PALMI L’immagine che più di altre riassume l’importanza di quanto avvenuto al Consiglio comunale straordinario di sabato 24 maggio è quella che ritrae il regista Antonio Manetti, visibilmente commosso, con in mano l’attestato che gli conferisce la cittadinanza onoraria di Palmi: «Avrei tanto voluto che mia madre, nata a Palmi, fosse stata qui, è bellissimo», dice con le lacrime agli occhi. Un momento emozionante, il culmine di una cerimonia attraverso la quale lo stesso Antonio Manetti, il fratello Marco e Rocco Papaleo, rispettivamente ideatori e protagonista del film Us Palmese, sono ufficialmente diventati “parmisani”.
Un riconoscimento per il lavoro svolto prima, durante e dopo le riprese di Us Palmese, film che ha valorizzato l’intera città e la comunità locale, restituendo un’immagine positiva di tutto il territorio, e che è stato accolto con successo in tutti i cinema d’Italia. Dopo l’uscita ufficiale nelle sale il 20 marzo scorso, la maglia neroverde, storica, gloriosa, passionale, è passata tra le mani del ct della Nazionale, Luciano Spalletti, e tra quelle dei grandi club di Serie A. Aspetti che nemmeno i palmesi più ottimisti avrebbero mai potuto sognare.
«Nel conferire la cittadinanza onoraria ai fratelli Manetti e a Rocco Papaleo crediamo di interpretare il sentimento di tutti i palmesi e della città intera – ha detto a margine della cerimonia il sindaco di Palmi, Giuseppe Ranuccio -, si tratta infatti di un attestato di stima formale per quanto fatto da loro con il film Us Palmese. Un film – aggiunge – che è stata un’operazione di marketing straordinaria, senza eguali, in quanto è riuscita a esaltare l’immagine di Palmi, raccontando una città migliore e garantendole una vetrina importante in tutta Italia». Nel corso della cerimonia, in cui si è parlato anche dell’importanza della cinematografia a livello culturale e formativo, il primo cittadino ha annunciato: «La gestione del cinema Manfroce è in corso di assegnazione, quindi posso comunicarlo ufficialmente: a breve Palmi avrà il suo cinema».
Visibilmente emozionati i protagonisti assoluti di questa giornata, ovvero i fratelli registi Marco e Antonio Manetti, che poco prima della cerimonia hanno spiegato: «È un momento importante, che sancisce quello che sentiamo da sempre, ovvero l’essere parmisani, adesso lo siamo veramente e ufficialmente. Palmi – concludono – l’abbiamo sempre frequentata, amata, abbiamo ricordi di qualsiasi tipo, e adesso ci omaggia così. Siamo contenti che il film abbia avuto così tanto successo, crediamo che abbia coinvolto tutti e sia universale perché parla di sentimenti, quelli veri».
Un po’ di emozione, nonostante la solita ironia, traspare anche dal volto di Rocco Papaleo, nativo di Lauria, in Basilicata, ma da oggi anche cittadino palmese. «Mi fa molto piacere ed è un onore per me – ha sottolineato -, ho vissuto un periodo indimenticabile durante le riprese del film, che non posso dimenticare. Raramente mi sono addentrato così nell’anima di un posto: ho dovuto imparare il dialetto palmese, modo migliore per entrare in connessione con la comunità, e ho costruito grandi rapporti con le persone. Mi porto dietro il ricordo di un periodo fuori dalle solite dinamiche quotidiane, un momento poetico e anche un po’ spirituale, perché la pellicola è stata girata nel paese d’origine dei fratelli Manetti». Poi, alla domanda “qualche parola in parmisanu ti è rimasta?”, risponde scherzando: «Diciamo che è da un po’ che non lo pratico, ma qualcosa ancora ricordo, tipo “Cumpari, chi avimu a fari?”.
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