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le motivazioni di kynara

Il traffico “invisibile” dalla Calabria in Sicilia di cocaina e buste di soldi

La ricostruzione degli inquirenti sul ruolo di Concetto Paolo Ficara e i viaggi frequenti oltre lo Stretto

Pubblicato il: 26/04/2025 – 6:53
di Giorgio Curcio
Il traffico “invisibile” dalla Calabria in Sicilia di cocaina e buste di soldi

REGGIO CALABRIA È il 16 settembre del 2020 quando Concetto Paolo Ficara viene intercettato a bordo della propria Giulietta mentre, insieme a tale Francesco, si reca in Sicilia, a Catania. A sua insaputa, però, gli inquirenti sono sulle sue tracce e ne stanno seguendo tutti i movimenti. Anche quando, quella mattina, arriva in piazza Palestro ed entra in una macelleria, uscendone poco dopo con in mano una busta in plastica, per alimenti, probabilmente contenente somme di denaro. C’è un altro aspetto che notano gli inquirenti: Ficara, poco prima di arrivare a destinazione, aveva fatto scendere Francesco dicendogli di aspettarlo lì, all’incrocio tra via Palermo e via Aurora. Un “modus operandi”, notano gli inquirenti, visto in altre occasioni simili probabilmente per evitare che gli “accompagnatori” venissero messi a conoscenza di luoghi e soggetti interessati alle consegne. Anche perché, quella mattina, Ficara una volta presa la busta effettivamente passa a riprendere l’amico e torna a casa, in Calabria.

Il processo “Kynara”

Una ricostruzione precisa degli avvenimenti quella emersa dall’inchiesta denominata “Kynara” e che, qualche mese fa, in abbreviato ha portato ad una serie di condanne. Tra cui proprio quella di Ficara ad 8 anni di carcere. Nelle oltre 400 pagine di motivazioni, i giudici hanno analizzato gli episodi contestati al calabrese. Due giorni dopo, è il 18 settembre 2020, gli inquirenti tracciano lo spostamento di Concetto Paolo Ficara mentre si reca in un capannone sulla SP 2 Natile Nuovo-Bovalino. In questa occasione incontra un soggetto – rimasto comunque ignoto – al quale avrebbe consegnato – con elevatissima probabilità – il denaro che aveva prelevato a Catania e dal quale gli organi inquirenti ipotizzavano ricevesse un nuovo carico di cocaina destinato a un nuovo approvvigionamento del mercato catanese.

I viaggi continui verso la Sicilia

Non a caso, secondo la ricostruzione e come si legge nelle 400 pagine di motivazioni, Ficara, sempre dopo aver prelevato l’amico Francesco, il giorno dopo riparte alla volta dalla Sicilia. In questa circostanza, però, gli inquirenti ricostruiscono la consegna della cocaina da parte dell’indagato calabresi ai Musumeci. Una volta arrivato a Catania, infatti, Ficara lascia l’accompagnatore invitandolo ad attenderlo poco distante, raggiunge la solita macelleria e, dall’abitacolo, estrae non senza difficoltà la droga contenuta all’interno di una busta di carta di colore scuro, consegnandola a Musumeci in macelleria, per poi risalire a bordo della sua Giulietta. Ficara stavolta non torna in Calabria, non prima di aver raggiunto Siracusa. Anche in questo caso il calabrese lascia il passeggero e raggiunge via Firenze, dove riceveva da un soggetto non identificato l’importo di 19.500 euro per poi ripartire, prelevare il suo accompagnatore, e tornare in Calabria. Come nel primo caso, Ficara dopo essere arrivato a Reggio Calabria si dirige subito in una masseria nelle campagne di Bovalino. Qui consegna ad un soggetto non identificato ben 75mila euro, evidentemente il corrispettivo di diverse partite di cocaina.  

Le consegne di Ficara

Ritmi frenetici quelli di Ficara che, due soli giorni dopo, ripartiva alla volta della Sicilia, questa volta accompagnato dalla sorella. Anche in questo caso, un viaggio programmato per consegnare nuove partite di cocaina e riscuotere i corrispettivi dovuti i traffici. È il 21 settembre 2020 quando i due, a bordo della Giulietta, sbarcano a Messina per poi raggiungere Avola poco meno di due ore dopo. Come nelle altre occasioni documentate, Ficara scende dall’auto per poi tornarci pochi minuti dopo con in mano una busta di plastica contenente certamente mazzette di denaro: il corrispettivo di un carico di cocaina (da consegnare o già consegnato) anche perché Ficara, una volta salito a bordo dell’autovettura, alla sorella dice di riporre il contenuto nel vano portaoggetti o nella borsa «ripromettendosi poi di nascondere il denaro nel vano occultato ricavato all’interno dell’abitacolo», si legge nelle motivazioni. Mezzora dopo Ficara raggiunge Siracusa, scende dall’auto per poi risalirci con in mano un’altra busta contenente denaro che consegna prontamente alla sorella. I due raggiungono via Matteotti, ad Aci Catena (nel Catanese), non prima di avere armeggiato all’interno dell’abitacolo della Giulietta, «probabilmente per predisporre il vano nascosto dal quale avrebbe prelevato la cocaina da consegnare e dove avrebbe riposto il denaro» si legge ancora nelle motivazioni. Una volta giunto a destinazione, Ficara consegnava ad Orazio Maugeri – condannato a sua volta a 8 anni e 4 mesi – due panetti di cocaina, chiedendogli, subito dopo, notizie in merito ad un pagamento.

La coca a 35mila euro al kg

L’appuntamento più importante della giornata, però, era quello presso l’Ospedale “Garibaldi-Nesima” a Catania. Qui vicino, infatti, Ficara incontra un uomo, rimasto ignoto, che gli riferiva che avrebbe fatto prima un giro di controllo a bordo del proprio motociclo, per poi ricevere il pagamento della fornitura poco prima consegnata a Maugeri. Secondo gli inquirenti, e come riportato nelle motivazioni, si tratta di sette mazzette da 10mila euro ciascuna, corrispettivo dei due panetti di cocaina da 1 kg consegnati poco prima e venduti, quindi, al prezzo di 35.000 euro al kg. L’imputato, quindi, una volta preso il denaro lo ripone all’interno del vano occulto e, subito dopo, una volta prelevata la sorella, riprende la marcia per rientrare in Calabria. Ficara, una volta tornato a casa, raggiunge il territorio di Casignana e si ferma nei pressi di una strada sterrata isolata. Qui, nel pomeriggio, consegna il denaro ricevuto nel corso della mattinata dagli acquirenti catanesi e siracusani ad un uomo rimasto identificato il quale, a propria volta, gli consegna alcuni panetti di cocaina, concordando che il successivo viaggio sarebbe stato effettuato due giorni dopo. (g.curcio@corrierecal.it)

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