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«Competenze, talento e visione»: il decennio che ha portato i cervelloni all’Unical

La ricercatrice Elena Cattaneo: gli esempi da Savaglio a Zimmaro e la dimostrazione che le aree interne possono fare da traino al Sud e al Paese

Pubblicato il: 20/08/2025 – 9:52
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«Competenze, talento e visione»: il decennio che ha portato i cervelloni all’Unical

COSENZA Inizia tutto dieci anni fa o poco più con la astrofisica cosentina Sandra Savaglio che nel 2014 fa rientro all’Università della Calabria dal Max Planck Institute per la fisica extraterrestre di Monaco. 10 anni prima la rivista Time le aveva dedicato la copertina quale simbolo della fuga di cervelli dall’Europa verso l’estero: ora è riconosciuta come la prima a guidare il percorso inverso e la sua storia, esemplare per raccontare le eccellenze che rientrano nella loro regione d’origine, viene citata ad esempio da Elena Cattaneo, senatrice a vita dal 2013 che insegna all’Università di Milano e dirige il laboratorio di biologia delle cellule staminali. Cattaneo tre anni fa aveva tenuto nel campus di Arcavacata una lectio magistralis sulle eccellenze della ricerca sconosciute.

Calabria-Usa e ritorno

«L’Unical – scrive Cattaneo nella sua rubrica Bio-scienza sul settimanale D di Repubblica – ha riconquistato Sandra Savaglio così come nel 2020 ha accolto due ingegneri geotecnici di ritorno dal lungo periodo in California, Maria Giovanna Durante e Paolo Zimmaro. Grazie al lavoro di Durante, gli Stati Uniti, nel 2022, hanno aggiornato (per la prima volta in oltre un secolo) gli standard sismici per le opere di sostegno. Zimmaro, invece, ha ricevuto nel maggio scorso il TC 203 Young researcher award dell’Issmge, diventando il primo italiano a ottenere questo prestigioso riconoscimento biennale per giovani ricercatori in ingegneria geotecnica sismica».
Tra i tanti altri settori che si distinguono ad Arcavacata Cattaneo cita lo studio delle membrane per terre rare e la depurazione da metalli pesanti con Efrem Curcio, l’ingegneria informatica con Giancarlo Fortino fino all’intelligenza artificiale o all’antropologia, con Vito Teti figura di riferimento per gli studi sulla “restanza”.

«Superare i pregiudizi sulle aree interne»

Il campus universitario più grande d’Italia è insomma citato, con l’istituto neurologico Mediterraneo Neuromed di Isernia e l’università Federico II di Napoli con il suo dipartimento di fisica, tra gli «esempi di quante competenze, talento e visione si possano trovare a ogni latitudine dell’Italia della ricerca. Per rendersene conto – scrive Elena Cattaneo – basta solo allargare lo sguardo e superare i pregiudizi sul Sud e le aree interne: luoghi che a ben guardare brillano non solo per le bellezze del territorio ma anche per le menti che sono in grado di formare, riconquistare ed esprimere». (redazione@corrierecal.it)

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