Ponte, botta e risposta tra Bonelli e “Ponte sullo Stretto Spa”
Il deputato di Avs: «Noti i rischi sismici». La società: «Faglie monitorate»

ROMA «In relazione alla nota, surreale e scandalosa, del presidente dell’Ingv Fabio Florindo – in carica dal 27 marzo 2025 – ricordo che esiste un principio di continuità amministrativa degli atti, validi salvo specifiche delibere del CdA. L’ex presidente Ingv, prof. Carlo Doglioni, ha già chiarito in sede istituzionale l’inadeguatezza degli studi sismotettonici sul Ponte, rilevando che la Pga di progetto (0,58 g) è gravemente sottostimata rispetto ai possibili valori nello Stretto, facilmente superiori a 1 g e fino a 1,5-2 g, ben oltre quelli registrati nei terremoti dell’Aquila (0,66 g) e di Amatrice e Norcia (0,95 g)». Così in una nota Angelo Bonelli, deputato di Avs e co-portavoce di Europa Verde. «Negare che lo Stretto di Messina sia potenziale area epicentrale – prosegue – alla luce della sismicità storica, come il terremoto del 1908, e di quella strumentale, significa negare l’evidenza scientifica. Florindo sostiene che sia inesatto dire che il pilone lato Calabria insista su una faglia attiva: falso. Il catalogo ufficiale Ispra-Ithaca censisce una faglia a circa 20 metri dalle fondazioni del pilone di S. Trada, riportata nei disegni di progetto come “certa e attiva”. Nessuno ha mai chiesto di aggiornare il catalogo o modificare il progetto, e la pericolosità di una faglia in zona sismica è nota a qualsiasi ingegnere strutturista. È un fatto che l’attuale presidente dell’Ingv abbia firmato una convenzione da 250mila euro con la società Stretto di Messina. Chi sono i referenti scientifici di questa convenzione? Ci sono stati rapporti di consulenza, come quello del dott. Valensise? Alla luce delle gravi discrepanze con le posizioni dell’ex presidente Doglioni, ritengo necessario informare l’autorità giudiziaria. Invece di liquidare l’allarme come infondato, Florindo dovrebbe riconoscere che i rischi sollevati da ingegneri, sismologi e geologi sono fondati, documentati e noti. Costruire un pilone su una faglia attiva non è allarmismo: è follia e irresponsabilità».
La società Stretto di Messina: «Faglie monitorate»
«Spiace dover nuovamente contraddire l’Onorevole Angelo Bonelli, ma non risponde al vero che sia stata firmata dalla società Stretto di Messina una “convenzione da 250 mila euro” con l’Ingv». Lo riferisce una nota della Società Stretto di Messina. «E’ vero invece, come annunciato più e più volte, che la consolidata collaborazione tra l’Ingv, la Stretto di Messina e il Contraente generale perseguirà come previsto anche per lo sviluppo della progettazione esecutiva», spiega la Società Stretto di Messina. «Spiace altresì dover ricordare all’Onorevole Bonelli che anche tutte le affermazioni del professor Doglioni siano state smentite e rettificate, da ultimo anche dall’Ingv stesso. Per dovere di scienza – aggiunge la nota – ricordiamo che il progetto del Ponte prevede accelerazioni massime superiori a 1,5 grammi, allo stato limite di integrità strutturale, e non di 0,58 grammi come afferma erroneamente». «Sul sito istituzionale della Società – continua la nota – è presente un documento redatto dai progettisti in cui viene confrontato lo spettro di progetto dell’opera con lo spettro registrato in occasione dei terremoti di L’Aquila e Amatrice. Si evince chiaramente che alle frequenze di interesse per il Ponte le accelerazioni di progetto sono sensibilmente superiori a quelle registrate nei terremoti dell’Aquila e Amatrice, e quindi le osservazioni al riguardo sono del tutto prive di fondamento», spiega. «Per gli aspetti geologici e sismici il progetto definitivo è corredato da oltre 300 elaborati geologici frutto di nuova e più ampia documentazione a varie scale grafiche, realizzata con l’ausilio di circa 400 indagini puntuali, tra sondaggi geologici, geotecnici e sismici. Tutte le faglie presenti nell’area dello Stretto di Messina sono note, censite e monitorate, comprese quelle del versante calabrese. I punti di contatto con il terreno dell’Opera, sulla base degli studi geo sismotettonici eseguiti, sono stati individuati evitando il posizionamento su faglie attive», conclude la nota della Società Stretto di Messina.
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