«Ce ne vogliono portate due». Il sistema delle estorsioni a Cosenza e il doppio avvertimento
Chi indaga intercetta «un tentativo di estorsione con anche della benzina». In aula, i dettagli dell’attività investigativa

COSENZA Incontri nella propria abitazione e all’esterno lontano da occhi indiscreti. La figura di Francesco Patitucci, ritenuto al vertice della presunta Confederazione di ‘ndrangheta Cosentina, è tra quelle al centro di una delle ultime udienze del processo “Recovery“: scaturito dalla omonima inchiesta coordinata dalla Dda di Catanzaro e considerata una costola di “Reset“. A riferire i dettagli dell’attività investigativa è Rocco Silvestri, ispettore Capo della Polizia di Stato in servizio alla squadra mobile di Cosenza chiamato a testimoniare in Corte d’Assise a Cosenza.
Il denaro e i discorsi sotto voce
Nel passare in rassegna gli strumenti utilizzati per le indagini, Silvestri cita una serie di intercettazioni utili a chi indaga per accertare le dinamiche criminali perpetrate – questa l’accusa – dai soggetti coinvolti nell’inchiesta. In una captazione, ad esempio, «parlano di varie questioni legate alla gestione della consorteria criminale e poi in un certo momento in cui sicuramente Patitucci sta dando dei soldi, i due parlano molto sotto voce e in più fanno molta attenzione e ci sono le immagini che si vedono dalla nostra telecamera che avevamo posizionato». Gli interlocutori, Francesco Patitucci e Michele di Puppo cercano di mascherare il dialogo, avvicinando la bocca all’orecchio per riferire dettagli relativi a del denaro.
Gli incontri
Gli investigatori registrano una serie di incontri, uno in particolare viene monitorato nel giorno in cui si verificherà un furto con spaccata all’armeria Diana Sport di Cosenza. Nel corso di questa spaccata (avviene con l’utilizzo di una autovettura come ariete) vengono portate via diverse armi. I malviventi hanno utilizzato «un’autovettura rubata» per «spaccare la vetrata» ed entrare all’interno del negozio. Questo avviene la notte tra il 29 e il 30 gennaio 2021. Il 30 gennaio, alle 15:56, con il telefono in uso a Patitucci «c’è una telefonata, contatta Antonio Illuminato dicendogli: “alle quattro mi fai passare Carlo», indicando un noto bar cosentino. Datata 20 dicembre 2020 è una conversazione che vede protagonisti Antonio Illuminato e Patitucci, questa volta i due si vedono a casa del boss cosentino e «iniziano a parlare del più e del meno, parlano un attimo della gestione del gruppo, parlano di cestini, di soldi». Prima di andare via, Illuminato si rivolge a Patitucci: «compà Frà me ne vado così adesso vado, prima faccio queste commissioni e poi gli scendo il cestino al mare». E Patitucci risponde: «e gli dici a Pinuzzo che se li deve venire a prendere». Su tale “Pinuzzo” il pm chiede lumi al testimone. Che identifica l’uomo in Giuseppe Calabria.
Il sistema della bottiglietta
Patitucci e Illuminato, il 20 gennaio 2021, sono protagonisti di un’altra conversazione intercettata. Dice Silvestri: «In questo caso parlano di estorsioni e la nostra interpretazione è che sicuramente c’era in atto un tentativo di estorsione con anche della benzina e che ci fosse di mezzo un tale Pietro, loro sodale». Patitucci risponde: «ce ne vogliono portate due». Il pm chiede lumi al teste che illustra i meccanismi del “sistema”. «Portavano prima una bottiglia con della benzina oppure dei proiettili e se non arriva il contatto ovvero, il referente, l’imprenditore che aveva trovato questa minaccia si doveva rivolgere a un loro referente e (…) attendevano l’arrivo di questo contatto, se non ci fosse stato c’era un secondo avvertimento...». (f.b.)
Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato