Calabria, l’emergenza invisibile del disagio psichico
Quasi mezzo milione di cittadini convivono con un disagio psichico. Solo 31 psicologi per tutta la regione. Crescono i casi tra giovani e donne, ma i servizi restano sottodimensionati

Negli ultimi anni l’attenzione verso la salute mentale è cresciuta, ma resta ancora forte il divario fra i bisogni dei cittadini e le risposte del sistema sanitario pubblico. In Italia, le stime parlano chiaro: sono oltre 16 milioni le persone che lamentano un disagio mentale di tipo medio-grave, con un incremento del 6 % rispetto al 2022. Gran parte di questi casi riguarda ansia e depressione, che insieme costituiscono la quasi totalità dei disturbi psichici diagnosticati.
Il peso economico e sociale
La depressione rappresenta un costo sistemico: oltre agli effetti sulla vita individuale, grava sul sistema sociale ed economico del Paese. Secondo la Società Italiana di Psichiatria, il disagio mentale “vale” circa il 4 % del PIL italiano, fra costi diretti (cura, ospedalizzazione, terapia) e indiretti (assenteismo, perdita di produttività). In termini di salute personale, chi soffre di depressione e non viene adeguatamente curato può vedere una riduzione dell’aspettativa di vita stimata in circa 10 anni.
Un fenomeno poco visibile ma diffuso
Secondo dati dell’ISS (attraverso le sorveglianze PASSI e PASSI d’Argento), circa il 6 % degli adulti in Italia riferisce sintomi depressivi. Tuttavia, il fenomeno è più marcato negli anziani: si arriva fino al 30 % nelle fasce più fragili dal punto di vista sociale ed economico. Molti casi restano sommersi: si stima che oltre 2 milioni di persone con bisogno effettivo non fruiscano di cure o servizi specialistici.
Giovani e depressione: i segnali d’allarme
Un segnale particolarmente allarmante riguarda i più giovani. Secondo dati della Società Italiana di Psichiatria, in Italia sono oltre 700 mila i ragazzi colpiti da depressione o da altri disturbi mentali. La transizione tra il sistema di cura per l’infanzia/età evolutiva e quello per adulti è spesso lacunosa: solo metà delle regioni garantisce continuità nelle cure, e molti giovani “cadono nel vuoto” al passaggio all’età adulta.
Le criticità del sistema pubblico
Nonostante la domanda crescente di assistenza, il sistema nazionale mostra varie debolezze strutturali: I Dipartimenti di Salute Mentale (DSM) sono diminuiti in numero: da 183 nel 2015 a 139 nel 2023. Il personale è insufficiente: mancherebbero circa 7.500 operatori (psichiatri, psicologi, infermieri, educatori) per garantire standard adeguati. La spesa destinata alla salute mentale è molto esigua: solo il 2,5 % circa del Fondo Sanitario Nazionale, quando gli esperti invocano una quota almeno pari al 5%. Le disuguaglianze territoriali sono marcate: molte regioni meridionali (tra cui la Calabria) offrono meno prestazioni, e le “Case della comunità” con servizi per la salute mentale sono poche.
Uno sguardo approfondito alla Calabria
In Calabria la salute mentale è ormai una questione che non si può più ignorare: secondo il rapporto 2024 del Ministero della Salute, circa 470.000 calabresi convivono con un disagio psicologico o disturbi mentali “sottosoglia”, una quantità che equivale al 20‑30% della popolazione regionale. Tuttavia, solo 17.636 persone sono formalmente in carico ai Dipartimenti di Salute Mentale durante il 2023. In un anno, i pronto soccorso calabresi hanno registrato 15.407 accessi per problemi psichiatrici, ovvero più di 40 persone al giorno per sintomi che spesso riguardano ansia, depressione e sindromi nevrotiche.
Sul fronte dei servizi territoriali, si contano 164.000 prestazioni erogate in un anno, di cui 8.385 effettuate a domicilio. La rete di assistenza psichiatrica regionale è strutturata su 5 Dipartimenti di Salute Mentale, 43 centri territoriali, 22 strutture residenziali e 5 semiresidenziali, con 412 posti letto residenziali + 52 semiresidenziali (pubblico + privato).
Queste cifre mostrano che, sebbene ci sia una base infrastrutturale, la capacità complessiva non riesce a stare al passo con l’ampiezza del disagio. Sul fronte delle risorse economiche, la spesa psichiatrica territoriale nella regione si aggira intorno agli 88 milioni di euro, suddivisi in quasi 48 milioni per assistenza ambulatoriale/domiciliare, 4,6 milioni per servizi semiresidenziali, e circa 31,5 milioni per strutture residenziali. Per quanto riguarda il personale, gli operatori offerti sono 423 unità: 98 medici (di cui 41 psichiatri), 178 infermieri, 9 tecnici della riabilitazione psichiatrica, e solo 31 psicologi per tutta la regione, che equivale a uno psicologo ogni 43.000 abitanti. Un ulteriore elemento importante è la disparità di genere nei disturbi: il tasso di depressione nella popolazione femminile è quasi doppio rispetto a quello maschile (nella Calabria: 43,2 casi ogni 10.000 abitanti per le femmine vs 25,4 per i maschi) Regione Calabria, a conferma che le donne sono più vulnerabili ai disturbi affettivi, nevrotici e depressivi nella regione.