RENDE In un centro popoloso ma con un corpo elettorale mediamente anziano (nonostante l’Unical) come è Rende, giovani e destra sono i due terreni su cui tutti i candidati si confronteranno, a caccia dell’ultima preferenza. La sfida aggiuntiva è superare l’astensionismo andato crescendo nell’ultimo ventennio, dall’elezione plebiscitaria di Sandro Principe nel 2004 e in parallelo con una graduale deriva antipolitica su scala nazionale manifestatasi oltre-Campagnano da ultimo in uno snodo pure identitario e sentito come il referendum sulla fusione, che ha mobilitato solo un terzo degli aventi diritto al voto nonostante una campagna martellante da entrambe le parti.
Sandro Principe da un lato attacca l’inesperienza dei più giovani in fatto di urbanistica (la perequazione sta diventando tema nodale), con toni aspri anche in incontri pubblici (già da quello promosso due mesi fa da AttivaRende) dall’altro si presenta come «il padre» di una generazione di futuri dirigenti politici e amministrativi per la città. Al punto di incontro inaugurato l’altro ieri, Principe ha anche ripetuto l’appello a quella «destra sociale» attenta ai temi della sua campagna elettorale.
A Marco Ghionna – anche lui si è appellato a un voto non necessariamente “di area” come si conviene in una consultazione locale – toccherà rinfocolare la nutrita “cantera” della destra giovanile e universitaria da cui proviene. Il suo lessico parla ai giovani: anzitutto innovazione, per trasformare Rende in una Silicon Valley (visto che «le sfide del futuro non sono i Pau scaduti», frecciatina all’agenda principiana), e poi – piuttosto che maxiopere come il nuovo ospedale – servizi per i disagi quotidiani vissuti dalle giovani coppie figlie di una conurbazione vigente ormai da decenni e che lo stesso esponente di FdI ha vissuto spostando la sua residenza da Rende a Cosenza.
Giovanni Bilotti fa del giovanilismo un elemento da rivendicare (si veda la foto di gruppo a fine conferenza stampa in cui si mostra una comitiva di trentenni allegri ed eleganti con accenni da festa di laurea ma un habitus di professionalità e vivacità) e sulla giovane età che molti gli imputano come sinonimo di inesperienza amministrativa ha replicato: «Francesco Principe è diventato sindaco a 34 anni, Sandro Principe a 31, perché lui ha potuto farlo e io che ne ho 32 non potrei?» (Ghionna lo aveva anticipato: «Avevo 5 anni quando divenne sindaco un riformista che ora mi ritrovo a sfidare, 45 anni dopo…»). Della “trasversalità” del suo target elettorale non ha fatto mistero, peraltro elemento distintivo nella genesi stessa della sua candidatura.
Rossella Gallo, che martedì si è presentata ufficialmente nella Biblioteca Civica di Quattromiglia, parla ai giovani e ne schiera alcuni, dal duo Gianmaria Milicchio – Daniele Passarelli (nella lista coalizzata Rifondazione Comunista) ad Ada Bastone, referente giovani del Gruppo territoriale Rende. I temi declinati sono quelli classici della base grillina – ambiente, trasparenza e sostenibilità – ma finora in cima al vocabolario 5 Stelle c’è l’urbanistica: «Basta scempi e consumo di suolo – ha affermato Gallo – Non possiamo più scegliere tra chi ha costruito nei greti dei torrenti e chi ha occupato ogni singolo fazzoletto di terreno per soddisfare le richieste dei costruttori. È arrivato il momento di mettere al centro il consumo di suolo zero e una pianificazione realmente partecipata. Il nuovo PSC, oggi fermo a causa di un iter poco trasparente, deve essere ripensato con il coinvolgimento diretto dei cittadini. La pianificazione urbanistica non può essere appannaggio di pochi addetti ai lavori o ambiti ristretti. Deve diventare un processo condiviso, partecipato, trasparente». Infine l’outsider Luciano Bonanno che parla ai rendesi non “intruppati” promettendo un impegno «libero e trasparente» contro sfidanti che, nell’ultimo messaggio risalente a sabato scorso, definisce radicati e opprimenti: un messaggio chiaro ai disillusi di tutti gli schieramenti ed età. (euf)
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