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Dl Sicurezza, la Cassazione: «Criticità nel metodo e nel merito»

Evidenziata la mancanza dei requisiti di necessità ed urgenza

Pubblicato il: 27/06/2025 – 16:07
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Dl Sicurezza, la Cassazione: «Criticità nel metodo e nel merito»

ROMA «Criticità» dal punto di vista costituzionale e «tecnico procedurale». Sono quelle rilevate dall’ufficio del massimario della Cassazione in una relazione sul dl Sicurezza. Il documento sottolinea i profili problematici di diverse fattispecie introdotte dal decreto già convertito in legge dal Parlamento e, in linea generale, evidenzia gli aspetti legati alla «carenza dei requisiti della straordinaria necessità ed urgenza» del decreto varato dal governo, all’«eterogeneità» del provvedimento e al rispetto dei «principi costituzionali in materia penale» (in particolare a quelli di «proporzionalità delle pene», «non manifesta irragionevolezza» e «uguaglianza»).

Iv: «La Cassazione ci dà ragione»

«La Cassazione, nella sua relazione 33/2025 sulle novità normative, ha espresso una bocciatura senza appello (è il caso di dirlo!) sul recente decreto sicurezza, sollevando una serie di «profili problematici» che inevitabilmente finiranno per investire profili di incostituzionalità. Le aggravanti “di luogo” (i reati nelle stazioni sono punibili di più di quelli commessi per strada, per capirci), le aggravanti che colpiscono l’area della manifestazione del dissenso, il tema carceri e Cpr, le detenute madri, la detenzione di materiale propedeutico al terrorismo: tutti aspetti che avevamo sollevato in commissione e aula, su cui la maggioranza ha fatto spallucce e che ora si ritrova nero su bianco». Lo scrive sui social il senatore Enrico Borghi, vicepresidente di Italia Viva e componente del Copasir.  «Con una postilla finale, incredibilmente sollevata solo da noi di Italia Viva: la Cassazione chiede una “approdo riflessione” sull’articolo 31 che estende la non punibilità degli agenti dei servizi segreti per la direzione di organizzazioni terroristiche. Una disposizione che permette ai nostri 007 di poter creare e dirigere “gruppi eversivi da zero” a fini preventivi. Ora che anche la Cassazione ha sollevato il tema della mancanza di controllo democratico e sul rischio di devianze nella norma, che faranno Meloni e Mantovano? Insisteranno sulla strada da Sudamerica degli anni ’70 o avranno un soprassalto di resipiscenza?».

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