Calderoli: «L’Autonomia aiuterà le Regioni»
«In Protezione civile i presidenti potranno emanare ordinanze senza aspettare lo Stato»

ROMA Roberto Calderoli, ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, ha appena dato un colpo di acceleratore al grande sogno leghista dell’autonomia differenziata. Quattro accordi preliminari con altrettante Regioni del Nord – Veneto, Lombardia, Piemonte e Liguria – su materie precise: Protezione civile, previdenza complementare, professioni, e coordinamento della finanza pubblica in ambito sanitario. “Abbiamo trattato per un anno con le Regioni – racconta il ministro a La Verità – . Otto ministeri coinvolti, più il dipartimento della Protezione civile. Siamo arrivati a un testo che accontenta molti e scontenta pochi”. Quanto agli alleati: “C’è stato un vertice di maggioranza con tutti i leader. Giorgia Meloni ha condiviso i contenuti e il metodo. I governatori hanno preteso un’autorizzazione specifica del premier, e questa delega si e’ materializzata una settimana fa. E poi abbiamo firmato. Avendo un testo in mano, potro’ portare questo schema di intesa in Consiglio dei ministri entro dicembre”.
E intanto “lancerò un appello a tutti i governatori, soprattutto quelli che saranno neo-eletti, e gli dirò: studiate bene questa opportunità. Per alcune Regioni del Mezzogiorno la pre-intesa sarebbe un bel passo in avanti. Si è fatto un gran parlare per slogan intorno all’autonomia differenziata, e poco si è parlato dei contenuti”. Il ministro spiega cosa cambia sulla Protezione civile con queste pre-intese: “In caso di evento catastrofico, invece di aspettare per mesi che lo Stato dichiari una Regione in emergenza nazionale, il presidente di Regione potrà emanare una prima ordinanza. E potrà affrontare gli eventi con maggiore tempestività. Fa comodo a tutti, sia in Calabria che in Lombardia”. Nelle pre-intese è finita anche la gestione della sanità: “Ci sono troppi parametri a livello nazionale che mettono un tetto alla spesa farmaceutica, ai gas medicali, al personale, alla medicina convenzionata. Alcune Regioni hanno degli avanzi economici ma non riescono a spenderli. Con queste intese concediamo autonomia nella gestione di alcune spese sanitarie, senza far pagare un euro in più allo Stato. E’ l’unico strumento – aggiunge – con cui si potrà concretamente affrontare il tema delle liste d’attesa”.
Grandi proteste arrivano dal centrosinistra e dai sindacati. Dicono che prima di muoversi sull’autonomia bisogna fissare il livelli minimi che lo Stato deve garantire su tutto il territorio nazionale. Altrimenti si spacca il Paese: “Se uno non capisce ciò che è stabilito per legge, non so cosa farci. Nove materie sono già cedibili alle Regioni e si può procedere tranquillamente”. La Consulta non ha smontato la legge, “al contrario ha confermato l’intero impianto. Di più: ha detto che possiamo procedere anche sulla sanità”. Il cammino dei cosiddetti Lep sembra davvero accidentato: “Mercoledì prossimo inizierà l’incardinamento della legge delega per la definizione dei Lep. Io dico di partire intanto con le pre-intese, dove possibile. Poi, strada facendo, procederemo anche con le altre materie”. In merito, infine, ai tempi: “Gli obiettivi di legislatura sono questi: la conferma delle pre intese con le Regioni che ci stanno, e la definizione dei Lep. Durante il cammino parlamentare, che durerà almeno un anno, si potrà andare avanti a negoziare una parte delle materie coinvolte” conclude Calderoli.