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La seduta

Consiglio regionale, i numeri tengono ma la maggioranza si incrina

Via libera alle Commissioni, ma assenze mirate svelano tensioni politiche e un clima sempre più conflittuale in Aula

Pubblicato il: 18/12/2025 – 20:16
di Paola Suraci
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Consiglio regionale, i numeri tengono ma la maggioranza si incrina

REGGIO CALABRIA L’ultima seduta del 2025 del Consiglio regionale della Calabria restituisce l’immagine di una maggioranza di centrodestra salda nei numeri ma attraversata da tensioni politiche tutt’altro che marginali. Una seduta nata per chiudere l’anno con l’assetto delle Commissioni consiliari permanenti e proiettare l’Aula verso il 2026, ma che ha finito per mettere in evidenza dissensi interni, rapporti irrisolti con le minoranze e segnali di insofferenza che vanno oltre il semplice dato aritmetico dei voti. I lavori si sono aperti alle ore 16, con la lettura del verbale della seduta precedente da parte della consigliera Luciana De Francesco (Fratelli d’Italia), successivamente approvato.

Regolamento interno: collaborazione solo formale

Subito dopo è stata discussa la proposta di legge sulle modifiche al Regolamento interno del Consiglio regionale, illustrata dalla stessa De Francesco. Sul testo è intervenuto Pierluigi Caputo (Occhiuto Presidente) con un emendamento. Per il Partito Democratico è intervenuto Ernesto Francesco Alecci, che ha richiamato lo spirito di collaborazione dell’opposizione pur segnalando una criticità politica:
«Siamo pronti a votare favorevolmente – ha dichiarato – ma l’emendamento ci è arrivato solo adesso».
Il provvedimento è stato comunque approvato, segnando una collaborazione destinata però a esaurirsi rapidamente.

Commissioni permanenti: assetti definiti

Il fulcro della seduta è stato rappresentato dalle elezioni dei Presidenti, Vicepresidenti e Segretari delle sei Commissioni consiliari permanenti e le due speciali Vigilanza e Anti-‘ndrangheta (NE ABBIAMO SCRITTO QUI). Le votazioni hanno consegnato alla maggioranza tutti i ruoli chiave, lasciando alle opposizioni le vicepresidenze, nel solco di un equilibrio istituzionale ormai consolidato. I numeri hanno confermato una maggioranza compatta, ma non priva di segnali politici laterali.

Assenze e malumori nella maggioranza

Durante le votazioni sulle Commissioni si sono registrate le assenze dei consiglieri Ferdinando Laghi (Tridico Presidente) e Giuseppe Mattiani (Lega) lette come una presa di distanza rispetto alle scelte operate dalla maggioranza. In particolare, l’assenza di Mattiani, assume un peso politico specifico: il consigliere si aspettava un ruolo all’interno delle Commissioni, anche alla luce del fatto che in precedenza non era riuscito a entrare in Giunta. L’esclusione da incarichi di rilievo avrebbe alimentato il malcontento, tradottosi nella decisione di non partecipare alle votazioni.

La commissione anti ‘ndrangheta

«Accolgo con grande senso di responsabilità l’elezione a Vicepresidente della Commissione speciale anti ’ndrangheta, uno strumento fondamentale per rafforzare la legalità, la trasparenza e la tutela delle comunità calabresi», dice Enzo Bruno, capogruppo di Tridico Presidente che affiancherà Marco Polimeni alla presidenza. «Il contrasto alla criminalità organizzata non è soltanto una questione repressiva, ma un impegno culturale, sociale ed economico che chiama in causa istituzioni, imprese e cittadini. La legalità rappresenta una condizione essenziale per costruire sviluppo sano, lavoro dignitoso e opportunità reali per i territori», afferma Bruno. «Rafforzare la cultura della legalità significa creare un ambiente favorevole agli investimenti, alla crescita delle imprese e alla costruzione di comunità più giuste e responsabili. È su questo terreno che si misura la capacità di un territorio di generare sviluppo duraturo e fiducia nel futuro. In questo percorso, confermo il mio impegno a contribuire ai lavori della Commissione con responsabilità e senso delle istituzioni, nella convinzione che solo attraverso un’azione condivisa e coerente sia possibile produrre quei cambiamenti positivi di cui la nostra terra ha profondo bisogno».

