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Dopo Francesco la Chiesa è al bivio tra progressisti e conservatori

Entro 15-20 giorni, il Collegio dei Cardinali si riunirà nella Cappella Sistina per il conclave ed eleggere il nuovo Pontefice

Pubblicato il: 22/04/2025 – 7:36
Dopo Francesco la Chiesa è al bivio tra progressisti e conservatori

Dopo la scomparsa di Papa Francesco, avvenuta lo scorso lunedì di Pasqua, si apre una nuova e cruciale fase per la Chiesa cattolica. Entro 15-20 giorni, il Collegio dei Cardinali si riunirà nella Cappella Sistina per il conclave che deciderà il prossimo Pontefice. Una scelta che definirà il futuro spirituale e politico di 1,3 miliardi di fedeli nel mondo. Durante i suoi 12 anni di pontificato, Papa Francesco ha trasformato radicalmente l’agenda della Chiesa, spostando l’attenzione su temi come la giustizia sociale, la tutela dell’ambiente, la solidarietà verso migranti e rifugiati, e un’apertura – seppur prudente – verso le persone LGBTQ e le famiglie non tradizionali. Una linea che ha suscitato entusiasmo in molti, ma anche critiche accese da parte dell’ala conservatrice. Ma Francesco ha lasciato un segno profondo anche nella composizione del corpo elettorale: circa l’80% dei cardinali votanti è stato nominato da lui stesso. Molti di loro provengono da realtà ecclesiali lontane dai centri di potere tradizionali, soprattutto da Asia, Africa e America Latina. Resta da vedere se questa impronta si tradurrà in un papato di continuità o in un ritorno a posizioni più tradizionali.

I volti del conclave: chi sono i “papabili”

Luis Antonio Tagle – Filippine soprannominato il “Francesco asiatico”, il 67enne Tagle è uno dei favoriti per un pontificato in linea con quello del suo predecessore. Ex arcivescovo di Manila, oggi Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, è noto per il suo stile umile, il tono pastorale e la difesa degli emarginati. Critico verso i toni giudicanti della Chiesa, ha più volte parlato della necessità di accoglienza verso divorziati, omosessuali e madri single.
Pietro Parolin – Italia settant’anni, Segretario di Stato vaticano dal 2013, Parolin unisce esperienza diplomatica e profonda conoscenza della macchina curiale. Su alcune questioni, come il matrimonio tra persone dello stesso sesso, ha posizioni marcatamente conservatrici. Ma è anche un uomo di compromesso, capace di muoversi tra poteri mondani e spirituali.
Un ponte tra due anime della Chiesa? Péter Erdő – Ungheria l’arcivescovo di Esztergom-Budapest, 72 anni, rappresenta una delle candidature più conservatrici. Esperto di diritto canonico, ha posizioni rigide sul divorzio e una visione molto prudente in tema di accoglienza migratoria. È però stimato per la sua autorevolezza intellettuale e i legami solidi con i vescovi africani e dell’Europa orientale.
Robert Sarah – Guinea classe 1945, è il volto più netto del conservatorismo vaticano. Già Prefetto della Congregazione per il Culto Divino, Sarah è noto per le sue critiche all’immigrazione incontrollata, alla cultura occidentale “secolarizzata” e alle ideologie gender, che ha paragonato a totalitarismi moderni. Una candidatura forte tra i tradizionalisti, ma controversa a livello globale.
Peter Turkson – Ghana76 anni, ex presidente del Dicastero per la Promozione dello Sviluppo Umano Integrale, è una figura di equilibrio tra innovazione e tradizione. Vicino a Francesco sull’ambiente e la povertà, ha mostrato però cautela sulle questioni legate alla morale sessuale. È stato tra gli architetti dell’enciclica Laudato Si’ e potrebbe rappresentare una voce del Sud globale con approccio pragmatico.
Matteo Zuppi – Italia arcivescovo di Bologna e presidente della CEI, Zuppi è uno degli esponenti più forti del “franceschismo” italiano. Attivo nel dialogo con la comunità LGBT, è stato anche mediatore nelle crisi di Ucraina e Russia. A 69 anni, potrebbe incarnare un papato di prossimità, dialogo e diplomazia. Ma la sua immagine potrebbe risentire delle tensioni interne all’episcopato italiano. Un futuro incerto, tra speranze e tensioni La scelta del nuovo Papa non sarà soltanto un esercizio di discernimento spirituale, ma anche una decisione che riflette le tensioni del mondo contemporaneo: la crisi climatica, le migrazioni, i diritti civili, le guerre e le diseguaglianze globali. Un detto romano ammonisce: “Chi entra Papa in conclave, ne esce cardinale.” Nessuno può prevedere il risultato, ma una cosa è certa: il prossimo Pontefice dovrà confrontarsi con un’eredità ingombrante e un mondo in profondo cambiamento. I funerali di Papa Francesco si terranno a Roma nei prossimi giorni. Tra i partecipanti annunciati, anche l’ex presidente americano Donald Trump e la first lady Melania. Una presenza che testimonia, ancora una volta, quanto il papato resti una figura centrale sulla scena mondiale. (Agenparl)

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