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Elezioni a Rende

Principe: «Mi fermano per strada chiedendomi un impegno, sottrarsi sarebbe vigliacco»

L’ex sindaco ufficializza la candidatura davanti a centinaia di sostenitori. Messaggi distensivi ai Comuni confinanti

Pubblicato il: 24/03/2025 – 19:48
di Eugenio Furia
Principe: «Mi fermano per strada chiedendomi un impegno, sottrarsi sarebbe vigliacco»

RENDE «Per strada mi fermano chiedendomi un contributo, sarebbe vigliacco sottrarmi». Così Sandro Principe ufficializza di fatto la sua candidatura a sindaco davanti a centinaia di sostenitori riuniti all’hotel San Francesco.
Come una sposa, il candidato in pectore si fa attendere per oltre mezz’ora, l’attesa così è ancora più coinvolgente ed evocativa. Dopo l’applauso e L’albero delle noci di Brunori, poco dopo le 18 può partire il comizio. Qualche minuto in più di un’ora di discorso a braccio, 26 applausi più l’ovazione finale.
«Nel nostro cromosoma c’è qualcosa di troiano – dice Principe -. Arintha fu fondata da tre principi troiani, dice la leggenda, dopo che alcune navi naufragarono a San Lucido. In tempi rapidi spero di trovare il sito della vecchia Arintha… I troiani sono stati amanti della loro patria, benché Ettore fosse una figura perdente però nobile: morì duellando con Achille. Noi rendesi amiamo la nostra città, sappiamo i rischi che si corrono ma non possiamo lasciare questa nostra passione. Nei momenti decisivi, sono le masse o le elite di competenti e colti a decidere le sorti della storia? Tolstoj fa capire che le masse alla fine prevalgono sulle singole personalità, altri pensano il contrario e mettono tutto nelle mani del singolo, del principe. Braudel conclude che alla fine è il movimento lento nella società a determinare il moto storico. Rende è andata avanti grazie al suo popolo e alla sua collettività: oggi la gente non discute di nulla, non c’è un progetto. Siamo a un tornante delle storia anche questa volta: la gente vuole affidarsi a un gruppo dirigente, sappia che io sono con Braudel: spero nella responsabilità e nella passione dei rendesi».

L’appello al Pd

«Io – aggiunge Principe – sono un vecchio socialista, fedele al centrosinistra e tra i fondatori del Pd, in Regione avevo formato il gruppo Socialisti per l’Ulivo sperando – con Boselli – nella casa dei riformisti ma poi nacque il Partito democratico. Oggi non siamo chiusi ad alcun confronto: l’unico centrosinistra era quello di Moro e Nenni, il loro era un programma rivoluzionario».
Principe alla fine ringrazierà il Psi, le associazioni, Idm, Innova Rende, Psdi, Italia del meridione e circolo Rosselli. «Rende – attacca – non ha bisogno di politica fatta di aperitivi al bar, marciapiedi e pizzerie: la città si merita una politica di alto profilo, è colta e ha il Pil più alto della Calabria subito dopo Soverato, che ci ha sorpassati da poco, ha una università di eccellenza come l’imprenditoria».
Poi un messaggio agli avversari: «Se Rende è uno spartiacque per tutta la Regione, noi non avremo alcuna difficoltà a confrontarci con gli amici del centrodestra per risolvere insieme i problemi, nel caso dovessimo vincere: spero sia reciproco in caso contrario, non servono a nessuno gli arroccamenti».

«Sì al Policlinico ma potenziare l’Annunziata»

«Non sono una star ma un vecchio militante socialista, sono innamorato della mia città, dove mi hanno portato il fato e il cuore. Sono pieno di ferite, alcune rimarginate altre in via di guarigione, altre ahimè assolutamente inguaribili». 
Dopo il referendum di inizio dicembre secondo Principe è salito «un grido di dolore da tutta la città, giovani, anziani, impresa e cultura, contrade. Rende oggi è immobile e irriconoscibile, le mura sono quasi intatte ma l’occhio non gode più di un ambiente che non sembra Calabria: siamo una città civile, dinamica, colta e amalgamata grazie a un gruppo dirigente di cui ho fatto parte, non siamo una periferia senza anima, abbiamo lottato per oltre trent’anni costruendo strade e musei. Un motore per la provincia e la Regione, Rende non è solo una questione dei rendesi. Un motore che va riattivato».
Principe non evita i riferimenti alle vicende giudiziarie, tra «teoremi» a fronte della buona fede negli atti amministrativi licenziati.