Il “caso” della Terza Commissione

Un episodio curioso e politicamente significativo si è verificato durante la votazione per l’elezione del Segretario della Terza Commissione consiliare permanente. Accanto alle schede bianche e nulle già registrate, è comparso anche un voto riportante il nome di “Sandokan”, finito tra le schede nulle.
Un segnale che, pur non avendo alcun effetto sull’esito finale – che ha visto l’elezione di Gianpaolo Bevilacqua (Lega Salvini Calabria) – è stato letto in Aula come una forma di protesta ironica o di dissenso silenzioso, ulteriore conferma di un clima non completamente privo di tensioni interne.
Mattiani e Laghi subito dopo le votazioni sono rientrati in Aula al termine della fase sulle Commissioni, per partecipare alla discussione sul bilancio regionale. Un gesto che chiarisce la natura selettiva del dissenso: non un disimpegno dai lavori del Consiglio, ma una contestazione mirata agli assetti di potere interni.

La Commissione di vigilanza

Il confronto si è poi acceso sul tema della Commissione di vigilanza, diventata il vero terreno di scontro politico. Le opposizioni hanno denunciato la scelta della maggioranza di trattenere per sé un organismo storicamente assegnato alle minoranze andato alla presidenza al consigliere regionale Riccardo Rosa (Noi moderati), per la vicepresidenza l’Aula ha indicato il consigliere Francesco De Cicco (Dp), per il ruolo di segretario è stata eletta Elisabetta Santoianni (FI). Prendendo la parola in Aula il consigliere Alecci ha definito una “pagina negativa” la gestione della Commissione di vigilanza, sottolineando come la maggioranza abbia deciso di trattenerla per sé, a differenza di quanto avvenuto in passato: durante il governo Loiero la Commissione era stata sempre assegnata alle forze di minoranza, mentre Scopelliti l’aveva trattenuta e Oliverio l’aveva destinata alla minoranza proprio per consentire loro di svolgere pienamente il ruolo di controllo. Alecci ha espresso rammarico per la mancata apertura al dialogo da parte della maggioranza e del presidente Occhiuto, evidenziando come lo spirito di collaborazione invocato dall’opposizione – anche attraverso la rimodulazione delle Commissioni e la proposta di componenti a sei avanzata da Cirillo – non abbia prodotto alcun risultato concreto. «Occhiuto mostra una voracità eccessiva – ha aggiunto – come chi, nel tentativo di accaparrarsi troppo, rischia di soffocare chi vorrebbe partecipare». Anche Vincenzo Bruno ha denunciato un “secondo strappo” della maggioranza, dopo quello relativo alla modifica dello Statuto per l’abolizione del referendum, ribadendo che l’opposizione continuerà a perseguire tutte le strade per ottenere rispetto e tutela dei diritti istituzionali.
Elisa Scutellà ha sottolineato la mancanza di reale volontà di collaborazione: «C’erano state interlocuzioni tra Occhiuto e Tridico, ma non vengono rispettate. La maggioranza ve la cantate e ve la suonate da sola: un’ennesima mancanza di rispetto verso l’Aula e verso le minoranze».

La legge di stabilità e il Bilancio di previsione

L’Aula adesso discute il Documento di Economia e Finanza della Regione per il 2026-28, il bilancio di previsione del Consiglio regionale 2026-28, la Legge d Stabilità regionale e il bilancio di previsione della Regione Calabria 2026-2028. Complessivamente la manovra vale 7,4 miliardi, oltre il 60% dei quali destinati alla sanità. Filomena Greco, di Casa Riformista – Italia Viva, ha già annunciato che voterà contro così come si preannuncia faranno tutti i consiglieri di minoranza. (redazione@corrierecal.it)

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