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Cani sequestrati a Caccuri, minacce al sindaco. «Io estraneo ai fatti»

Quintieri: «Oliverio è estraneo a quanto mi è capitato, io bersaglio di odio social. Il comune sta dalla parte degli animali»

Pubblicato il: 23/04/2025 – 16:50
di Emiliano Morrone
Cani sequestrati a Caccuri, minacce al sindaco. «Io estraneo ai fatti»

CACCURI «Deve andare in giro con le guardie del corpo». «Che i figli possano soffrire come i cani chiusi in canile». «Dovranno pagarla cara, lui e la sua famiglia». Sono solo alcuni dei messaggi che il sindaco Luigi Quintieri ha ricevuto sui canali social del Comune, dopo la recente esecuzione di un’ordinanza con cui il gip di Crotone ha convalidato un sequestro preventivo urgente dei carabinieri nei riguardi dell’animalista Giandomenico Oliverio (qui il link). «Premesso che Oliverio è del tutto estraneo a quanto mi è capitato, in tutto ho avuto un centinaio di ingiurie, calunnie e minacce pubbliche via Internet, benché, peraltro, io – spiega il sindaco di Caccuri – sia esterno rispetto alla vicenda in questione. I Comuni sono l’ultimo anello della catena, sono di fatto una specie di bancomat. Come ente locale, noi paghiamo un sacco di soldi per il collocamento dei cani in strutture autorizzate, poiché non abbiamo le risorse per realizzarne di nostre». Quintieri aggiunge che sotto la sua guida il Comune di Caccuri, estraneo agli accertamenti compiuti nel terreno di Oliverio, ha da tempo avviato una campagna per l’adozione dei cani prelevati dal territorio comunale e poi ospitati all’interno di strutture private. «Per consentire ai cani di avere una propria famiglia, abbiamo introdotto – racconta il sindaco – un contributo di 300 euro e l’assistenza di una giovane specialista coinvolta di proposito. Oggi molti canili sono strapieni e per diversi motivi è conveniente promuovere l’adozione dei cani da parte di cittadini che possano accoglierli a casa propria». Poi Quintieri precisa, in relazione al trasferimento di Oliverio all’ospedale di Crotone, avvenuto lo scorso 19 aprile, di non aver firmato alcun Tso, anche se gli era stato chiesto a seguito di alcune reazioni del giovane all’esecuzione dell’ordinanza del gip di Crotone. «Non c’era un’istruttoria a monte e non avevo avuto il parere di un medico – evidenzia il primo cittadino di Caccuri – sulle condizioni del ragazzo, di cui posso comprendere i sentimenti».
Intanto, per le ore 17 del prossimo 25 aprile, gli attivisti Paolo De Sanctis ed Enrico Rizzi – che in un suo post ha preso nettamente le distanze rispetto alle minacce di terzi a Quintieri hanno organizzato un’iniziativa pubblica a Caccuri, ma al sindaco non è ancora pervenuta alcuna richiesta ufficiale. C’è il sentore che la manifestazione possa tramutarsi in una protesta contro il Comune di Caccuri, anche se dovrebbe servire a esprimere solidarietà verso Oliverio, che, a prescindere dagli aspetti giuridici del caso, oggi è il solo a pagare in prima persona per talune criticità organizzative e normative del sistema pubblico, ribadite di recente da Giuseppe Trocino, presidente della sezione Enpa di Crotone. Peraltro, nella provincia crotonese non c’è un canile pubblico, lamentano diversi animalisti, e le campagne di sterilizzazione dei cani e i controlli dell’Asp nelle strutture autorizzate dovrebbero a loro avviso essere gestiti con maggiore prontezza.
Comunque sia, la storia di Oliverio ha riacceso i riflettori sul problema del randagismo, ancora irrisolto in molte parti d’Italia e, nello specifico, «affrontato con un rigorismo a senso unico», dice un ex dirigente dell’Asp di Crotone, che rincara la dose: «Individuare un capro espiatorio è una pratica che spesso serve a coprire delle mancanze istituzionali, a volte anche molto gravi».

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