Poi le priorità che sembrano già i punti di un programma: rimettere mano alla Multiservizi, ragionando in ottica «area vasta» con Montalto e le Serre, la Presila e il Savuto; rilancia l’idea dell’Unione dei Comuni, lo svincolo di Settimo, la Metroleggera da inserire in un piano di bacino unitario sui trasporti, dove «siamo indietro di vent’anni, come sui rifiuti: e dire che eravamo avanti di quarant’anni con l’inceneritore…».
Poi rivendica il progetto del raddoppio del depuratore circa 15 anni fa, mai fatto «e ora i liquami finiscono nel Crati, mentre gli operai assunti per realizzarlo vengono licenziati».
Sulla sanità ribadisce la centralità del ruolo dei sindaci, «ho letto che Occhiuto è anche commissario per la realizzazione dei nuovi ospedali: ma come si può chiedere ai calabresi di  aspettare altro tempo? Il primo obiettivo è rafforzare l’Annunziata rendendolo un ospedale normale, come il Pugliese di Catanzaro che funziona egregiamente accanto al Policlinico universitario, perché non deve poter accedere anche qui?».
Anche il Poliambulatorio «andrà potenziato, soprattutto per anziani e disabili che non possono aspettare mesi per una visita. La questione sociale è importantissima per i riformisti, noi siamo per il socialismo umanitario».

Psa, contrade e centro storico

«Non basta dire “uniti siamo più forti”, servono i programmi. Il Psc non basta, bisogna fare il PSA, il piano strutturale associato coi comuni viciniori» continua Principe.
Che poi declina i temi dell’innovazione adattandoli all’area industriale rendese e ricordando la visione che anni fa diede vita al Cud appena rinato in ottica di alta tecnologia.
«Il comune deve essere la cabina di regia per tutti i temi, dalle infrastrutture all’urbanistica al fisco» argomenta Principe citando l’azzeramento del debito imposto dall’imperatore Traiano, «oggi ne parla solo Papa Francesco a proposito dei paesi emergenti. Noi pensiamo alle possibilità dei singoli cittadini e delle imprese, nella consapevolezza che 42 milioni di crediti non riscossi sono una questione epocale, i commissari ne hanno messi 9 in entrata».
Infine Principe racconta la sua Rende delle piazze nelle contrade, «che non sono periferie e vanno curate al massimo: il centro storico va rilanciato, io ho investito tre volte in più rispetto alle altre zone della città. Lì non è mai caduto un cornicione (riferimento a un recente crollo nel centro storico di Cosenza, ndr), abbiamo illuminato, pavimentato e curato chiese e beni culturali. L’idea era di fare di Rende un borgo turistico senza auto, che fine hanno fatto le scale mobili? Anche il maniero andrà recuperato, tagliando la testa in cemento armato come da progetto dei tempi di Bernaudo: potrà essere la sede di rappresentanza del Comune con centro congressi ed esposizioni permanenti, ma anche matrimoni dei vip». Infine chiama a raccolta gli imprenditori per B&b, dimore e botteghe artigiane di nicchia.

La sala e le presenze

Niente separé stavolta nella sala congressi dell’hotel San Francesco. I 216 posti a sedere tutti occupati – poi ci sono quelli in piedi – sono già una risposta numerica rispetto ai precedenti incontri di socialisti e Pd, in entrambi i casi peraltro iniziative di partito con tesserati chiamati a raccolta anche da Cosenza e hinterland. Qui si respira già atmosfera da campagna elettorale, una presenza un voto se si escludono i media.
Militanti socialisti storici come Salvatore Magarò, Giannino Dodaro ed Enzo Paolini, il dem Giacomo Mancini, i decani dell’ Unical Andò (per cui Principe chiede un applauso) e De Bartolo, l’ex capo della Prociv Carlo Tansi, Ettore Jorio e l’archeologo Battista Sangineto, che con Principe ha condiviso le battaglie per il No alla città unica.

Rebus Psi sulle liste: due già pronte (ma i socialisti parlano col Pd)

Le liste – dicono i fedelissimi nei corridoi – sono già pronte, alle due «principiane» di stretta osservanza potrebbero aggiungersi quelle di Idm e Psi: ma, puntuale, nei minuti del comizio arriva la notizia di un «incontro molto positivo, questo pomeriggio, tra i rappresentanti del Partito democratico e del Partito Socialista Italiano della provincia di Cosenza. La collaborazione tra Pd e Psi, che già governa con successo la città di Cosenza, si rafforza e guarda con determinazione alle prossime sfide amministrative. A Rende, le due forze lavoreranno fianco a fianco per unire il centrosinistra e costruire un’alternativa credibile alla destra». (e.furia@corrierecal.it)

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