80 anni fa Benito Mussolini fu ucciso, dopo oltre un ventennio da capo del governo e del fascismo. Ucciso insieme alla sua giovane e innocente amante, la cui vita poteva essere risparmiata. Che fosse inevitabile ucciderlo, nonostante il deciso parere contrario degli americani, lo dissero tanti autorevoli partigiani e lo scrissero Mack Smith, Montanelli e altri. Che Piazzale Loreto sia stata una pagina buia e vergognosa della nostra storia lo dissero Ferruccio Parri e lo stesso Pertini. 80 anni dopo la sua figura rimane per certi versi enigmatica. Nonostante non possa avere epigoni. Eppure, il paradosso (probabilmente nato per la collocazione del MSI) è sempre stato quello di considerarlo un uomo di destra. Nato socialista, mori tale. Certo, dopo avere contribuito a lacerare il socialismo. Eppure, le tracce del fascismo idea e governo sono quasi del tutto socialiste. E la sua stessa morte fu accompagnata dalla raccomandazione ai suoi seguaci di “affidarsi ai socialisti”. L’incontro che il cardinale Schuster promosse nel tentativo di porre fine alla guerra lo vide proporre un governo socialista come condizione di resa. Se destra nel Novecento europeo aveva un significato era rappresentato dal liberismo e da una visione della storia che furono del tutto antitetiche a quelle del Duce. Erano certamente di destra Churchill e De Gaulle e prima ancora i liberali che governavano l’Italia. La complessità del personaggio andrebbe ancora approfondita. Senza fantasmi.
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