La storia della baronessa veneta che salvò i Giganti della Sila e del Casino Mollo ristrutturato dal FAI
Negli anni ’80 Paola Manes Mollo si incatenò per salvare i Giganti. Oggi l’edificio seicentesco è stato restaurato nel piano terra ed è aperto al pubblico. Recupero completo entro il 2027

COSENZA Raccontare il recupero del Casino Mollo – a un passo dai Giganti della Sila – significa dare forma a una storia che va ben oltre il restauro architettonico. È restituire senso a un gesto civile, compiuto in un’epoca in cui la difesa del paesaggio non era affatto scontata. Ed è qui che la figura della baronessa Paola Manes Mollo compare come simbolo di una responsabilità individuale che produce effetti straordinari, collettivi e duraturi.
Questa storia comincia con un suo gesto spontaneo e potente quando, negli anni Ottanta, si incatenò a un acero montano nei pressi del Casino e di quei pini secolari, ai quali sarebbe stato dato poi, appunto, l’attributo di Giganti, per impedire che venissero abbattuti. Quel bosco, appartenuto per secoli alla sua famiglia, fu affidato a un contadino locale durante il periodo di redistribuzione fondiaria avviato con la Riforma Agraria. Il rischio era che venisse disboscato per far posto a coltivazioni agricole. La sua protesta attirò l’attenzione dell’opinione pubblica e contribuì all’istituzione, nel 1987, della Riserva Naturale Biogenetica dei Giganti della Sila, oggi tutelata dal Parco Nazionale e Bene FAI.

Il Casino, edificio rurale seicentesco, è rimasto nella disponibilità della famiglia Mollo, ma per anni è stato inutilizzato e ha subito un parziale degrado. Sarebbe stato un vero peccato perdere l’occasione di restituirlo alla storia della comunità, e così nel 2016 le eredi Maria Silvia, Beatrice e Giovanna Mollo hanno deciso che la cosa più giusta sarebbe stata quella di donare quella dimora al FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano.
Dal 16 luglio scorso, il pubblico può accedere ai nuovi spazi del piano terra restaurati e allestiti per offrire un punto di accoglienza e visita. Si tratta del primo step di un progetto più ampio, che porterà al recupero completo dell’edificio entro il 2027, grazie ai fondi del PNRR e al sostegno della Regione Calabria. Il cantiere riaprirà in autunno. Un percorso reso possibile grazie alla collaborazione tra FAI, Parco Nazionale della Sila e Comune di Spezzano della Sila, che hanno seguito tutte le fasi dell’intervento.
«È un Casino meraviglioso che ritrova luce partendo da una storia altrettanto meravigliosa – ha dichiarato Daniela Bruno, direttrice culturale del FAI –. È stato restaurato ad oggi soltanto nel piano terra, ma il lavoro sarà completato nei prossimi anni. Apre finalmente al pubblico per offrire dei servizi ai tanti visitatori che vengono ai Giganti di Fallistro, affidati dal 2016 al FAI. Ormai sono oltre 40.000 i visitatori che vengono qui anche grazie alla comunicazione che siamo riusciti a fare, che ne ha raddoppiato il numero. C’era bisogno di servizi, ma anche accoglienza, di un racconto culturale che lega intimamente i Giganti al Casino, perché i Giganti furono piantati proprio all’epoca della costruzione dell’edificio e questo legame è ancora tutto lì, visibile».
Tra i presenti all’inaugurazione anche Marco Magnifico, presidente nazionale del FAI, che ha ricordato la figura della donna a cui si deve la salvaguardia del bosco: «La donna straordinaria si chiama Paola Mollo Manes – ha dichiarato Magnifico –. Era una veneta che sposò il barone Mollo ed è stata una antesignana dell’ambientalismo. Si fa addirittura incatenare ai Giganti di Fallistro perché non vengano abbattuti. E le figlie, degne della loro mamma, decidono di donare al FAI il Casino proprio perché possa essere raccontata la storia prodigiosa della Sila: la storia storica, quella industriale, la pece dei Romani, gli alberi, la storia agricola, le vacche podoliche, le patate, le faggete. È una storia meravigliosa di un territorio benedetto da Dio, che è ancora troppo poco conosciuto e che quindi va valorizzato con un turismo attento, consapevole, sempre più entusiasta di conoscere un pezzo d’Italia che è ancora, ahimè, così poco conosciuto».
