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Le armi da guerra della ‘ndrangheta: mitragliatori nei carichi di cocaina dal Sudamerica. «Se vuoi ho anche 50 chili di tritolo»

Nelle intercettazioni di “Eureka” si parla di pistole, fucili, armi da guerra. Un vero e proprio arsenale. «Facciamo una guerra, compa»

Pubblicato il: 30/09/2025 – 7:01
di Mariateresa Ripolo
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Le armi da guerra della ‘ndrangheta: mitragliatori nei carichi di cocaina dal Sudamerica. «Se vuoi ho anche 50 chili di tritolo»

REGGIO CALABRIA «Ci mette dentro o i fucili che volete voi o due mitragliatori americani. Facciamo una guerra, compa». Si parla di pistole, fucili, addirittura mitragliatori americani, nelle conversazioni intercettate si fa riferimento anche a «50 chili di tritolo». Armi che i narcotrafficanti dal Sud America avrebbero dovuto inserire nei carichi insieme alla cocaina. Un quadro che emerge dalle intercettazioni dell’inchiesta “Eureka” e analizzato dal pubblico ministero Diego Capece Minutolo in sede di processo nel corso della sua requisitoria nel procedimento in corso a Reggio Calabria in abbreviato. 

L’inchiesta sul narcotraffico internazionale

Tonnellate di cocaina, legami con narcotrafficanti sudamericani e un giro d’affari anche difficile da quantificare. La base operativa dell’organizzazione smantellata con l’inchiesta “Eureka” aveva origine nella Locride, ed era composta in particolare da esponenti delle cosche Nirta-Strangio di San Luca e Morabito di Africo. Per gli imputati nell’ambito del processo in abbreviato – 81 per i quali i pm reggini hanno chiesto in totale oltre mille anni di carcere – è attesa la sentenza domani, 1 ottobre. 
L’inchiesta – che ha toccato i livelli più alti dell’organizzazione criminale, permettendo anche di ricostruire la fuga e la latitanza del super boss Rocco Morabito, detto “Tamunga” dopo la fuga dal carcere di Montevideo, in Uruguay, nel 2019 – ha visto la cooperazione delle Dda di Reggio Calabria, Milano e Genova, degli investigatori di Germania, Belgio e PortogalloUn’operazione scattata nel maggio 2023, particolarmente complessa non solo per il numero dei provvedimenti eseguiti, ma anche per l’ingente quantitativo di sostanza stupefacente individuata, i sequestri di denaro e la rete associativa transnazionale sviluppata tra Italia, Germania, Belgio, Portogallo. Un processo, in abbreviato a Reggio Calabria e in ordinario a Locri, che ha visto l’entrata delle dichiarazioni, rese dopo aver deciso di collaborare con i magistrati, dall’ex broker della ‘ndrangheta e narcotrafficante internazionale Vincenzo Pasquino che venne catturato nel 2021 insieme al super boss Rocco Morabito. Dichiarazioni e ricostruzioni che il pm in fase requisitoria ha definito «elementi di novità» e che permettono di delineare bene il peso dei clan aspromontani nello scacchiere del narcotraffico internazionale.

L’arsenale importato dal Sud America

A disposizione dell’organizzazioni c’era una vero e proprio arsenale. Nel corso della sua requisitoria, il pm parla, analizzando le varie posizioni, di varie pistole semiautomatiche, revolver di diversi calibri, pistole semiautomatiche; della vendita di svariate armi da guerra, tra cui fucili d’assalto kalashnikov AK-47 e fucili Heckler & Koch HK.
In un caso viene contestata l’introduzione, attraverso un carico di cocaina, di un mitragliatore, arma da guerra, attraverso un ignoto narcotrafficante con cui uno degli indagati, Sebastiano Romeo, era in contatto per un una importazione di cocaina dal Sud America, e gli chiede: «Compa – chiede Romeo a questo ignoto narcotrafficante – ma lo troviamo il fucile AA-12K? Mi piace troppo, sto girando, ma non lo trovo da nessuna parte». Due giorni dopo – ricostruisce il pm in aula – l’ignoto interlocutore gli dava la buona notizia che il fornitore di cocaina dal Sud America, aveva la disponibilità di queste armi e le avrebbe inserite nel carico di cocaina che doveva arrivare in Italia, da Panama. «Appena mandano da Pan, Wick, ci mette dentro o i fucili che volete voi o due mitragliatori americani. Facciamo una guerra, compa». La richiesta viene esaudita: «Compa, ho preso AA-12, fa paura, fra giorni me lo portino». Pistole e fucili, ma non solo. In una conversazione viene fuori altro: «Se vuoi, c’ho anche 50 chili di tritolo».

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