REGGIO CALABRIA «La lotta alla `ndrangheta e ad ogni forma di criminalità organizzata, se vogliamo che sia incisiva ed efficace, deve percorrere i sentieri di una profonda, rinnovata ed estesa giustizia sociale e di incisivi processi culturali». A dirlo il cardinale di Napoli, Domenico “don Mimmo” Battaglia intervenendo nella Cattedrale di Reggio Calabria a un incontro legato al Giubileo. Ad accoglierlo, l’arcivescovo di Reggio Calabria, monsignor Fortunato Morrone, oltre alle autorità civili del territorio. Nel suo intervento, dal titolo “Nella carne del Giubileo”, monsignor Battaglia, originario di Satriano nel Catanzarese, si è soffermato su diversi temi, dall’ambiente – con la necessità di difenderlo a tutti i costi – alla lotta alle ingiustizie e alle logiche perverse che non rendono l’uomo libero.
«Ci dicono gli esperti – afferma il cardinale Battaglia – che l’aggressione criminale all’ambiente nel 2023 è aumentata del 16,6% rispetto all’anno precedente e si concentra prevalentemente proprio nelle regioni del Mezzogiorno. Raccolgo spesso le confidenze di presuli che si ritrovano, sempre più spesso, a celebrare funerali a giovani e giovanissimi morti prematuramente. Sono qui a Reggio Calabria, è doveroso rivolgere un pensiero e una preghiera, a trent’anni dalla morte, al Capitano di corvetta Natale De Grazia che così tanto si spese per difendere la bellezza, l’incontaminazione e la purezza dei mari calabresi. Noi calabresi – aggiunge – sappiamo cosa voglia dire rimboccarsi le maniche. Sono ancora negli occhi di tanti, i fiumi e i torrenti esondati, le case invase dall’acqua, i terreni inghiottiti dalla furia dell’acqua come accaduto recentemente a Catanzaro a Lamezia, nel Vibonese e nel Reggino. Come facciamo a non ricordare i 101 morti delle terribili alluvioni che colpirono il Reggino nell’ottobre del 1953 e i tredici morti dell’alluvione di Soverato, del 10 settembre del 2000? Ogni volta che la terra trema, ogni volta che l’acqua risale impetuosa, ritornano quei volti, quelle storie interrotte, quei sogni infranti. Va rispettata la Grande Madre Terra, questa è la verità. Va amata e non ferita! E vanno rispettati e accolti quanti da un angolo all’altro del pianeta fuggono da furie così devastanti».
Un pensiero, il cardinale Battaglia, lo dedica «a chi vive nella necessità impellente di riempire un “buco”, quello dei debiti e delle minacce degli usurai. Chi trascina la propria vita nelle voragini informali di debiti senza fine è una persona libera? Chi per tenere in vita l’azienda di famiglia o nel tentativo di realizzare un proprio sogno imprenditoriale si ritrova spesso costretto a chiedere il permesso al controllo asfissiante della presenza ‘ndranghetista, è forse libero? E’ libero chi paga sulla propria carne ridotta a brandelli dalle guerre o da un clima impazzito, certa triste speculazione politica che non riesce a vedere che al di là delle rigidità ideologiche ci sono storie, nomi e volti a cui bisogna dare delle risposte? Certo sono argomenti complessi, si tratta di sfide epocali, ma – osserva il cardinale Battaglia – prima ancora questa è carne che sanguina e sono persone e storie a cui bisogna restituire libertà».
Il cardinale Battaglia alza poi l’indice contro un’altra grave piaga, soprattutto al Sud e in Calabria: «la logica perversa del clientelismo». Dal Documento “Sviluppo nella solidarietà. Chiesa italiana e Mezzogiorno” dei Vescovi italiani, trovo sempre attuali alcuni pensieri. «L’essere stato il Mezzogiorno più oggetto che soggetto del proprio sviluppo, ed il peso assunto dai rapporti di potere politico, hanno favorito l’instaurarsi di rapporti di dipendenza verticale verso le istituzioni, con una crisi di sviluppo della società civile e delle autonomie locali (…). La funzione della mediazione politica, a livello locale e nazionale, ha finito per assumere un’incidenza sociale di straordinario rilievo, generando una rete di piccolo e grande clientelismo che misconosce i diritti sociali ed umilia i più deboli». Senza trascurare che «la carenza di sviluppo economico, sociale e civile e in particolare per la disoccupazione di troppi giovani» costituisce l’humus ideale per l’affermazione e il consolidamento delle organizzazioni mafiose. Un motivo in più insomma – conclude il cardinale Battaglia – «per continuare a dirci che la lotta alla ‘ndrangheta e a ogni forma di criminalità organizzata, se vogliamo che sia incisiva ed efficace, deve percorrere i sentieri di una profonda, rinnovata ed estesa giustizia sociale oltre che di sempre più incisivi processi culturali».
«Un evento molto importante, siamo contenti come l’amministrazione di salutare e riabbracciare il cardinale Battaglia e ringraziare il nostro arcivescovo Morrone, per avere organizzato, insieme a lui, questa giornata che ci consente di riflettere su un tema nevralgico per lo sviluppo dei territori, ma di straordinaria attualità come quello della giustizia sociale». Così il sindaco metropolitano di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, presente nella Basilica Cattedrale. «Abbiamo apprezzato molto – sostiene il primo cittadino – la sua riflessione e partecipato commossi al ricordo del capitano della Marina, Natale De Grazia, impegnato per la tutela dei nostri mari, come anche per i morti dell’alluvione a Soverato. Avere un’occasione per riflettere su questi temi, insieme alla cittadinanza, alle associazioni è sicuramente un momento di straordinaria ricchezza. Ed è il senso di comunità – ha concluso il sindaco Falcomatà – quello che deve emergere anche per avere la coscienza e la consapevolezza di temi importanti come quelli della giustizia sociale». (a. c.)
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