LAMEZIA TERME Il gip di Catanzaro ha assolto Antonio Pagliuso «per non aver commesso il fatto». L’uomo, classe 1989 di Lamezia Terme, assistito dagli avvocati Antonio Larussa del Foro di Lamezia Terme e Giuseppe Gervasi del Foro di Locri, era rimasto coinvolto nell’inchiesta “Glicine-Acheronte” della Distrettuale antimafia di Catanzaro, con cui furono svelati i sofisticati interessi criminali di una consorteria criminale, in grado di reclutare hacker tedeschi per muovere fiumi di denaro attraverso il trading clandestino on line. L’inchiesta aveva fatto luce anche su un presunto “comitato d’affari” che coinvolgeva il lametino Pagliuso.
La Dda aveva contestato al classe ’89 il reato di “illecita concorrenza” ed “estorsione aggravata dalle modalità mafiose”, avvalendosi delle condizioni previste dall’articolo 416bis. A Pagliuso, in particolare, era stato contestato in concorso con altri soggetti di aver compiuto atti di concorrenza con minaccia implicita ed esplicita, «al fine di ottenere la esclusiva nella installazione, all’interno degli esercizi pubblici, dei congegni elettronici da gioco e punti scommessa online fornite dall’impresa di fatto gestite e/o collegate ad altro coimputato», in questo modo conseguendo, in forza dell’illecita modalità, «l’esclusiva nella collocazione dei predetti congegni elettronici da gioco e punti scommessa on line all’interno dei diversi esercizi commerciali», chiedendo una condanna a 10 anni di reclusione.
Il gip ha invece assolto il lametino, evidenziando i difensori come nella condotta del Pagliuso difettassero completamente i caratteri dell’imposizione minacciosa così come contestata. (Gi.Cu.)
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