Il primo novembre a Cosenza le nazionali under 18 di rugby di Italia e Irlanda
Falcomatà invita il ct Gattuso a considerare il “Granillo” che ha le credenziali per ospitare il grande calcio

Nella Calabria, ultima regione per partecipazione sportiva d’Italia nella recente classifica Eurispes (al contrario di Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige che, nonostante una bassa densità di società sportive, registrano tassi di partecipazione più alti della nostra regione) Cosenza il prossimo primo novembre si veste a festa preparando fiumi di birra scura per il terzo tempo che nella locale Club House saluterà il test match di rugby under 18 tra gli azzurri italiani e i coetanei irlandesi allo stadio Macrì situato a fianco del Marulla. Una partita di spettacolo e grande interesse tecnico che vedrà scendere in campo dei futuri protagonisti del blasonato Torneo 6 nazioni in cui da qualche tempo l’Italia è stata ammessa.
Era dal 2019 che una Nazionale di rugby non giocava sotto il Meridione, visto che l’ultima partita era stata una partita ufficiale del 6 Nazioni femminile contro il Galles giocata a Lecce.
Entusiasmo del presidente della Federazione italiana rugby, Andrea Duodo, che alla vigilia della partita ha dichiarato: «L’amore che tutti noi condividiamo per la maglia azzurra è un indiscusso elemento aggregativo e non vediamo l’ora di lavorare con la delegazione calabrese e le nostre affiliate locali per offrire un grande pomeriggio di sport e divertimento capace di generare attenzione e entusiasmo verso il nostro sport».

Un bel gesto politico quello della federazione dare attenzione ad un’area geografica non certo centrale di uno sport molto in crescita in Italia per partecipazione agonistica e attenzione degli spettatori. I meriti dell’operazione calabrese vanno certamente condivisi con l’avvocato Enzo Paolini, dirigente nazionale molto rispettato nella Federazione e che da giovane ha vestito la gloriosa maglia dell’Algida Roma insieme a quel Ciccio Pompeo Macrì cui è intitolato l’impianto dove giocherà la Nazionale di rugby.
Un bel momento di promozione per uno sport di tradizione apparso in Calabria attorno agli anni Settanta e che in passato ha visto Reggio Calabria in serie A e Cosenza e Rende in serie B. I talenti locali che non mancano nell’ovale locale come accade ad altre professioni spesso si trasferiscono in altre parti d’Italia o addirittura all’estero. Non mancano però micro realtà interessanti per i risultati sociali più che agonistici. E’ il caso della società “Spirito Santo” nata in una scuola di Cosenza che lavora molto bene sull’integrazione e il riscatto di ragazze e ragazzi che provengono da famiglie difficili e che “giocando” a rugby trovano un nuovo orizzonte rispetto alle realtà controverse che devono affrontare nel quotidiano.
Ci saranno anche loro al Macrì alle 14,30 il primo novembre a guardare i campioni di Italia-Irlanda.
E a proposito di Nazionale, tiene banco quella del più popolare calcio che come è noto ha un Commissario tecnico calabresissimo come Rino Gattuso, il quale prima della partita con Israele ha affermato che giocherebbe molto volentieri a Reggio Calabria o a Cosenza se ci fossero le autorizzazioni necessarie previsti per incontri del caso. Sul punto è arrivata la garbata puntualizzazione a Gattuso del sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, sui requisiti ormai aggiudicati dallo stadio Granillo. Cosenza invece ha taciuto. A Reggio la Nazionale di calcio ha giocato l’ultima vota nel 2000 contro il Portogallo, a Cosenza la maglia azzurra si vide nel lontano 1967 (era un primo novembre anche quella volta) contro Cipro e in campo giocavano Riva, Mazzola, Rivera.
Far giocare la Nazionale in Calabria ora che Gattuso siede in panchina sarebbe certamente adatto. Se non ora quando? (redazione@corrierecal.it)
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