Il Ponte sullo Stretto e il rischio di infiltrazioni mafiose. “Fari” accesi in Parlamento
Nelle Commissioni Ambiente e Trasporti di Camera e Senato previste le audizioni dell’Anticorruzione e della Direzione investigativa antimafia

ROMA “Fari” accesi sulla trasparenza e sulla legalità nella realizzazione del Ponte sullo Stretto. Nella prossima settimana nelle Commissioni congiunte Ambiente e trasporti di Camera e Senato entrano nel vivo le audizioni sul Dl Infrastrutture che si occupa anche delle procedure relative al Ponte, confermando in 13,5 miliardi il costo definitivo dell’opera. Lunedì infatti le audizioni riguarderanno il presidente dell’Anac-Autorità nazionale anticorruzione Giuseppe Busia e, a seguire, la Dia-Direzione investigativa antimafia. Si tratta evidentemente di due audizioni molto importanti, alla luce dei temi legati al Ponte sullo Stretto al centro nelle scorse settimane e nei giorni scorsi anche di vibranti polemiche. Come quelle che hanno riguardato i controlli antimafia predisposti per evitare il rischio di infiltrazioni mafiose e ‘ndranghetiste nei cantieri: si era prevista inizialmente nel Dl Infrastrutture, su proposta del ministero guidato da Matteo Salvini, una norma che affidava alla Struttura di prevenzione del ministero dell’Interno un’attività di verifica come quella già messa in campo per le ricostruzioni dai terremoti, per le Olimpiadi invernali Milano-Cortina o la costruzione degli ospedali in Calabria, ma questa strada era stata bloccata dal Quirinale che in un comunicato aveva osservato come «la legislazione in vigore contempla norme antimafia rigorose per le opere come il Ponte di Messina. La norma proposta prevedeva invece una procedura speciale – adottata finora soltanto in casi di emergenza, come i terremoti, o di eventi speciali, come le Olimpiadi – che non risulta affatto più severa delle norme ordinarie. Basti ricordare che la procedura speciale, che veniva proposta, autorizza anche a derogare ad alcune norme previste dal Codice antimafia, deroghe non consentite dalle regole ordinarie per le opere strategiche di interesse nazionale».
Le perplessità dell’Anac
Quanto all’Anac, nell’ultima relazione dell’Anticorruzione al Parlamento un capitolo ad hoc ha riprodotto le perplessità già sollevate due anni fa su procedure e dinamiche del progetto di realizzazione del Ponte, perplessità poi ribadite nei giorni scorsi al Corriere della Calabria dal presidente dell’Anac Busia, secondo il quale «ovunque ci sono grandi risorse occorre avere molta attenzione. Su quest’opera – affermò Busia – noi avevamo fatto dei rilievi che portavano a sottolineare la necessità di garantire trasparenza negli affidamenti e lo svolgimento di una gara che, se fosse stata svolta dall’inizio, avrebbe garantito possibilità maggiore, in questa fase, senza il rischio di incorrere in problemi legati all’applicazione della direttiva europea, maggiore trasparenza, maggiore valorizzazione e possibilità di far sì che l’opera potesse recepire le migliori tecnologie senza appoggiarsi a un progetto che ormai risale a molti anni fa». (c. a.)
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