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“manovre di palazzo”

Consiglio regionale, il “risiko” delle Commissioni. La maggioranza apre il dossier presidenze

Prime trattative nel centrodestra. Le ipotesi in campo. Forza Italia-Op dovrebbe fare la “parte del leone” ma gli alleati pressano. Vigilanza all’opposizione?

Pubblicato il: 17/11/2025 – 17:05
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Consiglio regionale, il “risiko” delle Commissioni. La maggioranza apre il dossier presidenze

LAMEZA TERME Il “risiko” delle Commissioni. Come anticipato nei giorni scorsi dal Corriere della Calabria, la maggioranza di centrodestra che governa la Regione con il presidente Roberto Occhiuto ha aperto il “dossier” delle presidenze. Si tratta dell’ultimo passaggio per così dire “politico” necessario a “imbullonare” gli equilibri della coalizione dopo la formazione della Giunta e la composizione dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, e in attesa di procedere con l’annunciato ampliamento della squadra di governo a 9 assessori, programmato nel 2026. Al momento com’è ovvio i ragionamenti nel centrodestra sono ancora e comprensibilmente embrionali, per quanto riguarda le presidenze di Commissione, che – si ricordano – sono in totale otto, sei permanenti e due – Anti-‘ndrangheta e Vigilanza – speciali.

Le trattative

La quadratura del cerchio per quanto riguarda la maggioranza non è naturalmente facilissima. Il primo dato da tenere conto riguarda proprio la Vigilanza, casella che per prassi consolidata (anche se di recente “saltata”) viene lasciata all’opposizione, nella fattispecie il centrosinistra. Secondo quanto riferiscono fonti del centrodestra, la prassi potrebbe in realtà stavolta essere seguita, alla luce della “linea” tracciata dal governatore Occhiuto “a caldo” nel suo primo commento dopo il trionfo delle Regionali, quando aveva manifestato la sua intenzione di “pacificare” il quadro politico: e in questa direzione  spiega più di un osservatore politico – andrebbe inquadrato anche l’”onore delle armi” che lo stesso Occhiuto ha concesso al suo competitor Pasquale Tridico nella seduta di insediamento del Consiglio regionale, un passaggio interpretato anche come una “apertura” alla minoranza. Se la Vigilanza dunque dovesse andare al centrosinistra, resterebbero a disposizione della maggioranza sette presidenze, a fronte degli undici consiglieri regionali – tra eletti in prima battura e supplenti – al momento ancora senza ruoli politici e istituzionali. Si vocifera di una regola non scritta per la quale i supplenti non dovrebbero avere ruoli istituzionali, ma non è detto che sia così e che comunque sarà così. Ovviamente, non mancano le pretese. Posto che la “parte del leone” spetterà comunque a Forza Italia-Occhiuto presidente, i “bene informati” sostengono che Fratelli d’Italia avrebbe già avanzato la richiesta di due presidenze di Commissione, in modo da averne comunque una sicuramente e anche di peso (in questo mondo potrebbe rientrare nei giochi anche Filippo Pietropaolo). Anche la Lega dovrebbe avere una postazione: si parla della riconferma della guida della Riforme con Orlandino Greco, e potrebbe esserci spazio anche per Noi Moderati (che punterebbe comunque in via prioritaria a un ruolo in Giunta). Forza Italia sicuramente ambisce alla guida della terza Commissione, la sanità, non fosse altro per una sorta di continuità con il ruolo di Occhiuto quale commissario ad acta, come del resto è avvenuto nella passata legislatura. Agli azzurri – si dice poi da ambienti qualificati – potrebbe andare anche la seconda Commissione, quella Bilancio, commissione strategica per comprensibili motivi: il nome accreditato qui è quello di Sergio Ferrari. Rosaria Succurro (Op) – dicono sempre fonti qualificate – potrebbe guidare la prima Commissione, Affari generali e istituzionali, una presidenza dovrebbe andare a Marco Polimeni (Fi), per l’Anti-‘ndrangheta si fa il nome di Emanuele Ionà (Op). Si vedrà. Ovviamente le trattative, destinate a entrare nel vivo nei prossimi giorni, potranno disegnare una nuova “geografia”: l’obiettivo del centrodestra comunque è quello di chiudere anche il dossier Commissioni entro una decina di giorni, evitando le lungaggini che invece hanno contrappuntato il passato. (a. c.)

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