CATANZARO L’ennesima aggressione ai danni degli operatori sanitari del Pronto Soccorso di Lamezia Terme riaccende il confronto, e la preoccupazione, sulla carenza di sicurezza in cui medici e infermieri sono costretti a lavorare nella tutela quotidiana del diritto alla salute e alla cura. Sulla vicenda intervengono il segretario generale della Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo, Enzo Scalese, e il segretario della Fp Cgil Area Vasta, Franco Grillo, esprimendo «grande solidarietà a tutto il personale medico, infermieristico e socio-sanitario del Pronto Soccorso di Lamezia Terme», e chiedendo una riflessione profonda sulle condizioni di lavoro nei reparti di emergenza. «Non possiamo continuare a registrare episodi di violenza come se fossero eventi inevitabili – dichiarano Scalese e Grillo –. È necessario intervenire in modo deciso per rimuovere tutte le criticità che favoriscono il clima di insicurezza, a partire dalla grave carenza di personale infermieristico e socio-sanitario, che espone i lavoratori a ulteriori rischi e pressioni». La Cgil Area vasta sottolinea come il Pronto Soccorso di Lamezia, «merita un sistema di protezione efficace, continuo e adeguato, capace di prevenire situazioni di pericolo e non solo di intervenire a danno avvenuto». «Questi episodi – aggiungono – mortificano l’impegno quotidiano di chi, con sacrificio e competenza, garantisce la prima risposta ai bisogni di salute della cittadinanza. È inaccettabile che il luogo simbolo della cura e della speranza diventi teatro di violenze. Non servono solo misure tampone: occorre un vero e proprio cambio di paradigma nella gestione della sicurezza e dell’organizzazione del lavoro nei presidi di emergenza». La Cgil Area Vasta, infine, ribadisce la necessità di aprire un confronto immediato con la direzione dell’Asp di Catanzaro: «Serve un investimento serio in termini di risorse umane, tecnologiche e di sicurezza, perché garantire la serenità di chi lavora è un dovere verso tutti i cittadini che chiedono salute e dignità».
Anche la CISL Magna Grecia, con il segretario generale Daniele Gualtieri, la FP CISL Magna Grecia, con il segretario generale Antonino D’Aloi, e la CISL Medici Magna Grecia, con la segretaria generale Luciana Carolei, esprimono piena solidarietà ai medici e all’infermiera aggrediti presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme, tra cui alcuni professionisti cubani che operano nella nostra regione. Un episodio gravissimo, che ripropone con forza il tema della sicurezza nei presidi ospedalieri e, in particolare, nei Pronto Soccorso. «È inaccettabile – spiegano Gualtieri, D’Aloi e Carolei – che chi si adopera quotidianamente per salvare vite umane debba operare in condizioni di rischio per la propria incolumità. Occorre urgentemente ridurre le situazioni di pressione e tensione, innanzitutto incrementando gli organici del personale, e rafforzare i presidi di sicurezza, superando la logica, purtroppo ancora diffusa, di affidarsi esclusivamente a personale volontario. Servono vigilanza armata e professionale, in ogni presidio di emergenza-urgenza, per garantire reale tutela agli operatori sanitari e ai cittadini». La Cisl giudica positivamente la notizia dell’approvazione del bilancio 2024 dell’ASP di Catanzaro, che certifica una riduzione dell’indebitamento e un incremento delle prestazioni offerte, come testimoniato anche dal miglioramento dell’attività dell’Ospedale di Lamezia Terme. Un risultato che dimostra come, pur tra mille difficoltà, si stiano compiendo passi avanti nella direzione di un servizio sanitario più efficiente e vicino ai bisogni dei cittadini. Tuttavia, il sindacato ribadisce con forza che la normalizzazione amministrativa deve accompagnarsi a un’accelerazione concreta sulle questioni prioritarie, a partire dalla riduzione delle liste d’attesa, che continuano a penalizzare l’accesso alle cure, e il potenziamento degli organici, in particolare nelle aree più esposte alla pressione assistenziale. «Non si può parlare di diritto alla salute – concludono Gualtieri, D’Aloi e Carolei – se non si garantiscono accessibilità, qualità delle cure, ma anche sicurezza. Difendere chi cura, garantire ambienti di lavoro sicuri, ridare piena dignità ed efficienza al nostro sistema sanitario: queste devono essere le priorità per una sanità che voglia essere davvero al servizio dei cittadini, e in particolare dei più fragili. Su questi temi, è bene evitare ogni forma di demagogia: bisogna piuttosto affrontare i problemi con spirito di dialogo, di partecipazione e di responsabilità condivisa, perché solo così si possono costruire soluzioni serie e durature».
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