Giovanna Mollo, figlia di Paola Manes, ha sottolineato il valore profondo di questo gesto: «È un’emozione incredibile perché abbiamo visto realizzarsi un sogno atteso da tanti anni – ha dichiarato – e restituire questo bene alla collettività è una cosa che ci emoziona. La grandezza di mia madre è stata quella di non rimanere indifferente alla possibilità che questi pini potessero essere tagliati. Ormai non erano più nostri, ma si è battuta per salvaguardare una cosa che era sua, perché queste cose continuassero a vivere e a essere godute da tutti».
Nel corso dell’inaugurazione, Francesco Bevilacqua, scrittore, fotografo naturalista e già presidente del WWF Calabria, ha ricordato il momento simbolico in cui prese forma la lotta per salvare il bosco: «L’inaugurazione del Casino Mollo ci dà l’opportunità di parlare di due cose – ha dichiarato –. Intanto la vicinanza con i Giganti della Sila, che rappresentano uno dei luoghi più visitati della regione, e poi la storia dei Mollo e di una donna forte, grazie alla quale questi alberi si salvarono. Lei aveva un rapporto spirituale con questo bosco straordinario, quasi sacro. Intervenne poi il WWF e tutti gli altri enti, e riuscimmo a far istituire la riserva naturale».
Simona Lo Bianco, direttrice del Bene FAI “Giganti della Sila”, ha spiegato la nuova funzione del Casino: «Tanti altri servizi, un ampliamento dell’offerta di visita e anche la restituzione di un edificio del 1600 che fino ad ora era chiuso al pubblico – ha dichiarato –. Sarà proprio a partire dal Casino Mollo che si andrà a scoprire la storia e la natura non solo di questo lembo di paesaggio silano, ma anche dei Giganti e della famiglia Mollo. La famiglia ha protetto fino all’ultimo i Giganti che noi dal 2016 gestiamo, tuteliamo e valorizziamo».
Il sindaco di Spezzano della Sila, Salvatore Monaco, ha sottolineato l’importanza dell’intervento per la comunità: «Siamo contenti e onorati di tutto questo, qui a Camigliatello Silano, nel Comune di Spezzano Sila – ha dichiarato –. Non solo ospitiamo questo bellissimo bene, la riserva dei Giganti di Fallistro, ma abbiamo anche instaurato un forte rapporto con il FAI nazionale e con il Parco. Si punta al recupero completo del Casino Mollo e della nostra storia. Voglio ricordare che il FAI gestisce in Calabria l’unico Bene che è la riserva dei Giganti della Sila, qui a Croce di Magara, e questo rende il nostro territorio ancora più significativo a livello nazionale».
Oltre al Comune e al Parco Nazionale, hanno sostenuto l’intervento anche il Ministero della Cultura e la Regione Calabria, che ha concesso un contributo a valere sulla programmazione FSC 2021–2027. I lavori sono stati finanziati dal programma d’investimento 2.2 “Protezione e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale” nell’ambito del Pnrr, con fondi dell’Unione Europea – NextGenerationEU.
Nel tempo, gli ambienti restaurati ospiteranno anche laboratori scolastici, mostre e attività educative. Il piano superiore sarà allestito con arredi storici per raccontare la vita quotidiana della famiglia Mollo e restituire un’immagine viva del passato. Lo spazio introdurrà i visitatori al contesto culturale, ambientale e produttivo dell’altopiano silano, ricordando sempre che, se oggi è possibile camminare tra i Giganti, lo si deve alla determinazione di una donna il cui gesto è oggi inscritto nella storia ambientale italiana come uno dei primi atti civili in difesa del paesaggio. E l’acero montano a cui si legò è ancora lì, a fare da sentinella all’ingresso della Riserva. (redazione@corrierecal.it)
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