COSENZA L’inaugurazione della sala TAC (qui la notizia) è stata l’ultima tappa del percorso di completamento del Pronto Soccorso dell’ospedale Annunziata di Cosenza. Il reparto di emergenza-urgenza riparte dal nuovo primario Roberto Ricchio, una nomina che arriva al termine dell’alternanza di tre primari tra motivi personali e sentimentali. Il reparto, tuttavia, come ha avuto modo di sostenere – nei mesi scorsi – l’ex primario ad interim Pino Pasqua, ha raggiunto i 200 accessi medi al giorno «molti dei quali sono impropri». Il «sintomo di un’assistenza territoriale inadeguata che contribuisce a intasare i pronto soccorso» ha invece sottolineato uno studio di Altroconsumo sull’insoddisfazione degli italiani per la sanità pubblica, in termini più brutali «vuol dire che non funzionano gli spoke» hanno detto i vertici dell’Ao di Cosenza.
L’analisi dei motivi del sovraffollamento del reparto di emergenza-urgenza del nosocomio cosentino passa evidentemente dai numeri. Il direttore sanitario dell’Asp di Cosenza, Martino Rizzo ha cristallizzato alcuni dati in una ampia riflessione su un «problema nazionale e non solo della nostra sanità. Nel 2024 ci sono stati 197.655 accessi ai Pronto Soccorso del territorio dell’Azienda Asp di Cosenza, di cui 65.000 nell’Ospedale dell’Annunziata. «Dei restanti 132.584 accessi negli ospedali dell’Asp, ben 78.703, cioè il 59%, sono stati codici bianco e verde. Solo il restante 41% di codici azzurro, arancione e rosso avrebbe dovuto avere risposta nei Pronto Soccorso. Per quanto riguarda l’ospedale scelto, «85.617 pazienti si sono rivolti ai tre Spoke dell’Asp di Cosenza, 65.000 al Pronto Soccorso Hub di Cosenza, 43.000 circa ai “piccoli” presidi di Acri, Cariati, Praia a Mare, San Giovanni in Fiore, Trebisacce».
L’analisi di Martino Rizzo prosegue e si sofferma sulle percentuali di scelta del Pronto Soccorso: 33,6% Hub Annunziata di Cosenza; 20,4% Spoke Corigliano-Rossano; 15,7% Spoke Paola-Cetraro; 8,0 % Spoke Castrovillari; 5,8 % Presidio di Cariati; 4,5 % presidio di Trebisacce; 4,5 % Presidio di Acri; 3,8% Presidio di Praia a Mare; 3,6% presidio di San Giovanni in Fiore. Un dato importante riguarda il numero di accessi medi giornalieri nel reparto di emergenza-urgenza di Cosenza (178); Corigliano Rossano (107); (56 a Rossano, 51 a Corigliano) ed ancora (43 a Paola, 41 a Cetraro). A Castrovillari 43, seguono Acri 23; Praia 19; Trebisacce 24, Cariati 31 e San Giovanni in Fiore 18.
«I problemi sono tanti e i numeri sicuramente impietosi. Una soluzione immediata non c’è. La questione va affrontata con una programmazione sanitaria adeguata (che è mancata negli ultimi 15 anni), che preveda il rafforzamento del territorio, che deve garantire risposte consone ai bisogni», commenta Rizzo. «Se avessimo più medici di Assistenza Primaria, forse alcuni accessi potremmo evitarli». Anche la mancanza di medici del 118 resta un problema, «perché gli accessi al Ps potrebbero essere limitati con la visita domiciliare (è stato bandito l’avviso per 75 medici di 118)».
Il direttore sanitario dell’Asp bruzia pone l’accento su un’altra annosa questione, quella del percorso post-emergenza. Appare necessaria «una netta separazione tra pazienti con problematiche acute, da stabilizzare in reparti ospedalieri, e pazienti cronici, più bisognosi di supporto sociale che sanitario. Ed anche in questo caso si aspetta la conclusione delle opere previste dal Pnrr». Infine, la chiosa di Rizzo che è un auspicio per il futuro: «Proviamo a superare le difficoltà, perché siamo calabresi e se vogliamo, insieme, possiamo migliorare le cose. La rassegnazione la lasciamo ad altri»! (f.benincasa@corrierecal.it)
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