Laura Mattarella, il racconto di una first lady
La figlia del presidente della Repubblica: mia madre sarebbe stata più brava

ROMA “Ho considerato un dovere e anche un onore stare accanto a mio padre in occasioni ufficiali della Repubblica, in un ruolo che mia madre avrebbe svolto certamente meglio. Per il resto, posso solo aggiungere che, al mondo, oltre alle soddisfazioni professionali, ci sono tante altre gratificazioni, anche molto più grandi”. Così Laura Mattarella, in un’intervista a Vogue Italia, racconta il suo ruolo istituzionale accanto al padre, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La sua, spiega, è stata “una scelta libera, responsabile e ponderata”, presa dopo averne parlato “subito” con il padre e con il marito. Ha lasciato il lavoro di avvocato ma assicura che le rinunce fatte sono state “qualcuna, ragionevole e di poco conto”, perché proviene “da una famiglia dove riservatezza e discrezione non sono considerate una formalità o solo un dovere, ma il modo più intenso di vivere i rapporti tra le persone, i familiari, gli amici. Nel complesso ho cercato di mantenere per me e la mia famiglia una vita assolutamente normale”. Non abita al Quirinale, aggiunge, ma “felicemente a casa mia, con mio marito e con i miei figli” e “assolutamente no”, risponde, non è previsto alcun rimborso per le sue spese, neanche per gli abiti. “Il ruolo di ‘first lady’ in Italia non è previsto” e “nei protocolli del cerimoniale, in Italia e all’estero, vengo indicata semplicemente come ‘signora Laura Mattarella‘. Ed è giusto così”, sottolinea la figlia del presidente della Repubblica, vedovo dal 2012, chiarendo di non svolgere il ruolo di “assistente”: “In Italia, generalmente, accompagno mio padre in occasioni di carattere culturale o con rilevanza sociale, in contesti talvolta informali. In molte occasioni istituzionali – come colloqui diplomatici, riunioni di organismi, cerimonie militari – la mia partecipazione ovviamente non è prevista”. “Per quanto riguarda l’estero, accompagno mio padre nelle visite in Paesi che prevedono la presenza di figure della famiglia del Presidente o del Sovrano. Vorrei aggiungere – sottolinea – che, in queste visite, direi tanto interessanti quanto impegnative, non svolgo il ruolo di ‘assistente’ di mio padre. Quando si giunge in un Paese straniero, il Presidente segue il programma dei suoi incontri istituzionali, io un programma culturale e sociale, accompagnata dal consorte del Capo di Stato del Paese che ci ospita”. E quando Mattarella riceve capi di Stato stranieri, la figlia accompagna “la first lady o il first gentleman a visitare il Quirinale, che ben rappresenta la storia del nostro Paese, storia che in questo modo hanno occasione di conoscere o approfondire. Ma capita anche di visitare musei, mostre, comunità terapeutiche, organizzazioni umanitarie, luoghi di assistenza. È un onore e motivo di orgoglio per me mostrare a ospiti stranieri il nostro splendido patrimonio artistico e culturale e accompagnarli a conoscere i luoghi e le persone della solidarietà, che mostrano tanti aspetti ammirevoli del nostro popolo”. Anche suo zio Piersanti e suo nonno Bernardo hanno ricoperto ruoli pubblici e “tutte le donne della mia famiglia, anche le mie nonne – assicura la figlia del presidente della Repubblica -, sono state da sempre educate a pensare con la propria testa, a coltivare pensieri propri. Non c’è dunque mai stato da parte loro un atteggiamento passivo nei confronti degli uomini impegnati in politica, anzi, di sostegno, pur nella piena consapevolezza che fosse necessario evitare sovrapposizioni tra la sfera pubblica e quella privata”. “Naturalmente non mi sono estranee le ragioni che caratterizzano l’istituzione nella quale mio padre esercita le funzioni di Presidente. Sono lieta di poter contribuire al sostegno di buone cause della nostra comunità che si intrecciano strettamente con le finalità indicate dalla nostra Costituzione”, dice ancora Laura Mattarella, raccontando anche le sue collaborazioni con associazioni benefiche e di promozione del ruolo delle donne nel mondo, come Race for the cure, dedicata a sensibilizzare sulla prevenzione del tumore al seno, e il Wef (Women Economic Forum), attraverso il quale si affronta e si sostiene il tema della promozione della posizione della donna nella società, mettendo a confronto le esperienze internazionali di leader femminili in numerosi settori”. (Ansa)
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