Il botulino non agisce da solo ma ha 14 “alleati”
Mappata la tossina: è un milione di volte più potente del veleno di cobra, ecco come riesce a colpire

ROMA E’ il più potente veleno del mondo conosciuto dall’uomo, un milione di volte più tossico del veleno del cobra. La tossina botulinica è tornata alla ribalta delle cronache in Italia per i due gravi focolai estivi di botulismo alimentare registrati in Sardegna e Calabria che hanno fatto registrare decine di ricoveri e in tutto 4 morti. Un team di scienziati ha messo questa tossina prodotta dal batterio Clostridium botulinum sotto la lente e ha scoperto nel dettaglio i suoi 14 ‘alleati’. I risultati dello studio sono pubblicati sulla rivista scientifica Science Advances e aprono la strada a farmaci più efficaci per contrastarla. “In natura, la tossina non agisce da sola – spiega Pål Stenmark, direttore della ricerca e professore di neurochimica all’Università di Stoccolma – Si muove all’interno di un grande complesso proteico composto da 14 componenti, che la protegge dall’ambiente ostile dell’intestino e la aiuta ad attraversarlo per raggiungere il sangue, dove viene rilasciata e circola fino a trovare il suo bersaglio finale: la connessione tra nervi e muscoli”.
Gli autori dello studio sono riusciti a creare un modello molecolare di come viene strutturata, stabilizzata, trasportata e rilasciata la pericolosa tossina. Questa causa la grave malattia del botulismo, tuttavia ha anche una ‘faccia buona’ nei suoi diversi usi medici, come il trattamento dell’emicrania cronica, degli spasmi muscolari e della sudorazione intensa, nonché per i suoi usi cosmetici. I ricercatori sono riusciti a visualizzare l’intero grande complesso della tossina “presente nel farmaco NeuroBloc, strettamente correlato al Botox”. Per mapparlo, è stata usata la microscopia crioelettronica. “Si tratta di una tecnica di imaging premiata con il premio Nobel, con la quale congeliamo rapidamente le molecole e ne catturiamo migliaia di istantanee, che poi combiniamo in un’immagine 3D con una risoluzione quasi atomica”, illustra Stenmark. Il modello molecolare così ottenuto apre nuove possibilità: “Offre opportunità per neutralizzare la tossina o sfruttarne i meccanismi a scopo terapeutico. Ed è molto stimolante anche comprendere meglio il funzionamento e l’aspetto di questo complesso sistema”. (Adnkronos Salute)