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Lamezia test (anche) regionale. Sorride il centrodestra unito. Lo stop del centrosinistra

Il voto del ballottaggio premia la compattezza della coalizione di governo alla Cittadella, che sventa l’en plein del fronte progressista nelle grandi città

Pubblicato il: 10/06/2025 – 7:01
di Antonio Cantisani
Lamezia test (anche) regionale. Sorride il centrodestra unito. Lo stop del centrosinistra

LAMEZIA TERME A molti analisti politici non è sfuggito quello che può sembrare un dettaglio di colore ma tale non è: il fatto che a spoglio ancora da ultimare – ma a giochi comunque già ampiamente fatti – a complimentarsi con Mario Murone per la netta vittoria al Comune di Lamezia Terme nel segno del centrodestra sia stato il leader della coalizione in Calabria, il presidente della Regione Roberto Occhiuto, vicesegretario nazionale di Forza Italia. Il segno, lampante, che per il centrodestra le elezioni di Lamezia Terme, e in particolare l’esito del ballottaggio, rivestivano un notevole significato politico. E così in effetti è, perché con la vittoria a Lamezia Terme il centrodestra ottiene due risultati: il primo è la riconferma alla guida della città forse più strategica della Calabria (il predecessore di Murone, Paolo Mascaro, ha infatti aderito a Forza Italia in tempi non sospetti) e il secondo è lo stop alla filiera di centrosinistra al governo nei principali centri calabresi eccetto Crotone (e da due settimane anche Rende…). Ci sarebbe forse anche un terzo risultato, se si dovesse considerare il voto di Lamezia anche come un test sul gradimento dell’azione di governo alla Regione e un test in vista delle future Regionali: il risultato sarebbe che il test è stato superato.

La vittoria del centrodestra

A Lamezia dunque il centrodestra vince e vince fondamentalmente anche bene, nel segno dell’unità e della compattezza (la coalizione era quella classica, con Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega e Noi Moderati più due liste civiche ma una emanazione della Lega e l’altra emanazione di Forza Italia), e vince con Murone che tocca quota 54,7% distanziando la sfidante, la candidata sindaco del centrosinistra Doris Lo Moro. Un esito prevedibile, previsto ma non scontato alla vigilia, alla luce anche del dato del primo turno che vedeva Murone molto indietro rispetto alle liste in suo sostegno, ma che è diventato con il passare delle ore sicuro quando la forbice in favore di Murone ha incominciato a superare la soglia “psicologica” dei 500 voti di distanza dall’avversaria. E ora Murone e il centrodestra a Lamezia Terme avranno la maggioranza in Consiglio comunale al di là di ogni dubbio, al fondo di un voto che alla fine vede fondamentalmente tutti contenti: anzitutto Lega e Noi Moderati, che all’inizio si sono intestati la candidatura di Murone, ma anche Fratelli d’Italia e Forza Italia alla fine possono sorridere al caldo del 54% ottenuto dal nuovo sindaco di Lamezia Terme. Così come Murone e il centrodestra possono sorridere per aver neutralizzato e disinnescato la “mina vagante” di Gianpaolo Bevilacqua, il terzo candidato sindaco indipendente ma di estrazione Forza Italia. Bevilacqua, che resta la grande “sorpresa” di queste elezioni amministrative di Lamezia Terme con quel 24% al primo turno, alla fine ha lasciato libertà di voto ai suoi elettori, ma probabilmente questo dato al ballottaggio si è molto sterilizzato.

Il campo largo (ma perdente) del centrosinistra

Insomma, nessun ribaltone da parte della coalizione di centrosinistra, che alla Lo Moro ha portato in dote pochino, per la verità, forse confidando in una forza espansiva e attrattiva della Lo Moro che però non sembra essersi compiutamente manifestata: il Pd è stato il partito più votato al primo turno ma, nell’analisi del voto dei democrat, pesano i tentennamenti iniziali che il Pd ha avuto sulla Lo Moro. A sostegno della quale si è schierato il campo larghissimo (in coalizione c’erano anche Azione) ma anche qui il campo larghissimo si è rivelato tale solo nelle sigle e non nei voti: smentito nei fatti e nelle urne il “mantra” del “filotto” di centrosinistra nelle grandi città. E alla fine di questa tornata elettorale per il Pd e il fronte progressista il saldo appare più negativo che positivo, avendo perso malamente anche a Rende.  In vista delle Regionali non è un buon viatico, sicuramente. (a.cantisani@corrierecal.it.)

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