Regione, i dilemmi del centrosinistra e la bonaccia della maggioranza di Occhiuto
Non è di sicuro un bel momento per il centrosinistra calabrese uscito con le ossa rotte dall’ultima tornata elettorale

Pasquale Tridico che annuncia di lasciare il Consiglio regionale mentre Giuseppe Falcomatà, entrato in Consiglio regionale non senza qualche patema, da sindaco in uscita di Reggio Calabria indossa i panni del giamburrasca per seminare scompiglio tra le fila del Pd in una contesa affidata da oggi al senatore Alessandro Alfieri, con alle spalle trascorsi da diplomatico. Non è di sicuro un bel momento per il centrosinistra calabrese uscito con le ossa rotte dall’ultima tornata elettorale nella regione che ha aperto la strada al secondo mandato presidenziale di Roberto Occhiuto. Quanto, però, in questo contesto apparentemente così poco confortante possa servire a ricostruire un’opposizione, che allo stato appare in cerca d’autore, il grido di battaglia dell’europarlamentare del Movimento 5 stelle intestatosi la sfida contro il centrodestra a trazione azzurra, lo vedremo nei mesi a seguire. E ragionevole ipotizzare comunque che molto dipenderà dalla scelta personale che l’europarlamentare in trasferta dovrà compiere tra occupare i banchi di Palazzo San Giorgio per dare prospettiva all’opposizione a Occhiuto o mantenere, come appare scontato, il seggio nell’assemblea elettiva dei 27. In questo scenario, per completezza, si inserisce quella che alcuni osservatori non del tutto disinteressati definiscono come la bonaccia del centrodestra.
Condizione che, come accade spesso in circostanze analoghe, potrebbe dare luogo ad una futura tempesta. In particolare, secondo quanto è possibile percepire parlando con alcuni esponenti della coalizione vincente, c’è una certa qual insofferenza verso lo strapotere del governatore che dopo avere fatto incetta di voti nelle urne ha replicato con altrettanta voracità anche in ambito di governo e sottogoverno regionale. Come, però, questa presunta insofferenza si tradurrà in azioni e scelte concrete in grado di condizionare è tuttavia da valutare.
Intanto, dopo la seduta di insediamento del Consiglio regionale calabrese, l’economista ed ex presidente Inps che pure ha spronato i suoi a ripartire dal 42% (“non è un fallimento ma un punto di partenza”, ha detto) in queste ore ha sciolto la riserva scegliendo Bruxelles, benché ci fossero pochi dubbi sulla sua volontà. In pochissimi credevano però che volesse davvero proseguire nell’agone regionale alle prese con le convulsioni generate dal risultato elettorale di ottobre. In ogni caso i giorni a venire saranno decisivi per capire la reale corrispondenza tra le parole di stima e di sostegno spese in campagna elettorale nei suoi confronti e la tenuta futura di una coalizione, il campo larghissimo, che comunque in Calabria pur perdendo non ha del tutto sfigurato.
E il Pd? Beh anche dalle parti dei dem, come anticipavamo sopra, non difettano le fibrillazioni. L’ultima e densa di incognite è quella che ha come protagonista principale il sindaco di Reggio Calabria, Falcomatà appunto, minacciato di espulsione dopo il blitz che ha portato alla sostituzione di assessori e, financo, all’arruolamento di una storica esponente di Forza Italia sua acerrima oppositrice a Palazzo San Giorgio. Trambusti che, facilmente, tra minacce di fatwa e tentativi di indurre il sindaco-consigliere regionale a più miti consigli, sfoceranno in nuovi equilibri interni in grado di monopolizzare e orientare le scelte future di quello che rimane comunque il primo partito d’opposizione. Il mancato sostegno nella campagna elettorale per le regionali lamentato dal primo cittadino di Reggio ha dato la stura ad una serie di incomprensioni che rischiano di essere pagate a caro prezzo. A questo si aggiunga anche l’endorsement di Sandro Principe non esattamente un passante o uno spettatore disinteressato. Il sindaco di Rende ed esponente di Area Riformista ha invitato la coalizione a fare del sindaco di Reggio Calabria il capo dell’opposizione in Consiglio regionale gettando ulteriore benzina sul fuoco nel perimetro dem calabrese. Insomma a confusione si aggiunge confusione. E adesso tutti a chiedersi: riuscirà l’ ‘ambasciatore’ Alfieri, mentre Falcomatà lancia qualche segnale apertura, a ricomporre la frattura intervenuta tra i dem reggini, che rischia di avere serie ripercussioni anche a livello regionale? (redazione@corrierecal.it)
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