con Danilo Monteleone, il docente affronta la tematica dell’invecchiamento della società, di recente anche al centro di un vertice tenutosi al Ministero della Salute e a cui ha partecipato lo stesso Passarino.

Il rientro in Calabria

Nato, cresciuto e laureatosi in Calabria, Giuseppe Passarino è uno degli ormai celebri “cervelli di ritorno”, che dopo un periodo all’estero sono tornati nella regione natìa in posizioni di rilievo. Prima di rientrare nel 2001 come docente di genetica e direttore Dbest all’Unical, ha fatto esperienze a Leiden, nei Paesi Bassi, alla Stanford University in California e ad Addis Abeba, in Etiopia. «Una decisione presa insieme alla famiglia» ricorda Passarino. «C’è stata anche una sorta di riconoscenza verso l’Università che negli anni ’80 ha permesso a tanti di noi di laurearci e lavorare. Oggi vederla così è una grande soddisfazione. Ogni tanto vengono colleghi italiani e stranieri e restano sbalorditi».

Il progetto Age-It

Tra le eccellenze dell’ateneo di Rende e uno dei più esperti genetisti italiani, Passarino è anche membro del Comitato direttivo di Age-It, il più grande polo di ricerca nazionale sui temi dell’invecchiamento. «L’idea è quella di studiare l’invecchiamento da vari punti di vista. Nelle società occidentali c’è un innalzamento dell’età media molto evidente per due motivi: l’aumento dell’aspettativa di vita e la diminuzione della fertilità». Meno figli, meno giovani ed età media più alta: «Questo pone una serie di problemi, dal punto di vista demografico e politico. Una società anziana ha aspettative e bisogni diversi rispetto a quella in cui ci sono tanti giovani». In questo contesto si inseriscono gli studi sull’invecchiamento, che permettono anche di capirne le caratteristiche per «intervenire sul declino fisiologico dell’anziano, cercando di capire che sostegno dare a ciascuno di loro per fare in modo che abbia una vita in salute».

Il paradosso della Calabria

Un andamento, spiega il professore, comune a tutta la società occidentale. «In Italia ed Europa c’è stato un aumento continuo, ad eccezione del periodo del covid». Un paradosso invece la situazione in Calabria, dove il trend sembra invece invertito: «Vent’anni fa con i primi studi sulla Calabria notai che c’era un’aspettativa di vita più lunga del resto d’Italia. Oggi è peggiorata ed è diventata minore rispetto alla media italiana». Ma quali sono i fattori che hanno influito? «Sicuramente lo stile di vita e la nutrizione. Oggi l’alimentazione in Calabria è fortemente peggiorata e questo ha portato ad un aumento di tumori e di altre malattie del benessere. Un esempio è che sono aumentati i bambini obesi, siamo la seconda regione europea in rapporto alla popolazione».

L’importanza dell’alimentazione

Passarino analizza poi il tema dell’alimentazione, tra le principali cause del peggioramento nell’aspettativa di vita. «Negli anni ’50 si mangiava un quinto delle proteine animali rispetto al Nord e questo era un grande vantaggio. La situazione è cambiata quando negli anni ’70 c’è stato un forte aumento nel consumo di carne, proteine animali e formaggi». Un trend che può essere, però, invertito nuovamente: «Bisogna fare una presa di coscienza che al Nord è stata fatta tanti anni fa. La situazione non è irreversibile, ma le nuove generazioni devono fare in modo di evitare il triste primato di regione con più obesi. Anche gli adulti, evitando proteine animali con una serie di diete ormai ben conosciute, possono contribuire a invertire il trend e ritornare quantomeno nella media nazionale». Alla cura dell’alimentazione va aggiunta quella per la propria forma fisica: «è importante il movimento, tenersi in forma sia dal punto di vista fisico che mentale».

Il supporto agli anziani

Anche sull’aspetto mentale si concentra il progetto Age-It: «Gli anziani, ad esempio, devono essere inclusi e sentirsi utili alla società. Altrimenti il rischio è che se un anziano non viene aiutato in tempi brevi, si possa lasciare andare dal punto di vista psicologico. Questo perché ha una capacità di reazione limitata, se si perde quel momento il rischio è di non recuperarla più e l’anziano diventa fragile, si ammala più facilmente ed è più incline al declino neuromuscolare». Sulla capacità di reazione e guarigione influisce, dunque, anche l’aspetto sociale: «Le persone più sole diventano più fragili. Anche chi da solo deve badare ai propri genitori conduce una vita che può portare alla depressione e quindi diventare a loro volta fragile». Un insieme di fattori sociali, economici e psicologici da cui può scaturire fragilità che «al pari della nutrizione può influire a livello salutare». A tal fine l’obiettivo è quello di creare un Istituto italiano per lo studio dell’invecchiamento per «supportarlo in vari modi, coinvolgendo di più gli anziani, curandoli meglio e dandogli attenzioni particolari».

«Rendiamo la Calabria attrattiva per i giovani»

Un tema che si intreccia con quello delle politiche demografiche. L’invecchiamento della popolazione è ancora più evidente in Calabria, dove si aggiungono fenomeni sociali come l’emigrazione giovanile. «Io spero che la Calabria diventi col tempo una regione che dia la possibilità a un giovane di scegliere se partire o restare. Oggi è già così in alcuni campi, come quello dell’informatica, ma mi auguro che si possa estendere anche agli altri e che i giovani decidano di rimanere. Da una parte bisogna guardare al fatto che nella società calabrese c’è un’alta percentuale di anziani e regolarsi di conseguenza, ma bisogna anche impegnarsi nel rendere attrattiva per i giovani la regione». (redazione@corrierecal.it)

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