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La morsa della ‘ndrangheta sull’economia calabrese

Moderata crescita economica nel 2024, trainata dagli investimenti pubblici del PNRR. Ma la regione resta vulnerabile alle infiltrazioni criminali

Pubblicato il: 27/05/2025 – 18:10
di Giorgio Curcio
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La morsa della ‘ndrangheta sull’economia calabrese

LAMEZIA TERME L’ultima relazione della Dia (la Direzione investigativa antimafia) mette in fila una serie di dati e risultanze investigative ancora inquietanti, gettando più di qualche ombra sulla Calabria. Una regione che, nel corso del 2024, ha comunque registrato una crescita economica a ritmo moderato. I dati, seppur in linea con la media nazionale, evidenziano allo stato attuale segnali di debolezza nei settori produttivi dell’industria e dei servizi, e questo a causa delle difficoltà nel commercio e nel settore delle costruzioni private. Al contrario, il segmento delle opere pubbliche ha beneficiato degli investimenti legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), contribuendo a un parziale risveglio dell’economia regionale. Quindi, secondo la relazione, sebbene i livelli di disoccupazione abbiano mostrato segni di miglioramento, la nostra regione presenta ancora tassi di disoccupazione significativamente più elevati rispetto alla media nazionale, con una crescita dell’occupazione inferiore a quella media del Sud Italia.

Opere pubbliche ed Enti locali

Negli ultimi mesi, dunque, sono stati registrati numerosi tentativi di infiltrazione e condizionamenti nei settori legati agli appalti pubblici, alla grande distribuzione organizzata e al comparto agricolo. Le cosche – secondo la relazione della Dia – avrebbero evidenziato, in Calabria, un crescente interesse nel controllo delle grandi opere pubbliche e nella gestione delle risorse economiche degli Enti locali, come nel caso delle aziende ospedaliere o dei servizi di raccolta rifiuti. Le analisi della Dia hanno consentito di individuare quali cosche maggiormente attive quelle reggine.

I clan e gli interessi criminali

In primo piano i De Stefano, Labate e Ficara, hanno esercitato condizionamenti nel comparto edile mediante imprenditori in grado di costituire e controllare complessi reticoli di società, fittiziamente intestate a terzi, operanti con il fine di gestire gli imponenti flussi di liquidità di provenienza illecita. Nel medesimo settore hanno manifestato il proprio interesse criminale anche alcune cosche catanzaresi quali gli Iozzo-Chiefari o le cutresi Grande Aracri ed Arena. Sono, altresì, emersi gli interessi delle cosche del mandamento centro, tra le quali i Libri e del mandamento tirrenico, quali i Piromalli, i Pesce ed i Bellocco, nel settore ortofrutticolo, dei giochi e delle scommesse on-line, contaminati anche questi con il precipuo fine di ripulire “denaro sporco”. Le cosche reggine Serraino, Iamonte, Floccari e Cataldo hanno evidenziato la loro presenza nel settore delle pulizie tramite imprenditori ad esse contigui, mentre la cosca dei Ficara-Latella è stata fortemente ridimensionata nei suoi assetti organizzativi all’esito di un’inchiesta che ha disvelato il suo coinvolgimento nel settore della grande distribuzione organizzata e nel settore agrumario mediante diverse condotte estorsive nei confronti di numerosi operatori economici di settore.

Il turismo

Le più influenti cosche di Vibo Valentia, tra le quali i Mancuso, i La Rosa e gli Accorinti, sono sta te individuate quali responsabili del condizionamento del settore turistico e di numerosi affidamenti di lavori o servizi. Secondo la Dia, dunque, queste cosche hanno mostrato attitudini criminali nel settore degli appalti ospedalieri, in quello scolastico, dell’accoglimento dei migranti, in quello edilizio, della manutenzione idrica ed elettrica nonché della gestione dei rifiuti solidi urbani nel Comune di Tropea. Particolarmente significativo è apparso l’attenzione della criminalità organizzata cirotana per la gestione di impianti di depurazione delle acque reflue e dello smaltimento dei rifiuti. Ulteriori conferme circa i tentativi di infiltrazione dell’economia legale da parte della ‘ndrangheta sono emersi dall’analisi dei provvedi menti interdittivi emessi nel 2024 dai Prefetti delle Province calabresi.

Tre scioglimenti in un anno

Insomma, la forza delle cosche di ‘ndrangheta in Calabria è ancora tale da costituire, ancora, una criticità per lo sviluppo dei territori. Ad incidere peraltro non è solo l’infiltrazione nell’economia legale, ma anche la capacità di condizionare la cosa pubblica e alcuni dei settori più vulnerabili delle istituzioni. Non è un caso se, nel 2024, sono intervenuti tre provvedimenti di scioglimento di Consigli comunali: Tropea (VV) il 24 aprile 2024, Cerva (CZ) il 9 maggio 2024 e Stefanaconi (VV) il 29 luglio 2024. La Dia segnala anche l’affidamento della gestione dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia ad una commissione straordinaria sempre a causa di pervasivi fenomeni di condizionamento degli organi gestionali e direttivi. Rilevante è apparsa nel corso del 2024 la presenza della cosca Tegano nella gestione delle case popolari reggine mediante il coinvolgi mento di dipendenti infedeli del Comune di Reggio Calabria e dell’Azienda Territoriale Edilizia Residenziale Pubblica. (g.curcio@corrierecal.it)

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