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DAL LABORATORIO AL CAOS

Strappi, sconfitte, siluramenti. Così è imploso il campo largo a Cosenza

La rottura Caruso-Incarnato certifica la diaspora socialista. Centrosinistra in cerca di identità tra 5Stelle indeboliti e Pd assente (ma lunedì c’è la direzione provinciale)

Pubblicato il: 23/10/2025 – 6:49
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Strappi, sconfitte, siluramenti. Così è imploso il campo largo a Cosenza

COSENZA Doveva essere la “remuntada” dell’onda socialista spinta dalle vittorie primaverili di Principe, Aieta e Perrotta e invece, almeno a Cosenza, il garofano che doveva federare il campo largo è appassito nel giro di cinque mesi: da ultime, le Regionali hanno certificato l’implosione del centrosinistra a guida Caruso.
A caldo abbiamo scritto che il Pd non esprime consiglieri nell’area urbana mentre l’unico eletto è un assessore, De Cicco, non organico ai partiti di centrosinistra e non soprattutto con esperienze nelle giunte di segno opposto: e così il campo largo che esattamente 4 anni fa – Franz fu eletto il 18 ottobre 2021 – rendeva Cosenza un laboratorio non solo regionale ma a cui guardare anche a livello nazionale, avamposto progressista a fronte di una generalizzata crescita del centrodestra meloniano, oggi si sfarina tra sconfitte, appunto, ma anche siluramenti e strappi non meno dolorosi: l’ultimo, eccellente, è quello del sindaco proprio con quel Luigi Incarnato a braccetto del quale l’avvocato varcò da vincitore la soglia di Palazzo dei Bruzi in quel pomeriggio assolato di metà ottobre.

Socialisti divisi, grillini deboli e Pd in stand-by

Una spaccatura interna ai socialisti che assume i toni di una diaspora se si pensa che attualmente, in vista del voto amministrativo, c’è anche la candidatura a sindaco di Giacomo Mancini sul tavolo. Una ipotesi sulla quale lo stesso Caruso, intervistato la settimana scorsa dal direttore del Corriere della Calabria ha risposto in maniera affilata: «Occorrerebbe domandare a Scopelliti se si sente tradito da un suo assessore transitato nelle fila del centrosinistra» (in realtà prima del passaggio nel centrodestra in Regione, Mancini jr aveva militato per anni nella Rosa nel Pugno).
L’altra “gamba” del tavolo largo, quella Cinque Stelle, nel frattempo è altrettanto malferma, se si pensa alle performance dei due assessori grillini (Buffone e Battaglia) rimasti fuori da Palazzo Campanella.
E il Pd? Lunedì prossimo è in programma la direzione provinciale in vista di quella regionale di venerdì 31, ma c’è da scommettere che la prossima occasione pubblica dei dem bruzi potrebbe trasformarsi nell’ennesima resa dei conti interna per un partito che a queste latitudini sembra non avere pace.  
In questa latitanza dei grandi partiti potrebbero trovare largo i movimenti civici e i delusi della sinistra ufficiale e governativa, che in questi giorni stanno incrementando gli incontri in vista di un nome su cui puntare: se non sarà l’ennesimo “federatore” di un’area che da anni non esprime un consigliere comunale, potrebbe essere un homo novus (o una donna) radicato sul territorio per militanza e battaglie condotte nella carne viva della città, sia essa la sanità o l’emergenza casa o l’ambiente. Gli identikit iniziano a circolare: il cammino è lungo ma un anno e mezzo in politica è un attimo. (EFur)

Nella foto Caruso e Incarnato (tra loro l’ex sindaco di Cassano, Gianni Papasso) la scorsa primavera a Napoli per il congresso nazionale del Psi (foto da fb)

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