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verso le elezioni

Vibo, caos per le provinciali: il centrodestra rinuncia, il centrosinistra litiga

Il 12 dicembre si vota per il rinnovo del Consiglio. FI, FdI, Lega e Noi Moderati si tirano indietro. Udc va da solo. Nel campo largo scontro Soriano-Tucci

Pubblicato il: 22/11/2025 – 14:31
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Vibo, caos per le provinciali: il centrodestra rinuncia, il centrosinistra litiga

VIBO VALENTIA Saranno delle elezioni provinciali a metà quelle del prossimo 12 dicembre, indette dal presidente Corrado L’Andolina per il rinnovo del Consiglio decaduto dopo le dimissioni di 7 consiglieri lo scorso 14 ottobre. Una protesta che aveva l’intenzione di portare il sindaco di Zambrone alla rinuncia “forzata” dell’incarico, ormai da mesi uomo solo e isolato (politicamente) alla guida di Palazzo ex Enel. «Io non mollo» aveva detto subito dopo ai microfoni dei giornalisti, continuando il braccio di ferro con i partiti del territorio. Lo ha dimostrato convocando, a pochi mesi dalla scadenza naturale del mandato che avverrà a febbraio, le elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale per il 12 dicembre. Ma sarà una tornata elettorale “monca”, perché in virtù della protesta contro il presidente della Provincia il centrodestra ha deciso di non presentare proprie liste.

Il centrodestra rinuncia

«Ci siamo dimessi poche settimane fa, nulla è mutato da allora: il presidente delegittimato da tutti è ancora lì. Tornare indietro significherebbe tradire noi stessi e chi ha creduto nel nostro impegno» ha scritto Forza Italia, annunciando la rinuncia a presentare le liste. Una scelta condivisa dalla Lega e (all’ultimo momento) da Fratelli d’Italia. «Abbiamo deciso – si legge in una nota del coordinatore provinciale Pasquale La Gamba – di non prendere parte a un’elezione che appare finalizzata unicamente a soddisfare la volontà di un presidente che ha tradito lo spirito di chiarezza e correttezza che dovrebbe guidare amministratori e rappresentanti istituzionali». Anche Noi Moderati sarà assente, come conferma in una nota in cui rivendica la paternità di questa scelta: «Siamo stati i primi a dichiarare apertamente l’inutilità di questa tornata elettorale, resa irrilevante dalla legge Del Rio». Noi Moderati sottolinea che «non si tratta di disimpegno, ma di un gesto politico responsabile per non legittimare un impianto che tradisce la rappresentanza, mortifica gli enti locali e priva i cittadini del diritto di scegliere i propri amministratori». Decisione opposta per l’Udc che ha ha presentato la lista denominata “Provincia e territorio”, come conferma il segretario provinciale Stefano Luciano: «Abbiamo raccolto, ai fini della presentazione della lista, le firme di oltre quaranta tra consiglieri comunali e sindaci della Provincia di Vibo Valentia» afferma, per poi criticare la scelta di non partecipare alle elezioni: «In un momento in cui la politica soffre una grande crisi di credibilità, occorre mobilitarsi per essere presenti come punto di riferimento dei cittadini che sono stanchi delle solite dinamiche autoreferenziali che non producono risultati tangibili sullo sviluppo ed il progresso della nostra Provincia».

Il centrosinistra: scontro Soriano-Tucci

Sarà della partita anche il centrosinistra, con Partito democratico, Movimento 5 Stelle e Avs che si presentano insieme, nonostante gli scontri degli ultimi giorni. Tutto partito dalla proposta della consigliera comunale di Zambrone Mariella Epifano, ripresa dall’assessore del capoluogo Stefano Soriano, di rinunciare come il centrodestra alla partecipazione al fine di «dare un segnale che dobbiamo trasformare in una battaglia nazionale». «Questa legge elettorale delle Province – ha aggiunto Soriano – è sbagliata, ingiusta, costruita su equilibri che mortificano la rappresentanza e allontanano i territori dalle istituzioni. Scegliere di non presentare liste significa denunciare apertamente un sistema che non funziona e che va cambiato». Anche l’ex consigliere regionale ed esponente Avs Antonio Lo Schiavo aveva rilanciato ieri l’appello: «Il paradosso è lampante: il Presidente della Provincia rimane in carica indipendentemente dalla maggioranza che si formerà. A cosa serve votare se l’esito non produce alcun cambiamento? È un rituale vuoto, una finzione che perpetua logiche di potere autoreferenziali. Disertare queste elezioni non è disimpegno, ma la più chiara denuncia di un sistema inaccettabile». Di tutt’altro avviso Riccardo Tucci, deputato del M5S che ha attaccato frontalmente Stefano Soriano, invitandolo a rinunciare al suo incarico da assessore se non condivide la decisione presa dalla coalizione. «Sono contento – ha detto – che la segreteria del Pd si sia dimostrata più lungimirante di lui perché questa è una situazione di debolezza del centrodestra nella quale finalmente noi ci stiamo dimostrando compatti e coesi. Peccato che Soriano sembri un bambino capriccioso che prende il pallone e lo porta via perché non gli piace il giocatore in campo». Insomma, coalizione (all’apparenza) compatta ma clima teso all’interno. Tutti, però, concordi sulla necessità di riformare la legge sulle province. (ma.ru.)

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