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“Res Tauro”: tra gli arrestati anche il boss Pino Piromalli detto “Facciazza”

Era tornato libero nel 2021 dopo 22 anni di carcere duro. Oggi la Dda lo accusa di essere ancora al comando della cosca di Gioia Tauro

Pubblicato il: 23/09/2025 – 8:04
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“Res Tauro”: tra gli arrestati anche il boss Pino Piromalli detto “Facciazza”

REGGIO CALABRIA È tornato in carcere questa mattina il boss ottantenne Giuseppe “Pino” Piromalli, detto Facciazza, considerato il vertice indiscusso dell’omonima cosca di Gioia Tauro, tra le più potenti e influenti dell’intera ‘ndrangheta. Il suo nome campeggia tra i 26 destinatari di misure cautelari eseguite all’alba dal Raggruppamento Operativo Speciale (Ros) dei Carabinieri, con il supporto dei comandi provinciali su scala nazionale, nell’ambito dell’operazione “Res Tauro”, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria.
A Pino Piromalli la Dda contesta il ruolo di capo, promotore e organizzatore dell’associazione mafiosa, con l’aggravante del metodo mafioso. Le accuse, a vario titolo, spaziano dall’associazione di tipo mafioso all’estorsione, dal riciclaggio all’autoriciclaggio, dalla detenzione illegale di armi alla turbata libertà degli incanti, fino al favoreggiamento personale e al trasferimento fraudolento di valori.
Piromalli era tornato in libertà nel 2021, dopo aver scontato 22 anni di carcere in regime di 41 bis, tra i più duri previsti dall’ordinamento penitenziario italiano. Era stato arrestato nel 1999 dopo sei anni di latitanza, al termine di una carriera criminale che lo aveva reso una figura di primo piano nell’organizzazione mafiosa calabrese.
L’inchiesta, che ha portato al blitz di oggi, ha ricostruito l’assetto interno della cosca, ritenuta tra le più strutturate e ramificate della ‘ndrangheta. Gli investigatori hanno documentato la capacità della famiglia Piromalli di rigenerarsi e mantenere il controllo del territorio anche dopo decenni di inchieste e arresti. L’indagine, condotta dai carabinieri del Ros, ha consentito ai pm di fotografare la ripresa delle attività criminali di Piromalli. Si assiste alla riscrittura di quelle dinamiche criminali interne al sodalizio che – emerge dall’inchiesta – grazie all’opera di ricomponimento di Giuseppe Piromalli, tornava ad essere uno delle cosche più temibili ed autorevoli della ‘ndrangheta. “Facciazza” aveva fin da subito compreso che doveva avviare un’opera di restauro della cosca da lui definita “sta tigre che è Gioia Tauro“. Lo avrebbe fatto, secondo gli inquirenti, attuando un progetto di recupero delle vecchie regole di ‘ndrangheta ed assumendo immediatamente quella posizione di comando che lo rendeva, per come lui stesso ha affermato in un’intercettazione, “il padrone di Gioia“.

L’operazione “Res Tauro”

Il nome del blitz, “Res Tauro”, richiama l’area di Gioia Tauro. Le indagini sono il risultato di un lavoro investigativo complesso che ha coinvolto il Ros e i comandi territoriali dei Carabinieri in numerose regioni italiane, a conferma della portata nazionale delle attività del clan. (redazione@corrierecal.it)

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