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Piattaforme sessiste, indagini a Roma e Firenze

Fascicoli aperti nelle due Procure sui siti “Mia Moglie” e Phica.eu, oggi al centro della bufera

Pubblicato il: 03/09/2025 – 20:34
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Piattaforme sessiste, indagini a Roma e Firenze

ROMA Due le inchieste in corso e i fascicoli aperti sulle piattaforme online ‘Mia Moglie’ e Phica.eu, al centro del caso della diffusione di foto femminili all’insaputa delle persone ritratte. Le Procure di Roma e Firenze stanno procedendo in parallelo, ma non si esclude una possibile unificazione dei procedimenti. Il fascicolo principale è stato aperto dalla Procura di Roma, dove si indaga sul gruppo Facebook ‘Mia Moglie’, all’interno del quale venivano condivise fotografie private di donne, pubblicate senza consenso e accompagnate da commenti a sfondo sessuale e insulti. L’ipotesi di reato principale è quella di diffusione illecita di materiale sessualmente esplicito, il revenge porn. A coordinare l’inchiesta il procuratore aggiunto della procura di Roma Giuseppe Cascini. L’indagine è affidata alla Polizia Postale, che ha già acquisito il materiale pubblicato. Nel mirino anche il sito Phica.eu, ora offline, ma fino a pochi giorni fa attivo nella pubblicazione di immagini, anche non esplicite, di donne tra cui esponenti del mondo politico e dello spettacolo. In questo caso, oltre al reato di revenge porn, la Procura capitolina valuta anche le ipotesi di diffamazione aggravata e di estorsione, perché alcune vittime avrebbero ricevuto richieste di denaro in cambio della rimozione dei contenuti. In parallelo, la Procura di Firenze ha aperto un’altra inchiesta, per il momento autonoma, dopo la denuncia presentata dalla sindaca, Sara Funaro, le cui immagini sono comparse sul sito senza alcuna autorizzazione. Nel fascicolo fiorentino si ipotizza il reato di diffamazione aggravata ai danni della prima cittadina e di altre figure pubbliche. Nel corso delle indagini è emerso il nome di Vittorio Vitiello, 45 anni, residente a Firenze ma originario di Pompei, considerato uno dei possibili gestori della piattaforma Phica.eu. L’uomo, titolare di una società che si occupa di promozione sui social e organizzazione eventi, è stato ascoltato dagli inquirenti. In passato sarebbe stato coinvolto in accertamenti simili. Sul sito, prima della chiusura, era stato pubblicato un lungo messaggio con cui l’amministratore respingeva le accuse di estorsione, allegando presunti screenshot di conversazioni con gli utenti. Il testo rivendicava la “legalità” del proprio operato, distinguendolo da valutazioni di carattere etico. (LaPresse)

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