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il grido d’allarme

«Difendere con forza l’informazione di qualità, altrimenti è a rischio la democrazia»

A Catanzaro iniziativa della “Gazzetta del Sud” in occasione della “Giornata mondiale contro la disinformazione e le fake news”. Tra gli interventi Morgante, Rizzo Nervo e Soluri

Pubblicato il: 27/11/2025 – 14:46
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«Difendere con forza l’informazione di qualità, altrimenti è a rischio la democrazia»

CATANZARO Difendere con forza e a tutti i costi l’informazione di qualità dagli attacchi di chi produce fake news indiscriminatamente, soprattutto sui social, e di chi altera il corretto accesso alle notizie comprimendo lo spirito critico degli utenti. E’ questo l’”imperativo” emerso dall’iniziativa “L’importanza di una informazione certificata e di qualità” promossa a Catanzaro dalla Gazzetta del Sud in occasione della “Giornata mondiale contro la disinformazione e le fake news”. Una riflessione ad ampio spettro affidata a operatori del giornalismo, a rappresentanti istituzionali e del mondo economico, sociale e culturale e delle professioni. In generale, il confronto è servito a lanciare un grido d’allarme ma anche alcune proposte per affrontare un’emergenza che è anzitutto sociale.

Gli interventi

A tracciare la linea anzitutto il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Calabria, Giuseppe Soluri: «La disinformazione – ha esordito Soluri – si contrasta semplicemente affidandosi intanto a testate giornalistiche che abbiano una loro storia e una loro credibilità Purtroppo nell’attuale quadro generale spesso si confonde la notizia con quello che passa sui vari social. Tutto questo determina una grande confusione nell’utente e un degrado oggettivo. Oggi, la quantità di informazioni che raggiunge gli utenti è tale da rendere ancora più difficile separare il vero dal falso. Il giornalista può difendersi solo restando ancorato ai principi della professione, e con la qualità del proprio lavoro e della propria professionalità. Non esistono scorciatoie». Per Lino Morgante, presidente della Ses (Società Editrice Sud), «la domanda importante è: quanto costa l’informazione di qualità, che significa rispettare contratti e regole? Se rispondiamo a questa domanda, saremo sulla strada giusta. La qualità ha un costo, non possiamo regalare tutto alla rete, serve investire nell’informazione di qualità altrimenti è il tracollo. C’è oggettivamente un problema generale, l’informazione di qualità è sotto attacco. Dobbiamo fare una sera riflessione, se vogliamo davvero che resti in piedi il sistema dell’informazione che poi garantisce la democrazia. Oggi abbiamo troppe cose che non vanno: rischiano coloro che rispettano i contratti, coloro che fanno questo lavoro in maniera seria, c’è un furto quotidiano del lavoro prodotto dalle testate serie. Io credo – ha rimarcato Morgante – che la possibilità di un intervento legislativo ci sia: bisognerebbe fare in modo che chi usufruisce delle piattaforme illegali venga sanzionato penalmente, sulla base di una sorta di reato di ricettazione, ma ci vuole davvero la volontà perché è nell’interesse di tutti avere un’informazione di qualità certificata e avere aziende che rispettano i contratti e che garantiscono che quella informazione sia fatta da professionisti seri». Inoltre per Morgante «oggi purtroppo nessuno riesce a distinguere quale sia l’informazione di qualità rispetto ad altre piattaforme. Purtroppo prima o poi o saremo costretti a chiudere i battenti, oppure passeremo le “porcherie” con l’intelligenza artificiale. Ti piace l’informazione di qualità? Va remunerata. Poi bisogna dare più attenzione alla scuola e ai ragazzi che hanno bisogno di essere formati perché oggi per loro l’informazione viaggia solo sul telefonino». Il direttore di Gazzetta del Sud, Nino Rizzo Nervo, ha definito questo incontro «doveroso perché questo è un problema che forse sfugge a molti. C’è un rischio vero di disinformazione e in questo periodo noi siamo disarmati. Dipende sicuramente da chi fa informazione, ma dipende anche da chi si accosta all’informazione, perché se i mezzi a nostra disposizione ci fanno dimenticare che dobbiamo sempre esercitare il nostro spirito critico, allora la partita è persa. Un altro problema – ha rilevato Rizzo Nervo – è che io non so ancora quanto noi siamo padroni della evoluzione tecnologica. Il problema non sono le fake news ma l’assenza di regole sull’Intelligenza Artificiale».

I contributi

A portare un proprio contributo il docente dell’Università di Catanzaro, Alberto Scerbo, per il quale «la libertà di espressione ovviamente deve essere sempre salvaguardata ma entro dei limiti che devono essere definiti. In questo momento non è facile neanche definire sul piano regolamentare la tematica. Forse sarebbe opportuno richiamare i principi generali, vale a dire ciò che vale in ambito analogico forse si può estendere benissimo anche all’ambito digitale. Non c’è a mio avviso necessità di creare delle nuove regole: le regole ci sono, vanno solo applicate». Danilo Iannello, della Camera penale “Cantafora” di Catanzaro, ha evidenziato il ruolo dell’avvocatura, sostenendo che «è opportuno ripristinare un concetto basilare e cioè che la giustizia va amministrata nei tribunali, nelle aule di giustizia e non, come molte volte, avviene in maniera sommaria sui social network e nei programmi televisivi, dove i processi sommari alterano la realtà e questo crea un disorientamento. La disinformazione giudiziaria potrebbe provocare la contaminazione della verginità cognitiva del giudice, che dovrebbe approcciarsi al processo senza alcun pregiudizio o preconcetto che invece una informazione eccessiva ed errata potrebbe arrecare». Secondo Mariaelena Senese, segretario della Uil Calabria, «l’obbligo di un’informazione di qualità e certificata non dev’essere ascritto soltanto ai giornalisti ma devono avvertirlo anche le istituzioni, che devono essere tempestive e trasparenti, le scuole, che devono educare allo spirito critico, e le parti sociali». A sua volta, il presidente di Unindustria, Aldo Ferrara, ha lanciato la proposta di «una azione di sensibilizzazione che dobbiamo e possiamo fare tutti insieme a partire dalle scuole e dai giovani. Noi siamo disponibili a dare il nostro contributo in questa direzione. A portare i saluti istituzionali il prefetto di Catanzaro, Castrese De Rosa, il presidente del Consiglio comunale Gianmichele Bosco, il presidente della Camera di Commercio Pietro Falbo. (c. a.)

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