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Violenza sessuale di gruppo nel Reggino su due ragazze minorenni, sei condanne

La sentenza del tribunale di Palmi. L’avvocata Marina Pasqua: «Un passo importante verso la giustizia»

Pubblicato il: 18/03/2025 – 22:27
Violenza sessuale di gruppo nel Reggino su due ragazze minorenni, sei condanne

PALMI Il Tribunale di Palmi ha emesso oggi la sentenza sul caso di violenza sessuale di gruppo perpetrata per due anni ai danni di due minorenni, una a Seminara, l’altra ad Oppido Mamertina. Il gup Francesca Mirabelli ha emesso sei condanne e altrettante assoluzioni. La pena più alta è andata a Rocco Raco, 13 anni di reclusione. Otto anni a Giuseppe Francesco Caia, sette anni a Salvatore Infantino e Emanuele Montani. Infine cinque anni a Michele Piccolo e Placido Caia. Escluse le aggravanti per tutti gli imputati  che hanno ottenuto la riduzione della pena avendo scelto il rito abbreviato.
Le violenze erano iniziate nel gennaio 2022 per cessare a novembre 2023. Il 15 novembre di quell’anno era scattata l’operazione “Masnada” che aveva portato a numerosi arresti.
La parte offesa di una delle ragazze è stata rappresentata dall’avvocata Marina Pasqua, affiancata dai legali delle ulteriori parti civili: l’avvocata Vanessa Piluso per il Centro Antiviolenza “Roberta Lanzino”, l’avvocato Pasquale Filippelli per i genitori della ragazza e l’avvocata Ludovica Pingitore. La dottoressa Vittoria Morrone ha svolto il ruolo di consulente tecnica di parte.
«Accogliamo questa sentenza con il rispetto dovuto – afferma l’avvocato Marina Pasqua – consapevoli che rappresenta un passo importante verso la giustizia. Fin dall’inizio, il nostro obiettivo non è stato la vendetta, ma il riconoscimento della verità e la tutela della dignità della vittima. Questo processo ha portato al centro dell’attenzione il tema del consenso e le radicate questioni di genere che ancora oggi vedono le donne trattate come oggetti e private della loro autodeterminazione. È inaccettabile che simili violenze continuino a verificarsi nel silenzio e nell’indifferenza. Esprimiamo profonda vicinanza alla vittima, il cui coraggio ha reso possibile l’accertamento della verità. Ci auguriamo che questa sentenza possa rappresentare un segnale chiaro per il futuro, affinché nessuna altra ragazza debba subire ciò che la nostra assistita ha vissuto». (f.v.)

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