Pnrr e Zes Unica «leve fondamentali per gli imprenditori», la Calabria «ha bisogno di buona sanità e dei suoi giovani»
Il presidente di Confindustria Cosenza, Perciaccante, guarda al futuro. Il tessuto produttivo cosentino è resiliente, ma deve misurarsi con sfide complesse

COSENZA Il bilancio dell’anno quasi concluso è d’obbligo ma lo sguardo è lucido e già proiettato al futuro. Il presidente di Confindustria Cosenza, Giovan Battista Perciaccante – al Corriere della Calabria – restituisce la fotografia di un tessuto produttivo cosentino resiliente, chiamato a misurarsi con sfide complesse ma anche aperto a nuove opportunità. Tra rallentamenti congiunturali, trasformazioni tecnologiche e nodi strutturali ancora irrisolti, gli imprenditori cosentini hanno dimostrato capacità di adattamento e voglia di investire. Dalle criticità superate ai segnali di ripresa, fino alle priorità strategiche per il futuro, il presidente indica la rotta: competitività, innovazione e capitale umano giovane come leve decisive per costruire una crescita sostenibile e duratura, capace di valorizzare il territorio e rafforzarne il ruolo nel panorama economico nazionale.
Partiamo dal bilancio dell’anno ormai quasi concluso
«L’economia di questo territorio è in salute. Secondo i dati in nostro possesso, la Calabria è prima in Italia per il Pil: questo è un risultato storico. Ricordiamoci che si parte da una soglia vicinissima allo zero, tutte le azioni messe in campo ci consentono di sperare in un futuro certamente migliore. Anche i dati legati al settore edilizio sono più che ottimi e per quanto riguarda l’agroindustria, i numeri ottenuti sono superiori alle medie del passato. Il turismo, grazie ai nuovi collegamenti dagli aeroporti, ha garantito un maggiore afflusso dei visitatori che si è tradotto in un conseguente aumento delle visite nei nostri musei. Il MarRC ha registrato numeri da record, il museo di Sibari ha ottenuto performance che non avevamo mai avuto. Possiamo essere soddisfatti».
Come giudica la robusta campagna di marketing territoriale sostenuta dalla Regione Calabria?
«Se penso agli investimenti in Rai, direi che la leva di marketing attivata è stata azzeccatissima. Si parla molto della Calabria e di ciò che ha di straordinario. Non solo, mettiamo in mostra anche il potenziale ancora da sviluppare. Non molto tempo fa, l’appeal della nostra regione era pari allo zero».
Due le leve che hanno contribuito a garantire possibilità di investimento agli imprenditori, il Pnrr e la Zes Unica. E’ d’accordo?
«Sono state fondamentali. Le confesso di essere un po’ preoccupato se penso alla conclusione del Pnrr, però dall’altra parte guardo con fiducia al potenziamento della Zes Unica che ha avuto un ottimo impatto grazie anche al lavoro svolto dal sottosegretario di Stato calabrese, Luigi Sbarra. Sono stati messi a disposizione ulteriori quattrini destinati alla Zes, a seguito di una richiesta degli imprenditori evidentemente soddisfatti dall’impatto di una misura particolarmente apprezzata. Quasi nessuno si aspettava un simile risultato».
Pensando all’immediato futuro quali sono le azioni prioritarie da compiere?
«Adesso bisogna mettere mano alla sanità. I lavori di realizzazione dell’ospedale della Sibaritide sono a buon punto, presto immagino si possa partire con quelli del nuovo ospedale di Cosenza, e poi c’è il polo di Catanzaro che rappresenta una eccellenza, senza dimenticare i numerosi professionisti di ritorno che stanno dando nuovo impulso ai vari reparti. Dobbiamo garantire una sanità migliore, soprattutto ai pazienti calabresi e poi anche ai turisti e a tutti coloro che potrebbero arrivare da altre regioni. Dobbiamo però mettere un freno all’emorragia di giovani e talenti in fuga dalla Calabria. A tal proposito, abbiamo avuto delle recenti interlocuzioni con la Regione Calabria, con il Presidente Roberto Occhiuto, si deve lavorare molto per invertire un trend preoccupante. Occorre collaborare sinergicamente perché la cosa più importante è garantire ai giovani opportunità nel territorio calabrese, creare le condizioni affinché restino o ritornino, questo è indispensabile. La Regione purtroppo sta invecchiando, abbiamo tanti anziani e pochi giovani, è questo l’investimento più importante da fare. Uno sforzo, ad esempio, deve essere destinato alla formazione: manca la mano d’opera, mancano anche alcune figure professionali necessarie a garantire il salto di qualità. La Calabria la si costruisce con le intelligenze, con i ragazzi validi che decidono di rimanere». (f.benincasa@corrierecal.it)
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