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Blu Notte

‘Ndrangheta, i Bellocco nel mirino di un drone degli “scissionisti”. «Visto che calibro 9 gli ho puntato?»

E scatta quasi la rissa dopo che Palaia, per scherzo, punta la pistola al sodale. «Non girare più la canna verso di me che ti scasso la testa…»

Pubblicato il: 12/11/2025 – 19:07
di Giorgio Curcio
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‘Ndrangheta, i Bellocco nel mirino di un drone degli “scissionisti”. «Visto che calibro 9 gli ho puntato?»

LAMEZIA TERME Una chiara fotografia dell’organizzazione della cosca Bellocco: da una parte la leadership di Umberto (cl. ’83) quale «capo reggente», dall’altra le istanze autonomiste del gruppo, definito simbolicamente “degli scissionisti”. È quella idealmente scatta dagli inquirenti della Dda di Reggio Calabria grazie ad una conversazione intercettata dagli inquirenti, ma non solo. Ci sono anche due episodi delittuosi molto significativi: nel primo Francesco Benito Palaia esibisce una pistola calibro 9 che, in precedenza, aveva puntato all’indirizzo di un drone mentre nel secondo, invece, i presenti ricordano un danneggiamento effettuato a colpi di fucile mitragliatore da Sante Restuccia “Il Secco”, fratello dello scissionista Rocco Restuccia, insieme a Giovanni Nocera – condannato a 12 anni e 2 mesi – Enrico Condoleo – condannato a 10 anni e 6 mesi – e Antonio Restuccia – 12 anni e 5 mesi di condanna – avevano partecipato con la funzione di pali.  

Blu notte

Dettagli di assoluto rilievo per il gup del Tribunale di Reggio Calabria, Margherita Berardi, perché – come si legge nelle motivazioni del processo Blu Notte – forniscono punti cruciale per la definizione armata del gruppo capeggiato proprio da Umberto Bellocco, colpito da una dura condanna, tra cui i vent’anni di carcere inflitti a lui e a Francesco Benito Palaia, suo cognato.

La “furia” del Secco

«Al “Secco” una volta lo abbiamo mandato a fare un azione» «(…) minchia sembrava lui… sembrava nel far west… gli ho dovuto dire io allora… fermati sali sulla macchina e andiamo via… mancava poco e gli menava anche con la cosa… eh cornuto…» «il mitra gli stava lanciando…» «Sono finiti i colpi e voleva lanciargli il coso…». Così nel dialogo intercettato parlavano Giovanni Nucera e Antonio Restuccia a proposito di Sante Restuccia. Gli accertamenti della polizia giudiziaria – come riportato ancora nelle motivazioni della sentenza – hanno consentito di appurare che Sante Restuccia è, in effetti, cugino di Giovanni Nocera. I due sono figli di due sorelle, Maria Concetta e Ornella Napoli. Inoltre, dagli accertamenti condotti, risulta ancora che Sante Restuccia all’epoca dei fatti soffriva di obesità ed è quindi verosimile che «il soprannome assegnatogli fosse sarcastico».

Il drone degli scissionisti, la calibro 9 di Palaia

C’è poi l’episodio del drone. Dal prosieguo del dialogo, infatti, è emerso che Francesco Benito Palaia avesse puntato una pistola calibro 9 contro un drone che gli sarebbe stato inviato proprio dai cosiddetti scissionisti. A descrivere meglio la scena è ancora Palaia. Ai presenti racconta di essersi trovato dietro ad una tenda, anche se i presenti lo prendono in giro, con Rocco Stilo fra tutti che sminuisce l’episodio, dicendo che la pistola in questione era a salve. «Hai visto che calibro 9 che ti ho puntato al drone?» «Eh, imbroglione! Imbroglione, è a salve». Allora – come riportato ancora dal gup nelle motivazioni – Palaia per non darsi di perdita e smentire in qualche modo il socio, prende l’arma per mostrarla ai presenti, sempre a portata di mano «nel caso fossero arrivati esponenti del gruppo vicino ad Antonio Barrese» ovvero gli scissionisti. Poi, però, la situazione rischia di precipitare improvvisamente. Francesco Benito Palaia punta l’arma contro Giovanni Nocera, fingendo proprio di rivolgersi ad uno degli scissionisti, ma quest’ultimo non la prende benissimo. E al «ti faccio nuovo, nuovo ti faccio…» reagisce allarmato e infastidito. «O storto di merda che ti sfondo il culo adesso… non girare più la canna verso di me che ti scasso la testa…».
Insomma, lo scherzo rischioso aveva surriscaldato il clima fra i sodali ma, ancor di più, per gli inquirenti è chiarissimo che Palaia avesse in mano una calibro 9, tant’è che dopo l’episodio Enrico Condoleo chiede di poterla vedere meglio, facendo poi notare a Palaia quanto l’arma, forse, fosse un po’ datata. «(…) cosa c’entra tu non ti preoccupare che fa il suo dovere…», gli fa eco Palaia. (g.curcio@corrierecal.it)

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