In questi giorni, e con grande impegno, si sta cercando di portare all’attenzione dei cittadini i temi oggetto dei referendum, per i quali e previsto il voto l’8 e il 9 giugno prossimi.
Bisogna partire da un presupposto: questi referendum sul lavoro e sulla cittadinanza rappresentano uno snodo fondamentale per ridare dignità al mondo del lavoro.
In Calabria, dove ci sono i salari più bassi d’Europa e per necessita in molti sottostanno ai soprusi dei datori di lavoro, quindi non si può che votare SI ai referendum che prevedono la reintegra per i lavoratori che operano in azienda con più di 16 dipendenti, perché rivendicare i propri diritti oggi e molto complicato, tanto più se le azienda può “liquidare” i lavoratori con un danno meramente economico, al massimo di poche mensilità di stipendio, e diventa ancora più arduo in aziende sotto i 16 dipendenti.
La maggior parte delle aziende calabresi sono di dimensioni medio piccole o artigiane, ed occupano oltre 53.000 lavoratrici e lavoratori e nel caso di licenziamento illegittimo le aziende possono chiudere l’eventuale contenzioso con pochi spiccioli di risarcimento, e quindi e indolore licenziare un lavoratore solo perché rivendica i propri diritti contrattuali, come avere la tredicesima pagata, godere le ferie per stare con la famiglia e percepire una retribuzione per le ore effettivamente lavorate. Con il SÌ al referendum, il Giudice potrà decidere in base all’anzianità lavorativa o il nucleo familiare l’entità del risarcimento.
In Italia, in Calabria oramai c’è la corsa al precariato, inteso come sfruttamento improprio dei contratti a tempo determinato, che vengono rinnovati all’infinito, con lo stacco di pochi mesi, ma così tenendo i lavoratori sotto pressione, e non si parla solo di giovani a cui il contratto a tempo determinato viene fatto, anche qui in maniera anomalo, per valutare le capacità lavorative ma anche di persone con anni e anni di esperienza, alcune volte anche a ridosso dell’età pensionabile. Una tale normativa non è degna di un Paese civile, e pertanto vanno ridotte le possibilità e la durata dei contratti a tempo determinato, per dare continuità occupazionale ai lavoratori, anche dar loro la possibilità di accedere, per esempio, ad un mutuo per l’acquisto della casa per creare una famiglia, possibile solo se si ha un contratto a tempo indeterminato.
In Italia i dati, anche quelli di questi ultimi giorni, forniscono una fotografia drammatica sui morti sul lavoro, aumentati del 10% nei primi mesi del 2025, e la Calabria ha il primato del primo decesso dell’anno. La sicurezza sul lavoro con la responsabilità oggettiva di chi appalta, subappalta e affida lavorazioni solo per lucrare sulla pelle dei lavoratori aumentando il rischio d’infortuni va contrastata in modo netto: questo e un SI che riguarda tutti: i lavoratori e le lavoratrici che devono essere messi nelle condizioni di lavorare in piene e assoluta sicurezza, ma anche le loro famiglie che li aspettano sani e salvi al loro rientro a casa dopo una giornata di lavoro.
In Calabria, una terra dalla quale, soprattutto giovani, quasi 25 mila under 19 sono andate vie in 5 anni, la creazione e di lavoro e di ricchezza passa da una nuova stagione d’integrazione e di contaminazione, perché il problema non è chi arriva ma chi parte, chi non ritorna più, chi non ha trovato opportunità di lavoro nella nostra terra. Oggi nei paesi delle aree interne l’arrivo di persone provenienti da altri Paesi, per fuggire dalle guerre che facciamo finta di non vedere rappresenta una opportunità per mantenere le scuole aperte, per rivitalizzare socialmente intere comunità. Il SÌ al referendum sulla cittadinanza permetterebbe solo di ridurre i tempi per ottenere la cittadinanza italiana di chi vive, lavora, studia quotidianamente al nostro fianco.
Giuseppe Di Vittorio, diceva che nessuno mai doveva più morire per un pezzo di pane; oggi, invece, in Calabria si muore per portare il pane a casa o si subiscono soprusi per portare il pane a casa. Ecco tutto questo non potrà più accadere se andremo a votare cinque SI ai referendum dell’8 e del 9 giugno.
* Segretario generale Fiom Calabria
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