Una “Manovra” da 18 miliardi
Il governo stanzia 2,4 miliardi aggiuntivi per il Fondo sanitario

ROMA Riduzione della seconda aliquota Irpef. Adeguamento dei salari al costo della vita. Superammortamento per le imprese. Proroga dei bonus edilizi. Revisione dell’Isee per escludere la prima casa. Risorse per la sanità e per le famiglie. La prossima legge di bilancio prende forma: conterrà interventi per circa 18 miliardi, due in più rispetto a quelli previsti inizialmente, con un contributo complessivo intorno ai 4,5 miliardi in arrivo da banche e assicurazioni. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti la illustra a grandi linee in consiglio dei ministri. Ma la partita non è ancora chiusa: i singoli interventi non sono definiti e le trattative sui dossier caldi, dalle pensioni allo sforzo delle banche, sono destinate a proseguire nei prossimi giorni. Il testo finale dunque sarà sul tavolo di in un altro consiglio dei ministri, che si riunirà venerdì.
«La prospettiva è abbastanza delineata», spiega Giorgetti parlando al Forum di Coldiretti subito dopo la riunione a Palazzo Chigi. Il cdm, come trapelato alla vigilia, si limita ad un’informativa sul Documento programmatico di bilancio, sul quale pende una «scadenza perentoria», l’invio entro il 15 ottobre a Bruxelles. Venerdì si entrerà «nei particolari», spiega il titolare del Tesoro, che conferma l’impegno del governo, nell’attuale scenario di «forte incertezza», di proseguire da un lato con il sostegno al «potere di acquisto» di famiglie e imprese, dall’altro di garantire «la sostenibilità della finanza pubblica». E infatti proprio per i salari, il ministro annuncia «un incentivo forte al rinnovo dei contratti». Per sciogliere gli ultimi nodi determinante sarà l’esito della trattativa con le banche. L’ultima ipotesi, che prevede la riduzione dell’aliquota sulle somme messe a riserva per evitare la vecchia tassa sugli extraprofitti, non avrebbe incontrato il favore degli istituti. Dal comitato esecutivo dell’Abi, riunito ieri sera, è arrivato l’ok all’unanimità a «proseguire in via straordinaria nei contributi poliennali», nella «stessa logica concordata lo scorso anno»: quindi nel solco dell’intervento sulle Dta, respingendo ipotesi di tassazioni straordinarie. Una presa di posizione che risuona anche in Borsa, dove i titoli del comparto si muovono deboli per tutta la seduta. L’indicazione che emerge dal consiglio dei ministri quantifica in circa 4,5 miliardi il possibile contributo in arrivo dalle banche e delle assicurazioni: ma la trattativa, secondo le fonti, non sarebbe comunque ancora chiusa.
Le partite da definire sono anche relative alle singole misure. Se sull’Irpef il comunicato del Mef non fa cenno alla fascia di reddito coinvolta dal taglio dei due punti della seconda aliquota Irpef (lo scaglione arriva a 50mila, ma Forza Italia spinge per portarlo a 60mila), su rottamazione e pensioni il Mef si limita a chiarire che in manovra «saranno definite anche le iniziative di pacificazione fiscale rivolte ai contribuenti e quelle sulle pensioni (aspettativa di vita)». La pace fiscale, secondo fonti di governo, riguarderà tutto il 2023, escludendo coloro che non hanno mai presentato la dichiarazione dei redditi. Indicazioni su cui la Lega fa trapelare la propria soddisfazione. Anche se sul tema gli alleati a taccuini chiusi non nascondono i propri dubbi. Sarà comunque sicuramente light e dovrebbe prevedere un acconto di ingresso.
Per quanto riguarda gli altri capitoli, si va dai 2,4 miliardi per la sanità ai 2 miliardi per adeguare i salari al costo della vita. Per le famiglie ci sono misure per 3,5 miliardi in tre anni, compresa la rimodulazione dell’Isee intervenendo sul valore della casa. Per le imprese 4 miliardi in tre anni con il ritorno del superammortamento (recependo una proposta di Azione: «finalmente si ripristina Industria 4.0 così com’era», plaude Carlo Calenda), il credito imposta per le Zes e la Nuova Sabatini. Arriva anche, con la soddisfazione di Forza Italia («una nostra battaglia») il rinvio della plastic tax, sospesa insieme alla sugar tax per tutto il 2026.
Focus sulla sanità
Per quanto riguarda più specificatamente la sanità, per il 2026 il Fondo nazionale dovrebbe essere incrementato di ulteriori 2,4 miliardi di euro, che si sommano ai 3,7 miliardi già previsti dalla manovra dello scorso anno. In totale, quindi, la sanità potrà contare su 6 miliardi in più il prossimo anno. Un trend di crescita che dovrebbe proseguire anche negli anni successivi, con ulteriori aumenti: +2,65 miliardi per il biennio 2027-2028 (che andranno anche qui a sommarsi a quanto già previsto nella precedente manovra). Le nuove risorse saranno indirizzate a diversi ambiti. Una prima destinazione (700 mln per il 2026 ma forse potrebbero essere meno alla fine) riguarda il potenziamento della prevenzione, con l’aumento della quota del Fondo per lo sviluppo della prevenzione sanitaria dal 5% al 5,5%. L’obiettivo è rafforzare i programmi di screening già esistenti, come quelli per la mammella, l’utero e il colon, e introdurne uno nuovo dedicato al tumore del polmone. Una parte consistente della manovra andrà poi a finanziare il piano straordinario di assunzioni nel Servizio sanitario nazionale. Un piano annunciato lo scorso anno ma rimasto finora sulla carta per mancanza di fondi: previste 20 mila assunzioni in tre anni. Nel 2026 si prevede l’assunzione di circa 1.500 dirigenti sanitari e 5.000 professionisti (soprattutto infermieri) del ruolo sanitario non dirigente. Sul fronte delle retribuzioni, la manovra interviene su diverse indennità per il personale. Quella di specificità sarà incrementata per un totale di 180 milioni rispettivamente all’anno per il triennio 2026-2028: 60 milioni per i medici, ai quali dovrebbe corrispondere un aumento mensile lordo medio di 220 euro, e 120 milioni per gli infermieri, con un incremento stimato di circa 110 euro lordi al mese. Previsto anche un aumento dell’indennità di esclusività, pari a 110 milioni: 100 milioni destinati alla dirigenza medica e veterinaria e 10 milioni alla dirigenza sanitaria. Gli aumenti, in questo caso, variano in base all’anzianità e agli incarichi, partendo da circa 246 euro annui lordi fino ad arrivare a 1.825 euro per il personale con incarichi apicali. Per i dirigenti sanitari non medici, l’incremento dell’indennità di specificità sarà di circa 30 euro lordi mensili. Cresce anche l’indennità di tutela del malato e per la promozione della salute, che nel 2026 arriverà a una dotazione complessiva di 300 milioni, con un aumento stimato di circa 130 euro lordi al mese rispetto al 2025. Previsto anche l’innalzamento del tetto di spesa per la farmaceutica dello 0,5%.
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